Capitolo ventisette.

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«Accogliamo con un grande applauso, il campione Jack The Mad!» urla la voce dell'organizzatore.
'Jack The Mad'? Dovremo parlare anche di questo soprannome ridicolo.
Il pubblico esplode in un boato appena la-ragione-per-cui-sono-in-questo-posto-sudicio fa capolino sul ring.
«E lo sfidante Asher Milton!» continua il ragazzo sul palco.
Quando entra Asher, riesco a sentire solo fischi e insulti. Reprimo un sorriso e mi focalizzo sulla scena davanti a me.
L'incontro comincia. Il primo a sferrare pugni è l'avversario, ma Jack riesce a schivarli tutti. Poi tocca a lui. Assesta un pugno sull'occhio e un altro sulla mascella, facendo barcollare lo sfidante. Approfittando di questo momento, lo prende alla sprovvista e gli sgancia un destro sullo zigomo. L'altro prova a proteggersi, ma Jack è più forte e più veloce. L'avversario prova a colpire Jack nello stomaco, per capovolgere la situazione, ma per l'ennesima volta lo manca. Non era mai successo: dall'inizio dell'incontro, il mio ragazzo non è stato colpito in nessun modo. Va avanti così per un bel po', fino a quando Jack non riesce a sganciare un sinistro sul naso dello sfidante, che inizia immediatamente a sanguinare. Credo che gliel'abbia rotto. E nel giro di pochi secondi, Jack gli è sopra e lo colpisce ripetutamente sul viso. Quello che si può definire "arbitro", lo stacca dall'avversario e gli alza il braccio, in segno di vittoria.
È successo tutto talmente velocemente che per un attimo sono sconcertata. Poco dopo mi riprendo e, spingendo un po' di gente, riesco a farmi spazio e corro ad abbracciarlo. Non mi interessa se è sudato o se sulle mani ha il sangue dell'altro combattente, voglio soltanto stringerlo e non lasciarlo andare.
«Come hai fatto? Non ti ha colpito nemmeno una volta» gli chiedo guardandolo negli occhi.
«Tu eri la mia motivazione. Tu sei la mia motivazione» risponde sicuro. 
Lo attiro a me e lo bacio come mai prima d'ora. Lo bacio per tutte le volte che avrei voluto ma non ho potuto, lo bacio per colmare la distanza di queste settimane, e lo bacio per riempire anche in piccola parte un vuoto che ho dentro da quando è uscito dalla mia vita. Ci stacchiamo senza fiato, e mi rendo conto che le persone intorno a noi hanno iniziato a fischiare, dobbiamo aver offerto un gran bello spettacolino. Jack mi sorride, consapevole del fatto che io sia imbarazzatissima.
«Mi era mancato il tuo arrossire per qualsiasi cosa» mi prende in giro facendomi avvampare ancora di più.

