Capitolo ventinove.

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Un raggio di sole incredibilmente fastidioso, mi fa rinvenire dal mio sonno profondo. Apro lentamente gli occhi e davanti mi ritrovo la figura di Jack, beatamente addormentato. Ha la bocca semi aperta, il respiro è regolare. Sembra quasi un'altra persona, così rilassato, senza quella sua espressione perennemente corruciata. Resto a contemplarlo per un po', poi provo ad alzarmi. Il dolore lancinante che mi colpisce all'improvviso mi impedisce di compiere qualsiasi movimento, il mio corpo è tutto indolenzito. Sbuffo, pensando a quanto sarà lunga questa giornata.

A interrompere il mio flusso di pensieri sono delle labbra che si posano sul mio collo. Volto la testa con un sorriso sul volto, sapendo fin troppo bene di chi si tratta. Con i capelli arruffati e le occhiaie è ancora più bello, se possibile. Quasi mi chiedo come, tra tutte le ragazze, abbia potuto scegliere me. Cos'ho di speciale? Ho alle spalle una famiglia disastrata, una vita difficile ed esteticamente sono abbastanza comune. Eppure c'è qualcosa di più forte a legarci, che ci tiene insieme come calamite.

«Buongiorno Amore» esordisce piano con voce roca.
«Buongiorno» rispondo sorridendo.
Si avvicina per baciarmi, ma lo scanso.
«Scordatelo»
«Perchè?» mi chiede confuso mettendo il broncio.
«Non ti bacerò con l'alito pesante mattutino» rispondo sicura.
Per tutta risposta Jack inizia a ridere, anche in maniera molto sguaiata. Adesso sono io a guardarlo interrogativa.
«Mi stai dicendo che non era una battuta?» domanda asciugandosi le lacrime.
Aveva qualche dubbio?
«Assolutamente no» dico sicura.
Jack alza le mani in segno di resa. Annulla la distanza tra i nostri corpi, attirandomi a se. Il suo possente braccio intorno alla mia gracile vita, mi fa sentire protetta come sotto l'ala di un volatile.
«Vorrei poter restare tutto il giorno così» sussurro.
«Possiamo farlo, se vuoi» mormora a sua volta Jack.
La sua proposta mi alletta davvero tanto, ma non posso assolutamente chiedere per l'ennesima volta a Mandy di coprirmi al lavoro.
«Stanotte sono di turno» sospiro pesantemente.
Jack si passa una mano sul viso.
«Puoi lasciarlo quel lavoro, Alice. Puoi tornare a stare da me» esordisce convinto.
Ma io non sono così sicura.
«Jack, voglio fare le cose con calma questa volta. Con il tempo ho capito che bruciare le tappe non va bene» dico accarezzandogli il viso.
«Come vuoi, ma ti prometto che non sarò più una testa di cazzo» afferma.
La sincerità nei suoi occhi è evidente, ma non me la sento di fare un passo così importante.
«Qualcosa mi dice che non manterrai la tua promessa» lo prendo in giro.
Un ghigno malefico si fa spazio sul volto di Jack.
«È guerra?» domanda.
«Può darsi» rispondo fingendo indifferenza.
In un millesimo di secondo, le mani del moro di fianco a me si insinuano sui miei fianchi e incomincia a farmi il solletico.
Io odio il solletico!
Sto ridendo talmente forte che lo stomaco mi fa male e sto iniziando a lacrimare.
«Basta, ti prego!» esclamo.
«Solo se mi dai un bacio» mi ricatta.
«Ti ho appena detto come la penso sull'alito mattutino» gli faccio notare.
«Perspicace» mi schernisce.
«Sei proprio uno stronzo» ribatto dandogli un pugno sul petto.
Ricomincia a muovere le dita sui miei fianchi. Sono costretta ad arrendermi.
Mi avvicino ed unisco velocemente le nostre labbra in un bacio casto.
«E quello cos'era?» chiede Jack con un sopracciglio alzato.
«Un bacio» rispondo innocentemente.
«Oh no, cara, non la passi liscia» dice afferrandomi nuovamente per i fianchi.
