𝟎𝟐.

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𝐂𝐇𝐄̀𝐑𝐈𝐄
© 𝗅𝖺𝗉𝗂𝗅𝗅𝗐𝗌

san's pov

I giorni seguenti la routine si presentò allo stesso modo; sveglia all'alba, colazione, allenamento comune, pausa, allenamento individuale. Ad eccezione di quella volta, in cui l'ultima sarebbe saltata: al suo posto, quella sera si sarebbero tenute le interviste ufficiali.

Mentre risaliva la lunga rampa di scale di ritorno dall'arena, San approfittò di quel momento da solo per mettere insieme i tasselli che aveva raccolto in quelle ore.

I tributi del 3 avevano quasi fatto saltare in aria metà dell'edificio con uno dei loro ordigni, il che era comprensibile data la loro provenienza. Quella specie di bomba era stata poi disinnescata, ma se ciò significava che ne potevano produrre una del genere nell'arena c'era da mettersi le mani nei capelli.
Quelli del 4 si dimostravano sempre più abili in tutto, ragion per cui San continuava a non credere che non si fossero alleati con i favoriti. Forse, come lui, avevano compreso che restando da soli sarebbero stati più al sicuro.

Yeosang ed Eunbyul, i due ragazzi del 12 che aveva conosciuto il giorno precedente, avevano passato le ore a disposizione a studiare piante velenose. Di tanto in tanto San gli lanciava qualche occhiata, cercando di trattenere un sorriso davanti alla loro ignoranza nel campo. Yeosang si era poi diretto alla piattaforma del corpo a corpo, ed in quel momento San aveva compreso che la determinazione che vedeva nel suo sguardo aveva un fondamento. Si era esercitato con i due tributi del 6 e li aveva atterrati entrambi in un batter d'occhio, sotto lo sguardo compiaciuto di Eunbyul. Aveva una posizione stabile, la guardia sempre alta — Suho gli avrebbe detto «Guarda e impara, Choi.» — e una tecnica a dir poco affilata. Lo spettacolo aveva attirato l'attenzione di tutti, compresi i favoriti. Namra e Ye Won avevano persino applaudito.

Riguardo a loro, San aveva sensazioni differenti dentro di sé. Si erano mostrati tutti e quattro capaci e convinti di ciò che facevano, eppure, si sapeva, i favoriti mostravano solo ciò che erano bravi a fare. Volevano intimorirti, spingerti a rabbrividire al sol pensarli, spostando in secondo piano l'idea che potessero avere delle falle nelle loro abilità come ogni altro essere vivente.

San, però, era intenzionato a non cadere in quel trucco. Ad esempio, aveva notato che in quei due giorni Wooyoung si era cimentato in una varietà assurda di prove: dal lancio dei coltelli alle tecniche di sopravvivenza, dal corpo a corpo al tiro con l'arco. Non c'era neanche da specificare che aveva eccelso in tutte. Tuttavia, non aveva mai toccato una spada, una katana o qualsiasi altro strumento dotato di lama e impugnatura, ad eccezione dei coltelli da tiro. Quella era forse l'informazione più importante che aveva raccolto durante le sue osservazioni: il rosso del distretto 1 sembrava tenersi alla larga dai duelli a spada, ergo non avrebbe toccato quelle armi nemmeno nell'arena, perché non ne era capace.

Ora, forse un'affermazione del genere era esagerata o troppo avventata, San sapeva che avrebbe messo k.o. metà dei presenti persino con quelle, ma evidentemente non ne aveva un talento spiccato come per gli altri armamenti. Il ragazzo assunse un'espressione divertita nel realizzare che il suo punto forte non era nient'altro che il punto debole del diamante di stagione.

«San! Chérie, vieni a vedere.»

Il tributo fu accolto dalla dolce voce di Areya che lo stava aspettando all'ingresso del loro appartamento. Lei gli fece strada e, giunti al loro camerino, vide che anche Young Mi era già arrivata. Sedeva su una delle poltrone accanto all'appendiabiti, girandosi i pollici con aria distratta, finché sollevò lo sguardo per salutarlo con un cenno, che lui ricambiò.

«Sembri al settimo cielo.» commentò riferendosi alla stilista che non faceva altro che camminare avanti e indietro per la stanza, portando qua e là stoffe, spille e gingilli di metalli vari.

₊ ⊹ rend the dollDove le storie prendono vita. Scoprilo ora