Mi prende per mano e mi porta agli spogliatoi improvvisati.
«Campione! Gran bel combattimento, ma la prossima volta incassa qualche colpo» parla un uomo che non conosco.
«Non è colpa mia se sul ring mi porti sempre delle mezze seghe» ribatte a tono Jack, stringendo la mascella.
La tensione è alle stelle.
«È stata colpa mia» parlo «abbiamo fatto una sorta di scommessa, non è qualcosa che si ripeterà» invento una scusa.
L'omone burbero annuisce e va via, ma non prima di aver scoccato un'occhiataccia a Jack.
«Non devi pararmi il culo» sussurra avvicinandosi.
«Non sto parando il culo a nessuno, cerco solo di limitare i danni» chiarisco.
Non voglio che Jack si faccia male o si metta contro le persone sbagliate, e il giro degli incontri clandestini non è di certo composto da gente per bene.
«E un grazie sarebbe gradito» sbotto.
Per tutta risposta, Jack si avventa su di me per baciarmi. Aspetta che schiuda appena le labbra e mi infila la lingua in bocca, intrecciandola con la mia. Ho bisogno di sentirlo piú vicino. Faccio scontrare i miei fianchi contro i suoi e lo sento gemere. Mi solleva prendendomi per le natiche e facendomi avvolgere le gambe intorno al suo bacino, mentre un familiare calore nel basso ventre inizia a farsi sentire.
«Questo va bene come ringraziamento?» mormora sensuale nell'orecchio.
Il mio stomaco sta attualmente ballando la samba e la sua evidente erezione non migliora la situazione.
«Puoi fare di meglio» lo stuzzico.
Prende a baciarmi sul collo, mentre il mio respiro si fa sempre piú pesante. Si sofferma poi su un punto sensibile e inizia a succhiare, senza farmi troppo male. Nessuno mi ha mai 'marchiata' prima d'ora, e in un certo senso sono contenta che Jack sia il primo.
«Andiamo a casa» esordisce il moro mettendomi giú, non prima di aver completato la sua 'opera'.
Una volta presa la maglietta e il borsone, usciamo. La moto di Jack parcheggiata fuori dal locale mi fa sorridere, forse davvero tornerà tutto come prima.
«Ti ricordi ancora come si sale su una moto?» chiede Jack mentre mette in moto.
«Si, stupido» dico saltanto in sella.
Mi stringo forte a lui, inspirando a lungo il suo profumo. Sa sempre di buono.

«Siamo arrivati, puoi smetterla di stringerti a me» mi sussurra Jack.
«Altri cinque minuti» mormoro.
Rimaniamo in quella posizione per un po' e, dopo settimane, mi sento bene per davvero.
«Ti amo, Alice» esordisce all'improvviso.
Non riesco a dire nulla. Non mi aspettavo che ci sarebbe voluto così poco ad abbattere le sue barriere.
«Mi ricordo all'inizio, quando ancora non sapevo di cosa si trattasse, se fosse amore o stessi provando qualcos'altro. Ma ti pensavo in continuazione, eri in ogni mio gesto. Stavo attento a non innamorarmi, ma sei comparsa all'improvviso con il tuo sorriso dolce e quel culo niente male e...mi hai completamente fottuto il cervello» dichiara tutto d'un fiato.
Per la seconda volta resto senza parole.
«I-io-» comincio.
«Puoi anche non dire nulla, mi sono comportato da perfetto stronzo. Non mi stupirei se mi mandassi a fanculo» dice con un sorriso amaro.
Queste sue parole mi fanno scattare.
«Come puoi pensare una cosa del genere? Come? Ho passato l'inferno in quest'ultimo mese, la tua mancanza mi faceva male fin dentro le ossa. E sì, ti sei comportato da coglione, ma rimani l'ultima persona a cui vorrei dire addio. Quindi, non ti azzardare mai più a dubitare che ti ami, okay? Non devi asso-» vengo interrotta per la seconda volta.
Ma a zittirmi sono le labbra di Jack posate sulle mie. E Dio, vorrei essere messa a tacere così tutto il tempo. I suoi movimenti lenti ed esperti mi mandano in estasi i sensi, ma voglio di più.
«Ti va di entrare?» domanda malizioso Jack.
«Assolutamente sì» rispondo ancora con il fiato corto.

SPAZIO AUTRICE.
Salve lettori e lettrici! Avete il diritto di prendervela con me per non aver aggiornato per più di un mese, ma ho avuto una sorta di blocco. Adesso sono riuscita a trovare l'ispirazione e non vedo l'ora di scrivere il capitolo successivo che, vi anticipo, sarà decisivo. Detto questo non posso fare altro che ringraziarvi, ma non prima di avervi segnalato le altre mie due storie: 'ten hours' su Jacob Whitesides e 'got me goin' mad' su Cameron Dallas.
Un bacio, El.xx

 

Ricomincio da te || Jack GilinskyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora