19.2 - Un bacio che sa di mare

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¡!PICCOLA PREMESSA!¡

Finalmente è arrivato il momento tanto atteso, ma questo capitolo non sarà tutto rosa e fiori.

Si parlerà di tematiche importanti e ovviamente voglio avvisarvi.

Poi c'è il rischio lacrime 🤭

Buona lettura fiamme, noi come sempre ci rivediamo all'angolo autrice.

♪♪♪

"Sarà il mio silenzio a spiegarti ogni cosa che provo"

~Mr. Rain


Kira's Pov:

Era stata una giornata particolare, non dormivo da più di ventiquattro ore e se già ero mentalmente instabile da riposata figuratevi se avevo sonno.

Non sapevo fosse il compleanno di Andrew, evidentemente nessuno era stato abbastanza intelligente da dirmelo, ma eravamo riusciti ad organizzare una festa degna di questo nome.

Speravo soltanto che anche a Andrew fosse piaciuta, era lui il festeggiato e doveva piacere a lui.

Avevo passato una bella mattinata in giro per negozi con i ragazzi, soprattutto al momento shopping mio e di Tyron.
Mi ero sbellicata dalle risate ogni qualvolta Tyron uscisse dallo spogliatoio con qualche vestito femminile solo per prendermi per il culo, alla quarta volta una commessa era arrivata spedita e il mio amico era scappato per andarsi a cambiare.

Poi eravamo arrivati a casa e vedere la mia famiglia e i miei amici collaborare per rendere felice un ragazzo che conoscevano da pochi giorni mi fece bene al cuore.

Stavamo diventando una grande famiglia.

Una cosa che invece mi fece male al cuore fu vedere Keelan guardarmi perso e triste, lasciando addirittura uscire una lacrima, cosa che da lui non mi sarei mai aspettata.

L'avevo portato in terrazza sia per fargli prendere un po' d'aria sia perché ormai quel luogo era stato rinominato da me medesima come il posto in cui io e il ragazzo di fronte a me diventavamo noi stessi, senza maschere.

Chissà se pensava anche lui la stessa cosa.

A proposito di Keelan.

Non avevo ancora avuto il coraggio di staccarmi dall'abbraccio che io stessa avevo iniziato.

Gli cingevo il collo con le braccia e avevo il volto appoggiato alla sua spalla.
Se mi doveste chiedere perché io abbia reagito così di impulso abbracciandolo, non saprei rispondervi.

Potrei dirvi che volevo consolarlo in qualche modo, ma né io né lui eravamo persone da consolare con un abbraccio, potrei dire che mi sembrava la cosa giusta da fare, ma sapevo che non avrei dovuto.

Ero consapevole del vero motivo, e niente di tutto quello che ho detto lo era.
Volevo sentirlo a contatto con il mio corpo, volevo che lui sapesse che io c'ero, volevo stringerlo ed essere stretta da lui.

Volevo, volevo, volevo.

Lui però non so se voleva.
Era stato titubante, di sicuro non se lo aspettava.

Prima che riuscisse a posare le sue braccia su di me erano passati dieci secondi, all'inizio aveva una presa leggera, quasi fuggente, poi aveva stretto le braccia intorno al mio busto, stringendomi quasi non volesse farmi più staccare da lui.

L'altro lato della normalitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora