𝟐𝟎.

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𝐌𝐈𝐄𝐋𝐋𝐄
© 𝗅𝖺𝗉𝗂𝗅𝗅𝗐𝗌

san's pov

Nel primo pomeriggio Wooyoung fu di ritorno dalla cornucopia con un velo di delusione che lo copriva dalla testa ai piedi, incupendo la sua espressione come l'ombra in cui San era steso, sotto la quercia dove Namra era solita riposare. Barcollava leggermente, anche se tentava di non darlo a vedere. La sorella, che nel frattempo si era ripresa abbastanza da potersi alzare e fare qualche passo, fece per raggiungerlo. Il biondo si alzò in piedi per sorreggerla, mentre entrambi si apprestavano a travolgere il diamante di domande.

«Cos'è quel sangue?» la sorella sfiorò il suo braccio striato di color cremisi. Con una breve occhiata comprese che non era suo. «Hai preso qualcuno? Woo, sei un grande!» continuò, al settimo cielo, dandogli un pugno soddisfatto sulla spalla. Anche San, dal canto suo, era curioso di sapere.

«Sentite qualche colpo di cannone, per caso?» fu l'unica risposta del rosso, che non si sforzò nemmeno di mitigare il suo tono, tantomeno nascondere il nervosismo a fior di pelle.

«Perchè? Woo, che... dai!» biascicò la ragazza, rischiando di perdere l'equilibrio tentando di seguirlo. Ma lui si era già diretto a passo svelto verso gli argini del fiume sottostante all'accampamento.

Con un sospiro di frustrazione, Namra accettò l'aiuto di San per tornare seduta accanto alla sua quercia.
«Non si comporta mai così.» disse al ragazzo mentre i due tornavano all'ombra, il suo tono di voce misto di delusione e preoccupazione, «Se qualcosa è andato storto, perchè non dircelo?»
Il biondo annuì alle sue parole. Lo conosceva abbastanza per sapere che tenere la bocca chiusa non era da lui.
«L'arena sta mettendo alla prova la pazienza di tutti. Diamogli qualche ora, a cena ci riproveremo.» mentre parlava, si accorse delle occhiaie violacee che contornavano gli occhi semichiusi della ragazza.
«Namra, hai dormito stanotte?»
Lei fece spallucce. «I sonniferi di Gaba che hanno mandato sono finiti da ieri sera. Gli sponsor sembrano esserne a corto, ormai.»
San comprese io significato nascosto dietro a quelle
parole. Namra gli aveva implicitamente fatto capire che gli sponsor non si curavano più di lei, come se si trattasse di un messaggio rivolto agli spettatori. Che la gente della capitale l'avesse lasciata perdere, convinta che ormai avrebbe avuto i giorni contati in ogni caso? Al ragazzo si strinse il cuore.
Come se gli avesse letto nel pensiero, lei si stiracchiò. «Ci farò l'abitudine. Dormirò senza.»

Al contrario di quanto le aveva riferito poco prima, non appena la ragazza chiuse gli occhi, San si allontanò per raggiungere il favorito, il quale sembrava assorto nei suoi pensieri, seduto sulla riva del fiume. Il giorno in cui avevano spostato l'accampamento in quel luogo tutto il gruppo aveva stabilito che nessuno di loro avrebbe dovuto sostare solo accanto all'acqua, per il rischio di essere troppo visibili. Eppure ora si trovava lì, disarmato, così chiuso in sè stesso che nemmeno si accorse dell'arrivo del compagno.

Avvicinandosi, l'espressione di San si fece ancor più confusa notando che quelle sulle sue braccia non erano solo tracce di sangue, ma ustioni.
In silenzio, si sedette accanto a lui e si tolse gli scarponi, lasciando che l'acqua del torrente gli accarezzasse i polpacci. Non voleva rompere la bolla di quiete che l'altro si era costruito intorno, ma, per il bene del gruppo, aveva bisogno di sapere cos'era successo.

«Gli sponsor manderanno sicuramente qualcosa.» esordì, per rompere il ghiaccio, indicando le scottature. Sull'avambraccio e sui gomiti la pelle era raggrinzita, ma la cosa che più lo preoccupava era l'idea che sembrasse molto, molto infiammata. Proprio mentre stava per sollevarsi per raccogliere un po' d'acqua fresca e ciò che rimaneva dell'antisettico, un beep metallico segnalò loro l'arrivo di un piccolo drone. Come se lassù – o là fuori – avessero ascoltato le sue parole, un piccolo mucchio di garze e unguenti cadde sul prato poco distante da loro.

₊ ⊹ rend the dollDove le storie prendono vita. Scoprilo ora