"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte"
~ Edgar Allan Poe.
Kira's Pov:
Stavo uscendo dalla clinica psichiatrica, mai capito perché devo andare in una clinica psichiatrica se vado dallo psicologo e non posso semplicemente andare in uno studio privato. Ma okey, passiamo avanti.
Mi squillò il telefono nel mentre che salivo sulla moto per poter lasciare indietro questo posto che mi ospitava da ormai otto anni.
«Pronto» risposi con il telefono tra l'orecchio e la spalla per non farlo cadere, mentre accendevo la moto.
«Kira. Vieni a casa. Subito» era mio fratello, sembrava molto preoccupato.
«Che è successo?» domandai agitandomi. Non ero una che si agitava spesso, ma se lo faceva mio fratello significava che la questione era molto importante.
«Carly. Ha perso il controllo.» mi bastò la prima parola, il nome di mia sorella, per farmi chiudere la chiamata e sfrecciare verso casa.
Carly è sempre stata la più sensibile della famiglia. Era forte per la sua età certo, e io la ammiravo, non ero riuscita a essere come lei a sedici anni, ma era pur sempre una ragazzina uscita da pochi anni dall'età infantile e doveva ancora entrare nel mondo.
Nel nostro mondo.
Quello in cui se non avevi voglia di alzarti usavi i poteri per mettere il piatto nel lavandino, quello in cui per far pulire qualcosa a tuo figlio usavi la telepatia per farlo spaventare, quello in cui se avevi freddo ti riuscivi a riscaldare solo chiudendo gli occhi, quello in cui se eri in ritardo potevi mandare indietro il tempo. E infine, quello in cui chi non poteva fare niente di tutto ciò, impugnò la sua prima arma a quattro anni, con i genitori che la incitavano a sparare un bersaglio.
Inutile dire che l'ultimo punto ero io. Ma andiamo avanti.
Ero appena arrivata davanti a casa che quasi lasciai cadere la moto per correre dentro. C'erano i vasi in veranda che volavano a qualche centimetro in aria.
Ok. Carly aveva sul serio perso il controllo.
Mi fiondai all'interno e quasi iniziai a volare per quanta era la potenza del vento.
Mi sento un po' una winx.
"Kira concentrati niente battute!"
Giusto, scusa.
«Mamma? Riven?» urlai. E intanto provavo ad andare in salotto. Avevo un flutto d'aria che mi respingeva all'indietro, ma mi aggrappai ai muri e ai mobili rimasti intatti per terra per riuscire ad andare avanti.
«Kira! Stai attenta!» mi abbassai per un pelo, un piatto mi passò sopra la testa e andò a sbattere contro il muro alle mie spalle.
«Riven! Che cazzo e successo?» finalmente riuscii a raggiungere mia madre e mio fratello in salotto, e la vista che mi si prospettò davanti mi fece spalancare la bocca incredula.
Carly stava fluttuando, gli occhi bianchi come la neve e la testa verso l'alto. Mi faceva male il collo per lei. Sembrava posseduta.
«Tua sorella ha perso il controllo » rispose ovvia mia mamma.
«Si grazie, fino a là ci ero arrivata. Ma perché?» dissi roteando gli occhi e aggrappandomi al muro per non volare fuori dalla finestra.
Ma proprio il potere del vento doveva avere Carly?
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L'altro lato della normalità
FantasyKira viene da una famiglia un po' strana. Sono discendenti di due grandi divinità maligne, ognuno possiede un dono, un potere, tranne la nostra protagonista. L'unica da generazioni ad essere una semplice umana. In tutto il mondo ci sono infinte cre...