"Per essere felici bisogna eliminare due cose:
il timore di un male futuro e
il ricordo di un male passato"~Seneca.
Kira's Pov:
Ero stata male. Ogni cazzo di volta in cui mi avvicinavo al mare, o ad una fonte d'acqua di una dimensione discutibile, mi saliva il voltastomaco, come se solo il fatto che io fossi vicina a quell'elemento, mi facesse del male fisicamente, oltre al dolore psicologico.
Ed anche quella notte le cose non cambiarono, la combo di ciclo, mare, ansia e adrenalina mi fecero rigettare talmente tanto da farmi venire il dubbio che lì, nel cesso, si trovassero i rimasugli dei cenoni di natale da otto anni a questa parte.
Quando sentii la porta spalancarsi non collegai subito alla presenza di qualcuno. Ero troppo annebbiata dal dolore psicofisico. Ma quando sentii quelle mani che avevo imparato a riconoscere, stringermi la vita e portarmi davanti alla tavoletta bianca del water, alzai gli occhi e la consapevolezza mi cadde addosso. Era Keelan, si era svegliato nel bel mezzo della notte per aiutarmi, anche se io l'avevo trattato di merda.
Me ne pentivo? Assolutamente. Gli avrei chiesto scusa? Per ora no.
In questo momento era dietro di me, mentre rigettavo l'anima, che mi stava tenendo i capelli, con una delicatezza tale che facevo fatica a percepire le sue dita sulla mia pelle, quasi come se avesse paura di sfiorarmi.
«Non so come voi donne affrontiate le mestruazioni, ma sono abbastanza sicuro, da esperienze personali, che non si faccia così. Non penso che sia normale espellere così otto quintali di bile.» parlò più a sé stesso che a me.
Alzai leggermente la testa inclinandola, solo per guardarlo e folgorarlo con gli occhi.
Quando ebbi la certezza di aver rigurgitato tutto, tirai l'acqua e presi un pezzo di carta igienica bianca, passandomela intorno alla bocca, per pulirmi da schifezze. Keelan mi aiutò ad alzarmi e andai verso il lavandino per lavarmi i denti e sciacquarmi la faccia.
Lentamente e barcollante tornai nella mia stanza, con Keelan al seguito, mi stesi nel letto ricoprendomi.
«Prima hai detto che hai avuto esperienze personali, di che tipo? Non mi sembri il genere di persona che desidera una relazione seria, quindi suppongo che non si tratta di una precedente fidanzata.» Non che mi interessava tantissimo, era solo una scusa per tenerlo in stanza, vedendo come era propenso ad uscire. Sperai che capisse che mi dispiaceva averlo trattato male.
«Niente di importante. Qualche ragazza con cui ho scopato.» ripose pacato, senza nessuna emozione particolare, mentre lo vidi fare un passo verso l'uscita.
Spontaneamente lo fermai richiamandolo. Come già detto odiavo rimanere sola nei momenti in cui stavo male, e non volevo che lui se ne andasse, senza però un apparente motivo.
«Che c'è?» chiese con tono freddo e distaccato.
«Potresti restare?» sussurrai imbarazzata, non volevo ammettere ad alta voce che la sua presenza mi rendesse più tranquilla, ma era esattamente così.
Lo vidi aprire bocca per ribattere, ma poi abbassò le spalle come arreso, e si avvicinò alla poltrona vicino al letto, si chinò facendo una smorfia di dolore, gli doveva ancora far male la ferita. Un senso di colpa mi investii improvvisamente, l'avevo fatto correre da me anche se quello che aveva più bisogno era lui.
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L'altro lato della normalità
FantasyKira viene da una famiglia un po' strana. Sono discendenti di due grandi divinità maligne, ognuno possiede un dono, un potere, tranne la nostra protagonista. L'unica da generazioni ad essere una semplice umana. In tutto il mondo ci sono infinte cre...