Capitolo ventidue.

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N.B.
LEGGETE LO SPAZIO AUTRICE ALLA FINE DEL CAPITOLO, È IMPORTANTE!

* * *

'Forse non ti ho mai amata'
Queste parole taglienti pronunciate con disprezzo, non fanno altro che ripetersi nella mia mente, come delle lame che affondano sempre di più nella mia carne. Quasi non ho la forza di ribattere, ma sono decisa a non perdere la mia dignità.
«Jack, sai qual è la cosa ironica? Che tu mi manchi come l'aria. Mi hai in pugno, sai bene che tornerei da te sempre. Ma a patto che tu lo voglia. Quindi adesso dimmi che non mi vuoi nella tua vita e io scomparirò. Dimmi che ormai ti sono indifferente, che non provi nemmeno più odio per me. Dimmi che non ti manco e che mi hai rimossa. Dimmelo e io ti lascerò in pace. Dimmelo e torneremo ad essere due estranei. Soltanto dimmelo perchè non posso vivere con questo dubbio che mi pressa sul petto» esordisco tutto d'un fiato.
Jack alza la testa e mi guarda in viso. Cerco di evitare il contrasto con le sue iridi marroni perchè mi sto spezzando e guardarlo dritto negli occhi accellererebbe soltanto il processo.
«Alice, ho detto una cazzata. Ti ho amata, sul serio. Ti ho amata come non ho mai amato nessuna prima d'ora. Ma per te, non era così. Alla prima occasio-» inizia a parlare.
Queste sue ultime parole mi fanno ribollire il sangue nelle vene. Non può parlare in questo modo dei miei sentimenti, non ho intenzione di permetterglielo.
«Jack, non provare nemmeno a dirlo. Ti avrei donato un rene, se solo ne avessi avuto bisogno. Avrei saltato di fronte a un treno, se solo me lo avessi chiesto. Quindi non sottovalutare ciò che provo per te. Magari è più profondo di ciò che tu hai provato per me. Perché quando ami una persona non le volti le spalle nel momento del bisogno soltanto perché ha commesso un errore»
Il ragazzo di fronte a me sospira pesantemente.
«Alice, tu mi hai ferito, capisci? Ti ci sei pulita il culo con la fiducia che riponevo in te» urla in preda alla frustrazione.
«Sai, Jack, mi manchi. Però mi manca quel Jack che una volta si ubriacó a tal punto da non riconoscermi e che quando lo provai a svestire per metterlo a letto, mi fermò dicendomi di avere una ragazza. Mi manca quel Jack, non questo che non fa altro che rinfacciarmi il mio unico errore. Questo nuovo mi fa soltanto schifo» dico, contrariamente a lui, in modo pacato.
Si passa nervosamente una mano nei capelli.
«Cazzo, ma perché devi complicare le cose!» esclama frustrato.
«Non le sto complicando affatto. Dimmi soltanto se mi vuoi ancora nella tua vita o no. Ho bisogno di saperlo!» dico sull'orlo di una crisi di pianto.
Jack abbassa la testa e si mette a fissare le sue scarpe.
«Sparisci dalla mia vita, Alice» esordisce all'improvviso, calmo.
Nonostante non fosse la risposta che avrei voluto sentire, rispetto la sua scelta. Ha scelto se stesso. In questo momento l'unica cosa che vorrei fare è chiudermi in una stanza a piangere per il resto della mia esistenza. Ma in qualche modo, davanti a Jack, riesco a non far emergere alcuna emozione. Delusione, amarezza, tristezza, diventano una maschera di indifferenza.
«Me ne vado, Jack. Hai avuto ciò che volevi» dichiaro voltandomi.
«Alice» urla Jack alle mie spalle.
Mi giro di poco, ma con la coda dell'occhio riesco a vederlo che corre verso di me. Per un momento, la fiammella di speranza dentro di me si riaccende. Quando siamo l'uno di fronte l'altro, in silenzio, a non dire nulla, quasi mi illudo. Ma poi Jack mi coglie di sorpresa e, inaspettatamente, mi bacia. Mi bacia come non ha mai fatto prima d'ora. Un bacio appassionato, disperato, che esprime tutto ciò che non ci siamo detti in questo lasso di tempo in cui siamo stato separati. Gli passo le mani tra i capelli, mentre lui fa finire le sue sotto la mia maglietta. Ci stacchiamo soltanto quando siamo entrambi senza fiato. Non posso fare a meno di far notare l'espressione interrogativa sulla mia faccia.
«Cosa hai sentito?» domanda Jack ancora con l'affanno.
«Tutto» rispondo concisa.
«Io niente» ribatte Jack.
Lo guardo, quasi a cercare la scintilla di divertimento nei suoi occhi, che un tempo mi avrebbe fatto intuire che scherzava. E invece non la trovo. Riesco a vedere solo un muro di pietre issarsi davanti. Ecco cosa c'è adesso tra me e Jack. Una parete, ma non di quelle sottili. Un muro massiccio che non fa altro che farci scontrare e procurarci lividi. E a che scopo? In nome dell'amore? In questo momento, 'amore' è l'ultima cosa di cui voglio sentir parlare. Sono ancora incredula, ma anche esausta e la stanchezza l'ha vinta su tutto. Eppure avrei combattuto per Jack, fino a pochissimo tempo fa. Avrei combattuto per la nostra storia, per qualsiasi sentimento ci legasse. Ma adesso mi sento soltanto senza forze e indifesa e non ho più voglia di lottare. Sono pronta ad accettare la sconfitta.
«Jack, io ti amo e te lo ripeterei all'infinito pur di fartelo entrare nella tua testa dura. Ma mi hanno anche detto che se ami una cosa devi anche saperla lasciare andare. Lasciartela scivolare via tra le dita come acqua. Ed è questo quello che sto facendo oggi, adesso. Ti sto lasciando andare rispettando la tua volontà. Quindi addio, Jack. Vivi la tua vita come il vivrò la mia. E non fare troppe cazzate» queste parole lasciano inaspettatamente la mia bocca.
E a quanto pare lasciano di stucco anche Jack che non sembra sapere cosa dire, una volta tanto.
«Stammi bene, Alice» dice soltanto.
E contemporaneamente, ci giriamo in due direzioni opposte e iniziamo a camminare. E da questo momento sono consapevole del fatto che stiamo intrapendendo la nostra vita, il nostro destino. Ma io non sono al suo fianco e lui non è al mio. E, probabilmente non lo sarà mai più.

SPAZIO AUTRICE.
Buonasera lettori e lettrici! Probabilmente questo sarà l'ultimo capitolo della mia storia, anche se è da un po' che indugio sul tasto 'completata' senza sapere cosa fare. Ho deciso di aspettare un po' prima di dare per certa la cosa, ma ho trovato comunque giusto avvisarvi.
GRAZIE A TUTTI.
El. xx

Ricomincio da te || Jack GilinskyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora