16.2 - Cura o veleno?

511 17 208
                                    


"Il dolore ha un confine, una barriera.
Oltre quel limite, ci sono solo due strade:
il rifugio nella follia o la gelida indifferenza."

~Pino Cacucci

Qualche ora prima...

Cara's Pov:

Mi rialzai in piedi in pochi secondi, sputando a terra del sangue. 

Quel pezzo di merda era più forte di quel che pensavo. Era un gigante di almeno due metri e mezzo con delle corna in testa e degli artigli al posto delle unghie. Avevo la maglia lacerata a causa di quegli artigli di merda. Avevo già combattuto uno di quei cosi un paio di anni fa e scoprii che il loro tallone d'Achille era la rabbia, se perdevano il controllo non ragionavano più lucidamente ed era più semplice fermarli. Avrei dovuto farlo incazzare, bhe, la mia specialità.

«Tesoro dovresti fare una bella manicure.» urlai con le mani a coppa intorno alla bocca. Era meglio non rischiare di non farmi sentire.

Il mostro ruggì dalle narici e chiuse le mani a pugno, mentre, lentamente, muoveva dei passi nella mia direzione con sguardo incazzato.

«Dammi una settantina di dollari e te la faccio io! Magari tagliamo anche quelle corna, dimmi, è stata la tua ex?» sorrisi da sola per la mia stessa battuta, che simpatica che ero.

Il bestione iniziò a muoversi sempre più veloce caricando il pugno nella mia direzione, si stava incazzando. Dovevo dargli la ciliegina sulla torta. Quando era a pochi centimetri da me schivai il suo colpo con una piroetta e sorridendo lo guardai negli occhi. Era diventato rosso dalla rabbia. Ora sarebbe stato molto più semplice da battere.

Però voi vi starete chiedendo come io sia arrivata a dire battute, modestamente anche molto simpatiche, ad un mostro. Ora ve lo racconto calmi.

Appena i ragazzi erano scappati per andare a cercare Kira, noi eravamo usciti pronti alla battaglia. In un primo momento eravamo tutti rimasti uniti, però andando di qua e di là ci trovammo divisi. Sperai che gli altri fossero rimasti almeno a coppie e non come me da sola.

Comunque combattendo un vampiro a destra e un mago a sinistra ero arrivata ad un mostro cornuto assetato di sangue e bisognoso di una manicure.

Tornando a noi, posizionai le mani all'altezza del seno con le braccia tese e con un piccolo movimento di dita e sussurrando una frase in una lingua magica lanciai un'onda sonora talmente potente verso il mostro che lo fece sbandare di vari metri facendolo finire contro un albero. Si rialzò pronto ad attaccarmi, misi le mani davanti al volto preparata a contraccambiare il colpo, ma un pianto di bambino mi fece distrarre facendomi voltare nella direzione dalla quale provenivano i lamenti. 

Anche la bestia lo aveva udito e senza prestarmi più attenzioni si diresse correndo verso un bambino di poco più di cinque anni che piagnucolava rannicchiato vicino ad un albero. Non mi mossi abbastanza veloce, provai a correre e ad attaccare la bestia, ma non feci in tempo.

Mi bloccai sui miei stessi passi e sentii il respiro abbandonarmi per qualche secondo, sbarrai gli occhi alla vista del sangue di quel piccoletto, che ora era privo di vita mentre giaceva sdraiato.

Non sentii più i miei pensieri o il dolore causato dalle ferite sul corpo. Vedevo solo quel bambino a cui era stata privata la vita troppo in fretta. Lasciai che i miei occhi si colorassero di un rosa tenue, quasi pastello, delle piccole onde d'aria mi passarono tra le dita, e senza pensarci un millisecondo di più lanciai l'incantesimo contro il mostro. Tale era la forza della mia magia che venni sbalzata anch'io e un fischio alle orecchie continuo mi fece strizzare gli occhi dal fastidio.

L'altro lato della normalitàDove le storie prendono vita. Scoprilo ora