Capitolo due.

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La mattina seguente mi sveglio stranamente di buon umore. Quando esco di casa sono quasi delusa di non trovare Jack che mi aspetta. Ma cosa credevo? Di certo non può portarmi avanti e indietro ogni volta come se fosse un taxi. Arrivata a scuola il mio sguardo scruta indagatorio il cortile al fine di trovare Jack. Ed ecco che i miei occhi si posano sulla sua figura slanciata che in questo momento è appoggiata ad un albero con una sigaretta in mano. Decido di avvicinarmi.

«Ciao Jack» saluto.

«Ciao» mi saluta a sua volta.

E' solo quando si gira verso di me che noto due grossi lividi violacei sul suo viso e un taglio più o meno profondo sul labbro. Mi preoccupo immediatamente. Cosa gli sarà mai successo? Chiederglielo non risolverà le cose, quindi per il momento decido di tacere.

«Non sapevo fumassi» dico io.

«Non fumo spesso, anzi quasi mai. Solo quando sono stressato» mi spiega meglio.

«Io non ho mai fumato» gli confesso la verità.

«Cosa?» chiede mentre mi guarda con una faccia un po' sconvolta.

«Cosa c'è di strano?» domando.

«Vuoi provare?» mi chiede ingnorando la mai domanda.

«Si» mi sorprendo a rispondere.

Prende la sigaretta e me la porta alla bocca. Aspiro e non posso fare a meno di tossire. Adesso mi brucia un po' la gola, ma come diavolo fanno a fumare?

«E' ufficiale, non mi piace» comunico a Jack.

«Ci si abitua»

«Non credo riuscirò ad abituarmi a questo» gli rispondo mentre la mia voce viene coperta dalla campanella che suona.

«Entriamo dai» dice Jack.

E mi prende la mano. Aspetta, mi prende la mano? Arrossisco violentemente, ma la sensazione della sua mano grande avvolta intorno alla mia è gradevole. A questo credo che mi ci potrei abituare. Arriviamo in classe e noto alcuni dei suoi amici. Provo a liberarmi dalla sua stretta ma a questo gesto Jack mi stringe ancora di più. Non posso fare a meno di esserne felice mentre il mio stomaco fa una capriola dopo l'altra.

«Ehi amico» lo saluta Nash mentre mi fa un enorme sorriso.

Sembra quasi che non si siano accorti del suo viso sfigurato.  

Matt invece guarda prima le nostre mani e poi noi.

«C'è qualcosa che dovreste dirci?» chiede.

Avvampo e abbasso la testa. Odio la mia timidezza così tanto.

«Matt sei un coglione, l'hai messa in imbarazzo» lo riprende Shawn e gli tira un schiaffo dietro la nuca.

In questo momento farei una statua a Shawn. Alzo di nuovo il capo e vedo Jack che tenta di reprimere un sorriso. Vorrei tanto dirgli quanto mi piace quando ride.

«Possiamo sederci?» sussurro a Jack.

Lui mi stringe rassicurante alla mano e insieme ci dirigiamo ai nostri banchi.

«Puoi anche sederti vicino ad i tuoi amici, non sei costretto a stare vicino a me»

«Mi sono seduto qui perché lo voglio, quindi rimarrò»

Ed inizia la lezione. La sua ultima frase mi rimane impressa nella mente e mi chiedo se sia possibile affezionarsi ad una persona in così poco tempo.

«Jack, cos'è successo alla tua faccia?» gli chiedo a metà lezione.

Jack sembra irrigidirsi e serra rapidamente la mascella.

Ricomincio da te || Jack GilinskyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora