Capitolo sei.

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L'ansia si fa spazio in me e non posso fare a meno di essere preoccupata per Jack. E se gli succedesse qualcosa? Ho comunque accettato di andare con lui all'incontro perchè non riuscirei a stare a casa con le mani in mano in attesa del suo ritorno. E soprattutto senza sapere il suo stato. Nel giro di poco tempo si fa ora di andare e ci troviamo costretti a saltare in moto. Il viaggio non è rilassante come quello di prima, anzi. Il silenzio è sovrano e avverto il nervosismo di Jack dal suo respiro leggermente irregolare. Gli accarezzo la schiena nel tentativo di calmarlo, ma non sembra servire a qualcosa. Arriviamo davanti ad un locale, molto diverso da quello dell'altra volta. L'insegna luminosa ha solo due lettere illuminate e sembra quasi che possa cadere da un momento all'altro. Intorno all'entrata ci sono diversi individui ubriachi che non sembrano affatto brave persone. Jack mi prende la mano e me la stringe.
«Ehi amore» mi fa uno del gruppo di ubriaconi.
Vedo Jack che serra la mascella.
«Come scusa?» chiede Jack fermandosi all'improvviso.
La rabbia nella sua voce è palpabile.
«In realtà parlavo con lei» biascica sempre l'uomo.
«Vuoi dire con la mia ragazza?» ribatte.
È una provocazione bella e buona. Io e Jack siamo rimasti di spalle e forse avremmo dovuto girarci perchè lo sconosciuto prova ad attaccare il ragazzo da dietro. Fortunatamente Jack ha degli ottimi riflessi così che si gira e ferma il suo braccio che impugna una bottiglia rotta. Rapidamente lo spinge e l'uomo cade inerme sul ruvido terreno. Mi stringo a Jack che mi avvolge con le sue forti braccia e solo in questo momento mi accorgo che sto tremando. Sempre abbracciati entriamo finalmente nel locale e Jack si dirige subito verso il bancone dove troviamo Nash che probabilmente ci stava aspettando. Ci saluta calorosamente e poi ci spedisce in una stanza dove Jack si può cambiare.
«Ho deciso di non assistere all'incontro» gli dico mentre si toglie la maglietta.
Sono ancora scottata dall'esperienza dell'altro incontro che mi ha letteralmente lasciata senza parole.
Jack annuisce in risposta e si avvolge le mani con una strana garza. Gli faccio uno sguardo interrogativo.
«Le ferite non sono ancora guarite» risolve i miei dubbi.
È quasi pronto ed è quasi ora. L'ansia sale notevolmente. Jack si siede accanto a me ed io gli massaggio le spalle per farlo rilassare. All'improvviso ribalta la situazione in modo tale che io mi trovo con la schiena contro la panca e lui sopra di me. Per non pesarmi si regge sui gomiti e mi guarda intensamente negli occhi. E poi mi bacia. È dolce, ma allo stesso tempo disperato. Seguo i suoi movimenti e inizio a giocare con i capelli dietro la sua nuca. Inizio ad avvertire anche uno strano calore nel basso ventre, ma non ho idea di cosa sia. Quando siamo entrambi senza fiato ci stacchiamo. Le labbra di Jack sono leggermente arrossate e i suoi capelli scompigliati. Non mi capacito del fatto che rimanga comunque bellissimo.
«È quasi ora» mi sussurra in un orecchio.
Mi risveglio dal mio stato di trance e gli lascio un bacio a stampo prima che lui si tolga da sopra di me. Inizia a fare dei movimenti strani con le braccio che immagino siano per riscaldarsi un po' e io non posso fare a meno di ridere. Jack si unisce a me ed il suono delle risate riempie l'aria.
«Jack è ora» irrompe Nash.
Jack gli fa un cenno e Nash esce rapidamente dalla stanza.
«Il bacio della buona fortuna non me lo dai?» chiede Jack con un sorriso sornione dipinto in volto.
Mi giro verso di lui e gli lascio un bacio a stampo. Non contento, mi prende per la vita e mi attira a sè in un bacio appassionato. Ed esce.
Durante l'attesa il mio stomaco non fa altro che contorcersi e mi torturo le mani. E se gli succedesse qualcosa? Adesso sono combattuta tra il rimanere qui o andare a vedere come procede la situazione. Opto per la sbirciatina e mi addentro nella mischia di persone sudate. Riesco a malapena a vedere o due ragazzi. Quasi svengo quando noto che Jack perde sangue dall'ochio. Dal canto suo l'avversario non è che stia messo tanto meglio. Ha un profondo squarcio sul labbro e un altro sul sopracciglio. Da questo capisco che Jack sta vincendo e la mia preoccupazione di dissolve un po'. Adesso devo fare attenzione a non farmi vedere da Jack, non vorrei mai che si distraesse per colpa mia e perdesse l'incontro insieme a tutti i soldi. Con la stessa silenziosità di prima mi faccio spazio tra le persone e ritorno dov'ero. Adesso devo solo aspettare un po'. L'attesa adesso e più sopportabile, non ho più quel peso sul petto che sembrava insopportabile. Nel giro di quindici minuti sento urla e fischi e capisco che l'incontro è finalmente finito.
