𝟎𝟏.

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𝐃𝐄𝐕𝐎𝐈
© 𝗅𝖺𝗉𝗂𝗅𝗅𝗐𝗌

san's pov

Il sesto giorno San si svegliò succube di una terribile emicrania. Si maledisse più volte mentre indossava la divisa da combattimento: quello era proprio l'ultimo giorno in cui essere indisposto. In poco meno di due ore avrebbe finalmente, o forse purtroppo, incontrato gli altri tributi. Si sentiva intimorito ma al contempo estremamente curioso di conoscere le loro abilità.

Lui aveva già preso la sua decisione: si sarebbe limitato ad osservare. Nelle prossime occasioni non avrebbe preso in mano nè una lancia nè una spada, tantomeno avrebbe mostrato le sue preziose conoscenze botaniche. Si sarebbe dedicato ai suoi punti forti solo nel tardo pomeriggio, quando i tributi avrebbero avuto la possibilità di ritirarsi col proprio mentore per riprendere gli allenamenti individuali. In pubblico, invece, avrebbe continuato con la lotta corpo a corpo e qualche lancio, ma senza esagerare. Il motivo era semplice, gli alleati erano una perdita di tempo. A dirla tutta, non voleva nemmeno mostrare nulla che potesse sembrare una minaccia e diventare automaticamente uno dei primi bersagli dei favoriti.

Zuho, però, lo aveva messo in guardia quando gli aveva riferito la sua strategia: non doveva mostrarsi una mezza cartuccia, altrimenti avrebbe chiaramente destato sospetti e la sua maschera sarebbe potuta crollare da un momento all'altro. Doveva restare nella media e, soprattutto, non attirare l'attenzione su di lui.

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Young Mi non era solita a rivolgergli la parola, eppure quella mattina bussò alla porta di camera sua per chiedergli di scendere con lei verso l'arena di prova. Doveva essere nervosa, e San si sentiva allo stesso modo. Così percorsero insieme le sette rampe di scale che collegavano i loro appartamenti ai sotterranei, finchè arrivarono davanti alla grande porta di ferro che li separava dalla verità.

«Non credo di voler entrare veramente.» disse lei a quel punto, con un'espressione indecifrabile.
«Non dobbiamo volerlo. Dobbiamo e basta.» si limitò a rispondere lui, poi prese un respiro e spalancò le ante.

Il fragore dei metalli che si scontravano l'uno con l'altro, unito al vociare di una quantità indistinta di persone in sottofondo, li travolse suggerendogli che non erano certo in anticipo. Anzi, dopo un breve conteggio San appurò che mancavano solo un paio di distretti all'appello.

Non ci volle molto per capire che, come lui, in molti erano rimasti soli, che fosse per scelta o per mancanza di potenziali alleati. L'unica eccezione era, indubbiamente, il gruppo dei favoriti, che sembrava già solido dopo nemmeno una settimana. Aveva già in mente i loro visi dai manifesti appesi ovunque per la capitale, perciò li riconobbe subito. Davanti ai bersagli da tiro c'era Chanyeol, il belloccio moro del distretto due. Non gli dava una brutta impressione, in realtà, anzi, aveva fama per essere piuttosto astuto. Si sarebbe tenuto a dovuta distanza da lui. A fianco aveva Ye Won, la tipica bionda ossigenata tornata mora dopo una crisi stilistica. Al distretto 2 potevano permettersi persino di avere ripensamenti sul proprio aspetto. La sua voce stridula - da gallina, pensò San - rimbombava in tutta la sala. Si stava pavoneggiando davanti ai due ragazzi, incurante del fatto che la stessero bellamente ignorando per discutere d'altro. Ed eccolo, tra loro, il diamante della stagione. Jung.

Wooyoung, doveva chiamarsi. Alto, bello, forte e con una mira da paura. Sembrava eccellere in tutto, i suoi mentori erano entusiasti di lui. Chissà se sarebbe rimasto qualche sponsor per gli altri, dopo il debutto di un talento del genere. Lui e Zuho ci scherzavano spesso a cena: anche se da un momento all'altro si fosse dimostrato il più incapace tra loro, si sapeva, a quelli di Capitol sarebbe bastato lui. Aveva fascino. Da vendere.
Dopo una sola settimana, tutti sapevano già chi avrebbe vinto.

₊ ⊹ rend the dollDove le storie prendono vita. Scoprilo ora