𝟐𝟑.

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𝐄𝐓𝐑𝐎𝐔𝐕𝐀𝐈𝐋𝐋𝐄𝐒
© 𝗅𝖺𝗉𝗂𝗅𝗅𝗐𝗌

san's pov

Choi San si era innamorato del diamante di stagione.
Dopo gli episodi delle giornate precedenti la sua maschera era svanita, chiunque aveva capito che il loro non era più un semplice spettacolo: i giornalisti, gli spettatori, le sua famiglia, lui. Choi San non l'aveva solo ammesso a milioni di persone, bensì a sé stesso.

Grazie a Wooyoung era riuscito ad esaudire l'unica richiesta di suo fratello. Liberare le proprie emozioni e sentirle, sentirle a pieno.

Fu una realizzazione che lo colpì come un fulmine in pieno giorno. Se davvero l'avevano costretto a vivere i suoi ultimi giorni in un'arena sanguinaria, per lo meno non avrebbe contrastato i suoi istinti. Fino a quel momento aveva sempre messo la testa prima del cuore; ciò l'aveva portato dove si trovava ora, sì, ma a quale scopo?
Choi San non avrebbe nascosto più nulla.

⋆⋆⋆

Wooyoung si svegliò quando il sole era già alto in cielo, crogiolandoli in una bolla asfissiante di caldo artificiale.
Il biondo era in piedi da qualche ora, e la selvaggina fresca stava già abbrustolendo sulle braci del falò di fortuna acceso la sera prima. C'erano anche acqua, erbe calmanti e qualche provvista che gli sponsor gli avevano consegnato durante la notte, in attesa del loro risveglio: oramai persino a Capitol avevano compreso che non c'era più bisogno di temere che qualcuno li derubasse.

I due mangiarono con gusto senza preoccuparsi del razionamento, poi fecero una passeggiata al fiume. San fu più che sollevato nel vedere che l'effetto delle medicine era stato miracoloso: al rosso era bastata una sola notte per tornare a ragionare lucidamente nonostante le ombre che, inevitabilmente, ancora lo tormentavano.

Di ritorno dalla loro perlustrazione i due si lasciarono cadere a terra, sfiniti dal caldo, ma con lo stomaco soddisfatto.
«Perchè non riposi un po'?»
San scosse la testa. «Sto bene. Ho già dormito abbastanza.»
L'altro sollevò un sopracciglio.
«So che non hai chiuso occhio stanotte.»
«Cosa te lo dice?»
«Lo so e basta, San.» lo rimproverò il rosso a braccia conserte, «Vale la stessa regola dei vecchi tempi: non mi servono zombie in squadra
Il biondo sorrise alla freddura. Non esiste più una squadra, siamo io e te. Facendo spallucce lasciò cadere la testa sulle ginocchia dell'altro.

«Sei ancora un moccioso obbediente.»

Con quella semplice frase Wooyoung lo lasciò intendere di aver trovato il biglietto di Zuho, e di essere quindi consapevole dei calmanti che San gli aveva fatto assumere contro la sua volontà. Eppure, a differenza di come avrebbe reagito tempo prima, non l'aveva attaccato. Forse, pensò San, aveva compreso che reggersi unicamente su sè stessi non era il modo per guadagnarsi l'onore.

I piccoli rivoli di pioggia che ticchettavano sulle pareti della grotta si trasformarono presto in un temporale, e la temperatura cominciò a scendere drasticamente. Wooyoung allungò una mano per prendere le giacche di entrambi, mentre l'altro si abbandonava alla vista dei fulmini dalla piccola apertura davanti a loro.

Qualche minuto dopo, carezzandogli i ciuffi biondi, il diamante prese a canticchiare una piccola melodia. San credeva si trattasse di un brano privo di parole, finchè l'altro schiuse le labbra e lo inebriò con la sua voce angelica.

Close your eyes, frightening
I'm diving to meet you in my dreams every night,
we'll see together, this long lasting night.

Sul viso di San, che veniva circondato lentamente dalle braccia di Morfeo, comparve un sorriso.

Where the bright sun shines on you,
I'll be there for you, I'll be staying for you,
in the end, I will find you.

⋆⋆⋆

«Non mi avevi detto di saper cantare.»
Il sole era tramontato da un po', e la grotta somigliava alle fortezze che lui e Jackie costruivano a casa, tempo prima, avvolti dalle tenebre.

«Hai ragione, mi sarebbe servito raccontarti delle mie doti canore quando mi stavi per trafiggere al fiume.» il rosso rimase voltato verso il falò che stava alimentando, mentre il suo ghigno divertito si trasformava in qualcosa di più profondo. «E poi, era Namra il vero talento.»

La gente aveva ragione, pensò ancora San, si trattava davvero dei fratelli prodigio. Poi annuì, invitandolo a continuare. Sapeva quanto Wooyoung avesse bisogno di ricordarla a voce alta anziché nel tormento della sua testa.

«Aveva una voce brillante. A volte al distretto veniva chiamata a cantare per le celebrazioni di Panem. Sembrava un angelo sceso dal paradiso, e persino i più anziani uscivano dalle proprie case per ascoltarla.» concluse abbassando lo sguardo, «Le sarebbe piaciuto cantare per Capitol, un giorno.»

Quando terminò di parlare San era già dietro di lui, pronto a circondarlo con le sue braccia. L'altro finalmente distolse l'attenzione dal falò e si abbandonò al suo tocco.

Restava solo Coral – la ragazza dell'undici – in vita oltre a loro. Il terpore del fuoco e i riflessi lunari che facevano capolino dal piccolo ingresso della grotta, tuttavia, sembravano costringerli a non muoversi da lì. Al riparo dalla pioggia, dalle telecamere e dal mondo esterno, bastò un incrocio di sguardi per capire ciò che entrambi condividevano nel pensiero: a breve tutto sarebbe finito, ma quella giornata sarebbe rimasta dedicata a loro e a loro soltanto.

«Domani andremo a cercarla.»
«Sì, domani.» mugugnò l'altro, stringendolo ancor di più a sè.

₊ ⊹ rend the dollDove le storie prendono vita. Scoprilo ora