Sento dei passi e capisco che sta arrivando Jack. Appena apre la porta gli salto letteralmente addosso. Per tutta risposta lui sorride. È messo abbastanza male, l'occhio perde ancora sangue.
«Com'è andato l'incontro?» chiedo mentre prendo il kit di pronto soccorso.
«Ho vinto, ma l'avversario picchiava duro»
Inizio a pulirgli l'occhio e Jack sussulta un po'. Deve far parecchio male. Fortunatamente il labbro non è rotto.
«Ragazzo non ne perdi uno» dice entrando Rafael.
Jack fa un sorriso tirato e prende i soldi. I due si stringono la mano e Rafael va via.
Abbraccio di nuovo Jack ed insieme usciamo. Troviamo Nash al bancone che si sbraccia. Rido leggermente. Una volta sulla moto, noto che non stiamo percorrendo la strada di sempre. Ne ho la conferma quando ci fermiamo davanti una discoteca. Chi da tutta questa forza a Jack?
«Ci stanno aspettando» sussurra Jack cingendomi il fianco.
Varchiamo l'uscio e tutto ciò che riesco a vedere è un mucchio di corpi sudati. Jack mi dirige verso un tavolo dove trovo tutti, persino Lisa, la ragazza di Nash. Si congratulano tutti con Jack per la vittoria e ordinano da bere. Alcuni di loro sono già andati al secondo giro di shots e iniziano a biascicare qualcosa di insensato. Sono davvero divertenti. Jack sembra invece reggerlo davvero bene, ma sta esagerando.
«Jack, vacci piano» gli dico.
So che ha avuto una giornata davvero lunga, ma non può affogare tutte le preoccupazioni in questo modo. Jack però non sembra avere intenzione di ascoltarmi. Infatti, ordina un altro giro di shots e li beve velocemente uno dietro l'altro.
«Andiamo a ballare» mi sussurra suadente nell'orecchio.
Sto per rifiutare, ma Jack è più veloce di me, quindi mi prende per un braccio e mi trascina in pista. Nonostante non abbia voglia di ballare, glielo concedo ed iniziamo a muoverci insieme. Lui sta dietro di me, che sto ondeggiando i fianchi e segue il mio ritmo. Quando posa le labbra proprio sotto il mio orecchio mi irrigidisco.
«Piccola, rilassati» mi dice accorgendosene.
Faccio come mi dice e oddio, la sensazione che sto provando è bellissima. Sento un calore strano nel basso ventre. Mi giro verso Jack, interrompendolo nel tentativo di farmi un succhiotto, e lo bacio. È stato un gesto completamente impulsivo ed è questo che lo rende bellissimo. Stringo Jack il più forte possibile e lo lascio solo dopo un minuto buono. Ritorniamo al tavolo dagli altri che sono completamente andati, e sento che anche Jack mi sta abbandonando. Ha gli occhi lucidissimi ed è attaccato ad una bottiglia di vodka.
Vedo Lisa, sul divano un po' più distante che sta reggendo Nash che fatica ad alzarsi. Le faccio un sorriso rassicurante e penso che anche io dovrei aiutare Jack. L'unico rimasto sobrio del gruppo è Shawn. Oddio sobrio è un parolone, diciamo che si regge in piedi.
«Ti occupi tu di loro?» gli chiedo.
Annuisce e mi sorride. Strappo di mano la bottiglia a Jack e lo aiuto ad alzarsi. A fatica lo trascino all'auto di Nash. Prima ci ha dato il permesso di usarla, quindi credo di poterla prendere in prestito. Jack non è assolutamente in condizione di guidare, quindi lo posiziono sul sedile del passeggero, per poi mettermi al volante. Ho preso delle lezioni guida, una volta. Ho anche la patente, quindi dovrei essere in grado di riportarci a casa. Guido un po' a singhiozzi, devo ammettere che ho paura.
«Guidi così male che persino io che sono ubriaco me ne sono accorto» biascica Jack prendendo un altro sorso di vodka.
Vodka? Ma non gliel'avevo presa? E poi ha intenzione di collassare per il troppo alcool?
«Grazie, Jack. Adesso posa la vodka» gli dico con tono fermo.
Per tutta risposta lui continua a bere. È ancora più testardo quando è ubriaco. Arriviamo finalmente a casa sua ed io caccio un sospiro di sollievo. Trascino Jack fino al piano di sopra, nella sua stanza e lo metto sul letto. Credo che con questi vestiti starà abbastanza scomodo, così inizio a spogliarlo. Mentre sto per togliergli la maglia la sua mano mi ferma.
«Ehi, ehi ho una ragazza io» e lentamente chiude gli occhi.
Non posso fare a meno di sorridere con un ebete. Mi stendo sul letto anch'io e cado in un sonno profondo ispirando il suo profumo.

SPAZIO AUTRICE.
Vi chiedo umilmente scusa per aver aggiornato così tardi, ma davvero tra scuola, saggi e tutto non ho avuto tempo. Spero di riuscirmi a far perdonare con questo capitolo.
Alla prossima, baci El.

Ricomincio da te || Jack GilinskyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora