La mattina seguente mi trovo costretta a saltare la scuola a causa del mio colloquio di lavoro. Non che non mi faccia piacere l'idea di non avere la faccia di Jack davanti tutto il giorno, ma poichè questo è il mio ultimo anno, non vorrei giocarmi la borsa di studio, ovvero la mia unica possibilità di andare al college. Nonostante Mandy abbia il turno serale, ha deciso di accompagnarmi, e il supporto morale è tutto ciò di cui ho bisogno in questo momento. Ci mettiamo in auto intorno alle 8:30 e grazie al poco traffico, nel giro di dieci minuti arriviamo a destinazione. Mi sarei aspettata un locale fatiscente e per vecchi ubriaconi, ma mi devo ricredere. L'insegna luminosa al di sopra dell'entrata a quanto pare funziona e l'interno è ancora meglio. Adesso capisco perché si chiama Blue Line: pavimenti, pareti, tutto è tinto di blu intenso. Un bancone enorme è sul lato sinistro della grandissima stanza e davanti ad esso un enorme pista da ballo. Pista da ballo? Mandy non mi aveva accennato minimamente questa cosa.
«Mandy, ma non era un bar?» domando alla mia coinquilina.
«Di giorno è un semplice bar, di notte diventa una discoteca a tutti gli effetti...non te l'avevo detto?» risponde con uno strano ghigno dipinto sul volto.
«Ehm, no» dico facendo la finta offesa.
A interrompere il nostro battibecco è un uomo sulla quarantina che a quanto pare è il proprietario del locale.
«Tu devi essere Alice, io sono Daniel, ma puoi chiamarmi Dan» si presenta.
«Salve» rispondo intimidita.
«Seguitemi nel mio ufficio» ordina facendo strada.
Dan apre una porta dietro il bancone ed entriamo. Una scrivania piena di scartoffie mi si presenta davanti.
«Allora Alice, Mandy mi ha raccontato un po' la tua situazione, implorandomi letteralmente di assumerti. Poichè una mano in più non può che far comodo, ho deciso di offrirti questo posto, ma prima devo farti qualche domanda» dice una volta accomodatoci.
«Va bene» annuisco.
Mandy, di fianco a me, mi stringe la mano quasi a infondermi forza.
«Iniziamo dalle domande base, quanti anni hai?» inizia 'l'interrogatorio'.
«Diciassette, quasi diciotto» rispondo abbastanza sicura.
«Hai mai avuto esperienze lavorative in questo campo?»
«No, nessuna» ribatto sinceramente.
«Cosa ti spinge a lavorare?»
«Ho bisogno di pagare le bollette» dico senza peli sulla lingua.
Dan sembra stupito dall'ultima risposta.
«Sai Alice, ne passano tante di persone da qui, ma nessuna è mai stata così sincera. In genere, a quest'ultima domanda, tutti rispondo con 'perchè lavorare in un bar è la mia passione' o cazzate del genere, ma in realtà lo sanno tutti che non è il sogno di nessuno lavorare in uno stupido locale. Quindi sappi che apprezzo la tua sincerità. Ah e sei assunta» confessa Dan.
Quasi non lo abbraccio per la felicità. Ho un posto di lavoro, una casa. Forse le cose si stanno rimettendo a posto.
«Grazie, Dan. Grazie davvero» gli sono davvero riconoscente.
Dan mi sorride.
«Oggi pomeriggio vieni presto, così ti insegno un po'. Fai il turno di stanotte, va bene?» dichiara poi.
Annuisco alla velocità della luce e lo ringrazio per l'ennesima volta.
Salutiamo Dan e usciamo. Appena siamo fuori, Mandy quasi mi soffoca con il suo abbraccio.
«Mandy, così non respiro!» esclamo ridendo.
Ci sciogliamo.
«Pranziamo fuori, ti va?» domanda.
«Certo» acconsento.
«Ma non ho soldi» mi ricordo sconsolata.
«Per stavolta offro io» mi fa l'occhiolino.
Ci fermiamo ad un McDonald's e il cassiere quasi mi ride in faccia quando ordino un Happy Meal.
«Un Happy Meal? Sul serio?» mi schernisce Mandy.
Le faccio la linguaccia e inizio a mangiare. Era da tanto che non andavo a un fast food.
«Stasera abbiamo il turno insieme, ma stavo pensando di accompagnarti già dal pomeriggio» esordisce.
«Se per te non è un problema, sarebbe fantastico» dico entusiasta.
Finiamo di pranzare e torniamo al locale. Ho paura di rompere qualche bicchiere di troppo.
«Perfetto, Alice, mettiti dietro al bancone. Io vado a prendere un paio di cose» dice Dan appena mi nota entrare.
Lo vedo tornare con un grembiule e una targhetta col mio nome.
«Puoi venire vestita come vuoi, l'importante sono solo il grembiule e la targhetta» mi spiega.
Il pomeriggio passa velocemente tra la preparazione di un drink all'altro e, in men che non si dica, è ora di aprire il locale. Non posso fare a meno di essere un po' nervosa, non ho mai lavorato in un posto del genere e non ho idea di cosa mi aspetti. Nonostante abbiamo aperto alle sette, è verso le dieci che le persone iniziano ad arrivare, ma la folla non è ingestibile. Il sabato sera questo posto dev'essere una vera e propria giungla. Mandy mi aiuta ad evitare di fare errori e grazie a lei riesco a tirare avanti. Intorno a mezzanotte il bar si riempie ancora di più e mi stupisco del fatto che così tante persone riescano a stare l'una appiccicata all'altra senza esaurirsi dopo due secondi e mezzo. Alzo lo sguardo alla pista da ballo e per un momento sono invidiosa. Invidiosa dell'adolescenza che stanno vivendo e che a me è stata rubata. Invidiosa delle coppiette felici data la mia storia appena terminata male. Invidiosa di tutto ciò che hanno che io non ho potuto avere. In qualunque caso, non posso distrarmi e mi rimetto subito al lavoro. Le ordinazioni arrivano a raffica l'una dopo l'altra e, mentre cerco di non sbagliare tutto, tengo anche a bada i "bulldozer" davanti a me. Con qualche dritta di tanto in tanto me la cavo piuttosto bene e riesco a non fare casini. Dopo però un paio d'ore di questa routine, il peso della notte si fa sentire e i miei occhi si appesantiscono.
«Mandy, c'è del caffè?» chiedo avvicinandomi.
«C'è sempre del caffè durante il turno di notte» dice porgendomi la brocca piena.
L'iniezione di caffeina mi dà la carica necessaria per tirare avanti diverse ore, fino a quando non finisce il turno. Alle cinque di mattina finalmente possiamo smontare e andare a casa e, dopo aver salutato Dan, ci mettiamo in auto dirette verso casa.
«Wow» è tutto ciò che riesco a dire.
«Come ti è sembrato?» domanda Mandy.
«Non mi ha fatto una cattiva impressione, anzi. Dan mi è già simpatico» rispondo allegra.
«Ah, volevo informarti che tutti i tuoi turni saranno di notte, a causa della scuola. Quando hai qualche compito in classe o interrogazione basta che lo comunichi a Dan e ti farà andare via prima» mi informa mentre parcheggiamo.
Una volta nell'appartamento mi butto a peso morto sul letto, con la consapevolezza che potrò dormire solo poche ore.
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Ricomincio da te || Jack Gilinsky
Fanfiction"Vieni nei miei sogni stanotte, fammi compagnia. Cantami una canzone, dammi il bacio sulla fronte. Resta con me fino all'alba e, quando starai per andare via, ti prego ripensaci e resta con me"