13. Gli affari prima di tutto

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ADV: leggete lo spazio autrice, ho qualcosa da dirvi ma prima godetevi il capitolo ♥



IAN

-Andiamo amico, devi mettere su un po' di massa, non puoi restare pelle ed ossa per sempre.- Joe sta cercando di far fare del movimento fisico ad Ethan da ore ormai ed io credo che impazzirò a breve.

Questa settimana ho saltato le sedute con Alexandra, questa e quella prima, non credo di poterla vedere. La sua reazione alla mia aggressione a Willow mi ha fatto incazzare, veramente tanto e i suoi occhi accusatori sono l'ultima cosa che voglio vedere al momento.

Inizio davvero a pensare che lei sappia più di quello che vuole far credere. Devo smetterla di farmi abbindolare dal suo culo e iniziare a pensare ai miei affari del cazzo. Ho perso già troppo tempo a occuparmi dei suoi problemi, ricevendo in cambio solo porte in faccia.

Dopo la visita di Cole ho cercato di fingere che lei fosse una normale psicologa, ma è così evidente il suo comportamento sfacciato che è impossibile pensare che non abbia nulla a che fare con il mio carico.

-Ehi, Ian, va tutto bene?- Louise mi offre una sigaretta che accendo velocemente.

-Siamo in galera, bambolina, qui non va mai bene un cazzo!- sputo acido le parole insieme ad una densa nuvola di fumo.

-Non siamo in galera, Ian, questo posto può aiutarti se lo vuoi veramente...- abbassa il capo pensierosa.

-Beh, io non ho bisogno di aiuto.- Louise scrolla le spalle pochi secondi prima del suono della campana che ci avvisa di tornare nell'edificio. Probabilmente lei sa cosa dice, se è vero che aveva una dipendenza per la met adesso sembra totalmente pulita, perciò evidentemente a qualcosa le è servito davvero il Riviera Center.

Tuttavia, sono sicuro che sia consapevole anche del fatto che non si può aiutare chi non vuole essere aiutato.

Mi hanno proibito la mia ora di palestra, dopo l'accaduto con Willow, perciò posso solo bearmi dell'aria primaverile che aleggia nel giardino.

Quando entro nella mia cella non riesco a posare il culo sul letto che Joe entra nella cella. Prende una sedia e, come suo solito, si siede a cavalcioni su di essa, proprio di fronte a me.

In questi giorni non ha fatto altro che fare domande su Alexandra, come se fosse il più grande problema della mia vita, un nuovo caso da risolvere per Sherlock Holmes.

-Okay, King Kong- aggrotto le sopracciglia quando pronuncia questo ridicolo soprannome –adesso tu devi parlare!- si accende una sigaretta e dal suo sguardo capisco che non ho via di scampo.

-Non ho niente da dire.- provo comunque a liquidarlo e mi alzo dal letto iniziando a spogliarmi. Ho diritto ad una bella doccia calda.

-Ian, la settimana scorsa ti hanno chiamato tre volte i secondini per fare la tua seduta, questa settimana siamo a quota due, sei sempre distratto e sembra che tu stia aspettando un imminente attentato alla tua vita. Quindi te lo chiedo per l'ultima volta prima di prenderti a calci in culo: cos'è successo?- il suo tono e la sua espressione sembrano non ammettere replice, per questo motivo mi risiedo sul letto e porto istintivamente le mani ai miei capelli rasati.

-Quel giorno nell'ufficio di Ryan, ho trovato solo una foto segnaletica nel fascicolo di Alexandra. Ho cercato di fare finta di nulla, ma una persona pochi giorni dopo è venuta a trovarmi, mi ha detto che Alexandra sa più cose del normale, poi lei ha ricevuto una chiamata particolare e così ho scoperto che faceva parte dei Ravens.- Joe sorride, senza alcun diavolo di motivo.

-Avete proprio tutto in comune!!!- sembra una ragazzina eccitata per il suo primo bacio.

-Piantala.- dico seccato.

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