𝐎𝐍𝐈𝐑𝐈𝐐𝐔𝐄
© 𝗅𝖺𝗉𝗂𝗅𝗅𝗐𝗌san's pov
Erano trascorsi esattamente cinque giorni dal momento in cui la sua vita si era ribaltata da cima a fondo.
Quando avevano letto il suo nome, sulla piattaforma del distretto, San era rimasto immobile. L'intera piazza si era girata verso di lui, qualcuno gli aveva dato delle spinte sulle spalle per incitarlo ad andare avanti, la madre e il fratello minore gli avevano rivolto uno sguardo disperato. Ma lui non aveva mosso un solo arto.
Si sarebbe preso a pizzicotti fino alla fine della sua esistenza per provare che fosse solo un incubo.
I primi due giorni ci aveva confidato con tutto se stesso; ma poi, il terzo, il suo mentore era venuto a conoscerlo; il quarto aveva salutato con espressione mentalmente incosciente la sua famiglia ed era salito sul treno diretto alla capitale; il quinto, cioè in quel momento, era seduto su una delle panchine della sala di allenamento a fissare un punto indeterminato sulla parete davanti a lui.
Il suo mentore, Zuho, era un ex militare della guardia di Panem. Non c'erano domande, perciò, su come avesse fatto a vincere i giochi, due anni prima. Era un tipo strano, uno di quelli con la guerra scritta in fronte: all'inizio ne era rimasto intimorito, ma col tempo si era rivelato un ottimo maestro di strategie e segreti. San era grato che non si fosse dato all'alcol come la maggioranza dei vincitori passati – che cercavano di affondarci i traumi subiti dall'arena – sarebbe stato difficile imparare qualcosa da lui, altrimenti.Però sì, era strano. Quando si erano incontrati San aveva chinato la testa in segno di educazione e si era presentato cordialmente, mentre lui l'aveva squadrato dalla testa ai piedi e aveva esordito solamente con «È la 89esima edizione. Cerca di diventare tu il mentore della 90esima. Questa roba è faticosa.», poi si era seduto sulle poltrone della caffetteria del treno e aveva ordinato un Brandy. San l'aveva guardato estereffatto, non cogliendo in tempo l'ironia, ma poi lui era scoppiato a ridere e la situazione si era risollevata. Avrebbe ricordato quel giorno per anni, se solo ne avesse avuti ancora molti da vivere.
Scosse la testa quando si accorse che stava sorridendo con lo sguardo puntato contro una parete grigia. C'era da ammettere che l'ironia di Zuho - insieme alle dolci parole di Areya, la stilista a cui lo avevano affidato - erano l'unica cosa a tenerlo ancora in piedi. Oltre alla sua famiglia, certo. L'unica luce in fondo al tunnel sarebbe stata tornare a casa pieno di fortune e risollevarla dalla miseria, ma sapeva che ciò era un miracolo a cui poteva solo aspirare.
Non era un favorito, un ex soldato o nessun altro che potesse avere un vantaggio nei giochi. Un abitante tipico di un distretto come il suo poteva solo sperare di non essere ucciso malamente, avere una morte dignitosa e magari essere pianto da qualcuno. Niente di più, pensò San.
Momenti del genere si moltiplicavano man mano che il grande giorno si avvicinava, perciò ogni tanto cercava di risollevarsi il morale ed elencarsi mentalmente almeno un paio di caratteristiche positive che avrebbero potuto dargli una chance. Dopotutto provenire dal distretto 7, che per molti significava solo boschi e legname, aveva i suoi contro, ma anche i suoi pro. Così, anche in quel momento, cercò di ripassarle.
Era alto. Aveva una buona stazza, ereditata dal padre. Non era particolarmente veloce, ma sicuramente più della maggioranza. Sapeva orientarsi facilmente. Aveva una discreta mira. Sapeva maneggiare la maggior parte delle armi. Conosceva come lavorare la legna e fabbricarsi oggetti di qualsiasi tipo. Ma il suo punto forte erano le piante: sapeva distinguerne a migliaia servendosi solo dei propri sensi. Una vita passata tra arbusti, alberi e cespugli, unita alle lezioni della scuola nel distretto avevano dato i propri frutti. Ed era risaputo che, nell'arena, una sola bacca sbagliata poteva essere il game over definitivo anche per il più scaltro dei combattenti. Lui mirava ad essere quella bacca sbagliata.
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₊ ⊹ rend the doll
Fanfictioncompleta ⋆ «come si dice tesoro, in francese?» «non lo so, 𝘤𝘩𝘦̀𝘳𝘪𝘦?» «vorrei tanto tagliarti la gola, 𝘤𝘩𝘦̀𝘳𝘪𝘦.» WOOSAN, ✶ hunger games au © 𝗹𝗮𝗽𝗶𝗹𝗹𝘄𝘀 11.06.𝟤𝟥 - #5 𝘪𝘯 𝘩𝘶𝘯𝘨𝘦𝘳 𝘨𝘢𝘮𝘦𝘴 29.12.23 - #7 𝘪𝘯 𝘢𝘵𝘦𝘦𝘻