Sono piegata sulle ginocchia, mi sto spezzando lentamente. Ho perso anche la mia ultima speranza e mi sento prosciugata. Nonostante ciò riesco ad alzare lo sguardo e a guardare quella donna negli occhi. Ormai non è più degna di essere chiamata madre. Sono arrivata ad un limite di sopportazione, non mi sorbirò più le sue cazzate. Mi ha rovinato la vita, mi ha impedito di godermi la mia adolescenza. Solo grazie a Jack sono riuscita ad uscire da questo circolo vizioso e non ho intenzione di buttare via la mia felicità. E per la prima volta nella mia vita scelgo me.
«Devi andartene» dico fredda.
L'uomo accanto a mia "madre" inizia a rendersi conto della situazione e, grazie al cielo, se la svigna rapidamente.
«Non puoi cacciarmi da casa mia» ride sguaiatamente.
«Si, hai ragione, non posso. Me ne vado io» esordisco pacatamente.
Non ho intenzione di sgolarmi con lei. Non merita nemmeno le mie urla.
Velocemente mi ricompongo e salgo al piano di sopra seguita da Jack. Chiudo a chiave la porta della mia stanza e inizio a riempire un borsone con tutti gli effetti personali. Non riesco a credere che dopo tanti anni abbia avuto il coraggio di mandare mia madre a farsi fottere. Un senso di pienezza si diffonde nel mio petto, nonostante adesso non sappia cosa fare nè dove andare. Quella donna non vale più niente per me. Preferisco pensare che sia morta quella notte e che la donna di adesso sia solo una persona che le somiglia fisicamente. Perchè la mia mamma mi amava e avrebbe dato la sua stessa vita per me.
«Ho preso tutto, andiamo» dico con voce solenne.
Jack annuisce e si mette il mio borsone sulla spalla. Scendiamo le scale e mia madre sta ancora sul divano.
«Chiamerò gli assistenti sociali» urla.
«Sai Mary, non penso ti convenga visto che andresti in prigione. Quindi se non vuoi marcire in una cella ti conviene tenere chiusa quella fogna» rispondo chiamandola con il suo nome.
«Non hai le prove» sputa con ribrezzo.
«Ma ha un testimone» interviene Jack.
Reprimo un sorriso. Sembra che queste ultime parole l'abbiano lasciata di stucco, così ne approfitto e usciamo. Recupererò le ultime cose in questi giorni, poi non metterò più piede in questa casa.
Carichiamo il borsone in macchina e sfrecciamo diretti verso casa di Jack. Mi sento stanchissima nonostante siano solo le 12. Ho perso tutte le energie. Ma soprattutto so che dovrò spiegare la situazione al mio ragazzo e la cosa mi spaventa.
«Per il momento non ti chiedo nulla» dice Jack appena entriamo in casa.
«Grazie Jack, davvero»
Non ci sono parole per esprimere la gratitudine che provo nei suoi confronti.
«Mi toglierò presto tra i piedi, il tempo che trovo un appartamento» continuo.
Non ho intenzione di fargli pesare le mie scelte.
«Alice, per quanto mi riguarda puoi rimanere anche per sempre» mi guarda negli occhi.
Ricambio lo sguardo e lo bacio. Forse la clinica non era affatto la mia ultima speranza, la mia ultima speranza si chiama Jack e ce l'ho davanti.
«Jack io, c-credo di starmi innamorando di te» titubo.
Il ragazzo si irrigidisce e non posso fare a meno di essere preoccupata. Forse non ricambia i miei sentimenti, o forse è spaventato.
«Alice, io..io non sono giusto per te. Tu sei una brava ragazza, vai bene a scuola e riesci a barcamenarti tra la tua vita incasinata e tutto il resto. Io, invece, sono un disastro, l'opposto. Provoco spesso risse e faccio a pugni a degli incontri clandestini. Fatico persino nel controllare la rabbia. Ma il punto è che adesso mi trovo nella tua stessa situazione e non so come si torna indietro» esordisce di getto.
«Non si può tornare indietro» dico.
«Prima di fare qualsiasi cosa ho bisogno di sapere che in questo casino ci sei anche tu. Posso combattere contro il mondo intero con una mano se solo tu mi stringessi l'altra»
Le parole di Jack mi fanno commuovere e le lacrime, che dopo oggi credevo do aver prosciugato, sgorgano dai miei occhi. Io e Jack ci abbracciamo così forte che è come se diventassimo una cosa sola.
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Ricomincio da te || Jack Gilinsky
Fanfiction"Vieni nei miei sogni stanotte, fammi compagnia. Cantami una canzone, dammi il bacio sulla fronte. Resta con me fino all'alba e, quando starai per andare via, ti prego ripensaci e resta con me"