Provo ancora a dimenarmi ma senza successo, è troppo forte per me.
«Devo proprio?» mi arrendo.
Jack annuisce, mentre io caccio un lungo sospiro.
«Sappi che sarà un bacio pieno di odio» lo avviso assottigliando lo sguardo.
Si limita ad un risata.
Poso le mie labbra sulle sue, le nostre lingue si intrecciano e quasi mi dimentico di tutto.
«È stato così male?» chiede innocente Jack una volta che siamo staccati.
«Mmh, forse potrei quasi abituarmi al tuo alito che sa di topo morto» lo prendo in giro.
Jack mette su una finta faccia ferita che fa allargare il mio sorriso.
«Che ne sai di cosa sa un topo morto?» chiede poi fintamente confuso.
Inizio a ridere talmente forte che a momenti rischio un attacco di cuore.
«Ti odio» dico tra le risate.
«Idem» risponde rubandomi un bacio.
Restiamo ancora un po' nel letto, ma poi arriva veramente il momento di alzarsi.
Non ho però calcolato un particolare abbastanza importante: i miei vestiti sono sparsi per la stanza. Prendo il piumone e me lo avvolgo intorno al corpo ma, proprio nel momento in cui sto per lasciare il letto, sento qualcosa che mi trattiene.
Mi giro e trovo Jack che afferra il piumone-vestito.
«Cosa fai?» mi chiede con un ghigno che non promette nulla di buono.
«Mi sto alzando, mi sembra ovvio» ribatto accigliata.
«Intendo con il piumone, perché sei diventata un involtino?» domanda ancora.
«I miei vestiti sono sparsi per la stanza» rispondo ovvia.
«Non c'è niente sotto quel piumone che io non abbia già visto» esordisce tirando ancora.
Dopo un po' di resistenza capisco che il mio piano è fallito miseramente e che dovrò sfilare nuda davanti a Jack per andare a farmi una doccia.
Sbuffo pesantemente, borbottando qualcosa di brutto su Jack e mi alzo.
Il contatto con le piastrelle fredde del pavimento mi fa rabbrividire leggermente. Cammino in punta di piedi il più veloce possibile, avvampando, e mi chiudo in bagno.
«Grazie per lo spettacolo!» urla il moro dall'altra stanza.
Lo mando a fanculo mentalmente e mi infilo sotto la doccia. Col calore la pressione nel basso ventre sembra diminuire e quasi mi scrollo di dosso tutta la stanchezza. Resto sotto il getto d'acqua un bel po' prima di avvolgere il mio corpo in un asciugamani.
«Jack, mi porti l'intimo?» grido sperando che mi senta.
Dopo pochi minuti lo vedo comparire dalla porta con i miei vestiti.
«Non ti conviene urlare queste cose, qualcuno potrebbe sentirti» avvisa sorridendo sghembo.
«Qualcuno tipo chi?» chiedo confusa.
«Tipo i ragazzi che adesso sono in salotto» rivela ridendo.
«Che cosa?» domando tra l'arrabbiato e lo stupito.
Jack si dilegua prima che io possa picchiarlo e nuocergli gravemente alla salute.
Sospiro frustrata e inizio a vestirmi, nonostante non abbia il coraggio di affrontare il gruppo dopo l'accaduto.
Esco e mi incammino lentamente, molto lentamente, in salotto.
Appena varco la soglia della stanza, fischi e applausi partono improvvisamente.
Mi faccio bordeaux e cerco di coprirmi il viso con i capelli per non farlo notare. Fortunatamente Jack si posiziona accanto a me e mi stringe la mano, quasi a infondermi coraggio. Noto la figura di Lisa che si avvicina a noi.
«Non riuscite proprio a stare lontani voi due, eh?» domanda retorica sorridendo.
Jack mi attira a sè, tra le sue braccia, e mi sento a casa.

SPAZIO AUTRICE.
Buonasera gente! Lo so, vi ho fatto aspettare un po', ma mi perdonate, vero?
Grazie sempre a chi legge, commenta e vota la storia, siete la mia gioia!❤
A presto, El. Xx

Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: May 03, 2016 ⏰

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