Sono passati due giorni dall'incidente. Nash è ancora ricoverato in ospedale e non ci permettono di vederlo.
'Solo parenti stretti' continuano a ripetere.
Il fratello, che a quanto pare si chiama Hayes, ha fatto trapelare qualche informazione sulle sue condizioni, ma senza dilungarsi troppo.
Jack è rintanato a casa sua e non permette a nessuno di entrare. Oggi riproverò a bussare alla sua porta sperando che mi apra. So che probabilmente è semplicemente scosso dall'accaduto, ma questa sua reazione mi preoccupa tantissimo. Come mi preoccupa Cam, che stando a quanto mi hanno detto sta attaccato alla vodka 24h su 24h. Gli altri, invece, sembrano averla presa abbastanza bene e soprattutto in modo positivo e non posso fare a meno di esserne felice. Lisa non la sento da quella notte, ma penso che nemmeno lei stia tanto bene. La sofferenza nei suoi occhi era evidente. Io dal canto mio sono abbastanza ottimista e spero nel meglio.
Nel pomeriggio mi reco da Jack. Busso, ma nessuno mi apre, mi sta ignorando come negli ultimi due giorni.
«Jack, apri» urlo cercando di farmi sentire.
Continuo a bussare imperterrita fino a quando, con mia grande sorpresa, la porta si apre. Il mio stupore diventa ancora più grande quando non mi ritrovo davanti la figura familiare di Jack, bensì una donna di all'incirca cinquant'anni che mi guarda con aria sospetta.
«Salve, c'è Jack?» vado subito al punto.
Mi sorride flebilmente e annuisce facendomi cenno di andare nella sua stanza. La porta è chiusa e 'New Divide' dei Linkin Park risuona tra le pareti.
«Jack» grido per sovrastare la musica.
Quando non ricevo risposta inizio a colpire violentemente il legno della porta. Tutta la frustrazione di queste 48 ore prende voce adesso. Le nocche mi fanno male ma continuo colpire la superficie dura. Le lacrime mi riempiono gli occhi e un singhiozzo mi spezza le urla. Ad un tratto la porta si apre rivelandomi un Jack completamente stravolto. Le occhiaie sotto gli occhi rossi e gonfi mi fanno capire che anche lui non ha dormito molto. Chiudo la porta dietro di me e mi getto letteralmente tra le sue braccia. Jack all'inizio si irrigidisce, preso di sorpresa dal mio gesto, poi però si scioglie nell'abbraccio stringendosi a me. Solo in quel momento mi accorgo di quanto mi era mancato Jack in questi due giorni di isolamento da parte sua. Mi sto affezionando troppo e la cosa mi spaventa. In genere non permetto a nessuno di oltrepassare la mia corazza, ma stranamente Jack ci è riuscito fin da subito. Ha abbattuto i miei muri soltanto sorridendo. E forse dopo tutto questo tempo ne avevo bisogno. Avevo bisogno di qualcuno che mi leggesse dentro, una costante nella mia vita incostante.
Il mio flusso di pensieri si interrompe soltanto quando ci stacchiamo e Jack unisce le nostre labbra in un bacio disperato. La sua lingua si insinua tra le mie labbra leggermente dischiuse. Rispondo al bacio e premo ancora più forte le mie labbra sulle sue. Ci guardiamo ancora negli occhi fino a che non interrompo il contatto distogliendo lo sguardo. Jack si stende sul letto ed io lo seguo accoccolandomi sul suo petto.
«Chi è quella donna che mi ha fatto entrare?» chiedo cautamente.
«Mia madre» risponde secco.
Sono tentata di chiedergli di suo padre, ma tengo a freno la lingua. Il respiro di Jack si fa regolare e mi accorgo che si è addormentato. Lo guardo. I suoi lineamenti sono così diversi mentre dorme. Non sembra il ragazzo arrabbiato con il mondo e che fa a pugni. Sembra più innocente, lo sguardo di un bambino. Gli carezzo la guancia per poi arrivare ai capelli dove mi soffermo. Jack significa così tanto per me ormai che non posso tornare sui miei passi. È diventato troppo importante.
«Jack, credo di essere innamorata di te» sussurro più a me stessa che a lui prima di chiudere gli occhi.SPAZIO AUTRICE.
Il capitolo è corto lo so e vi chiedo umilmente perdono. Il prossimo sarà decisamente più lungo, scusate ancora.
Bacioni, El.
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Ricomincio da te || Jack Gilinsky
Fanfiction"Vieni nei miei sogni stanotte, fammi compagnia. Cantami una canzone, dammi il bacio sulla fronte. Resta con me fino all'alba e, quando starai per andare via, ti prego ripensaci e resta con me"