«Resta con me, solo per stanotte» esclama, quasi disperato.
E, nonostante dentro di me ci sia una battaglia in corso, decido di assecondarlo. Annuisco leggermente in conferma e vedo gli occhi di Cam, che prima erano due pozze scure apparentemente senza fondo, illuminarsi. I sensi di colpa si fanno spazio inevitabilmente.
«Dan, io stacco. Ho finito» avviso il mio datore di lavoro ed esco.
Cameron barcolla leggermente, ma pare riuscire a tenersi in piedi. Mando un messaggio a Mandy, per avvisarla che non sarei rientrata e mi infilo nell'auto dell'ubriaco. Ovviamente devo guidare io, Cameron non è nelle condizioni - si è stavaccato sui sedili posteriori - per questo imposto il navigatore e parto. Ringrazio mentalmente la mia coinquilina per avermi fatto fare "scuola guida" con lei, anche se sono comunque ancora un po' spaventata all'idea di avere pieno controllo della macchina.
«Cam, siamo arrivati» esordisco una volta di fronte casa sua.
Prontamente si mette seduto. Per essere ubriaco ha dei bei riflessi. Entriamo silenziosamente in casa, ma a quanto pare non c'è nessuno. Una volta al piano di sopra, ci fiondiamo in camera sua. Cameron prende subito la direzione del letto e vi si butta sopra. Reprimo un sorriso. Io mi raggomitolo di fianco a lui, cercando di restargli il piú lontano possibile. Mantenere le distanze è la cosa migliore in questo momento. Domani, quando si sarà ripreso, dovrò chiarirgli alcune cose. Adesso mi limito a guardarlo, mentre lentamente cade tra le braccia di morfeo. Poco dopo sento le mie palpebre farsi pesanti e mi addormento anche io, proiettandomi in un sonno senza sogni.È un raggio di sole a svegliarmi. Un raggio di sole dritto nel mio occhio destro che disturba il mio riposo. Mi metto a sedere sul letto e mi sorprendo a scoprire che Cameron non è di fianco a me. Dove può essersi cacciato? Percorro il corridoio in cerca del disperso e dato che la mia vescica sta letteralmente esplodendo, faccio tappa in bagno. Abbasso la maniglia, e dannata vescica grande quanto una nocciolina! La scena che mi si presenta davanti mi annebbia la mente. Cameron appena uscito dalla doccia, completamente nudo. Mi affretto a mettermi una mani davanti agli occhi, soprattutto per evitare di vedere il sorrisetto compiaciuto che gli si sarà sicuramente formato sul volto.
«Buongiorno, Alice» dice con la voce più roca del solito.
«Ehm..buongiorno anche a te. Io dovrei, uhm, dovrei...potresti coprirti?» farfuglio in preda all'imbarazzo.
Penso di essere diventata bordeaux, come minimo. Sento le mie guance andare a fuoco e le mie gambe sono molli.
«Certo» risponde tranquillamente, ma palesemente divertito.
Ringrazio Dio e tutti i Santi quando Cam si avvolge un asciugamano intorno alla vita, evitando un mio collasso istantaneo per la troppa vergogna. Il fatto che sia a petto nudo non aiuta comunque, ma è sicuramente meno imbarazzante.
«Io dovrei, ehm, usare il bagno» esordisco cercando di far sembrare la mia voce il piú sicura possibile.
«Prego» dice finalmente uscendo.
Caccio un respiro profondo, non mi ero nemmeno resa conto di stare quasi in apnea.
Decido di fare una doccia veloce, giusto per rinfrescarmi un po'. Prendo una maxi felpa di Cameron e una tuta e scendo al piano di sotto.
«Finalmente, dobbiamo andare a fare la spesa!» esclama Cam.
Cosa?
«Spesa? Che?» chiedo confusa.
«Si, sai quella cosa che sia fa quando a casa non ci sono viver-» risponde, ma viene interrotto da me che gli do uno spintone.
«So cos'è una spesa» ribatto seccata.
«Andiamo allora» dice prendendo le chiavi dell'auto.
«Non posso uscire in questo stato» gli faccio presente.
«Sí che puoi» e mi prende di peso.
Inizio a tirare calci e pugni ovunque, cercando di liberarmi dalla sua presa, ma inutilmente.
«Giuro che ti rigo l'auto se non mi metti giú» lo minaccio.
Per tutta risposta Cameron ride. Mi poggia sul sedile del passeggero, e si mette al volante.
«Questa non te la perdono» faccio la finta offesa.
Una volta arrivati al supermercato, non ho il coraggio di uscire dal veicolo. La tuta e la felpa di Cameron non mi donano molto, e in più questa è una brutta giornata anche per i miei capelli.
«Se non muovi il culo da quel sedile ti prendo di nuovo a sacco di patate, così che tutto il negozio di alimentari possa ammirarti in tutta la tua bellezza» mi minaccia lui stavolta.
Dato che ho paura di ciò che potrebbe fare, mi decido ad uscire. Mi metto il cappuccio per non farmi riconoscere, sperando che questa spesa duri il meno possibile. Ma invece Cameron, divertendosi a vedermi soffrire, cerca in tutti i modi di prolungarla il più possibile.
«Dio, Cameron! Sono dei dannatissimi cereali, non possiamo perderci un quarto d'ora perché tu non riesci a decidere se preferisci i Coco Pops o i Corn Flakes» urlo frustrata.
Cameron scoppia a ridere sguaiatamente, mentre le persone del reparlo alimentari mi guardano male.
«Sei riuscito a farmi fare una figura di merda, sei contento adesso?» gli domando sarcastica.
Quando continua a ridere, nemmeno io riesco a reprimere un sorriso. E nel giro di pochi secondi, sto ridendo insieme a lui.
«Oddio, ti prego smettila! Mi inizia a far male la pancia» mi prega Cameron, asciugandosi le lacrime.
L'attacco di ridarella si dilunga per i successivi dieci minuti, dopo di che riusciamo a ricomporci e andare a pagare. Abbiamo preso cinque buste di roba perché Cameron non riusciva a decidersi su nulla, come al solito.
«Allora, cosa vuoi per colazione? Abbiamo una vasta scelta» mi domanda alludendo alle buste sui sedili posteriori.
«Mmh, io opto per del tè con i biscotti» rispondo.
«Abbiamo comprato come minimo tutti i tipi di cereali che esistono sulla faccia della terra e tu vuoi i biscotti?» chiede sarcastico.
Alzo le spalle, mentre un sorrisetto mi inscrespa le labbra.
Parcheggiamo nel vialetto e carichi di buste entriamo in casa. E l'ultima cosa che avrei immaginato, mi si presenta davanti.
I ragazzi, compreso Jack, sono tutti nel salotto di Cameron, probabilmente lo stavano aspettando. Quando si accorgono di noi, le espressioni sui loro visi cambiano radicalmente.
«Cosa diavolo ci fa lei qui?»
È Jack a parlare.
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Ricomincio da te || Jack Gilinsky
Fanfiction"Vieni nei miei sogni stanotte, fammi compagnia. Cantami una canzone, dammi il bacio sulla fronte. Resta con me fino all'alba e, quando starai per andare via, ti prego ripensaci e resta con me"