"Un'onda che si infrange non può spiegare tutto il mare"
~ Vladimir Nabokov
Kira's pov:
Buio, tutto ciò che vedevo era buio. Avevo gli occhi chiusi? Probabile, sentivo le palpebre pesanti.
Ero sdraiata su un letto, sentivo la comodità del materasso e sentivo il tessuto di un lenzuolo che mi copriva parzialmente.
Non mi ricordavo di essere andata a letto.
Io non sono andata a letto.
Fuori scuola, avevo sentito qualcosa, e poi il buio. Cazzo.
Aprii gli occhi di scatto.
Il cuore perse un battito per poi iniziare a battere veloce, molto veloce. Dove sono? Cosa è successo? Queste erano le domande che mi frullavano nella mente quando sentii delle voci.
Per la paura richiusi le palpebre.
«Ma sta ancora dormendo?» una voce rauca e sconosciuta si avvicinò. Un dito toccò la mia guancia e ebbi l'impulso di mordere questo corpo esterno, ma mi trattenni.
«E secondo te io lo so testa di cazzo? Ce l'ho scritto in fronte? E smettila di toccarla.» esplose una seconda voce, sempre maschile e sconosciuta.
«Non urlate coglioni» una quarta voce, ma questa non era sconosciuta. Affatto. Keelan?
«Deficienti, è sveglia» okey, anche questa la conoscevo, che cazzo ci faceva Jackson qua?
Aprii gli occhi e con uno schiaffo allontanai la mano dello sconosciuto da me.
«Ma buongiorno bella addormentata.» mi salutò Jackson, seduto su una poltroncina in un angolo della stanza.
Mi guardai intorno, affermando che c'era anche Keelan. Guardai i due sconosciuti, uno aveva i riccioli biondi, dei tatuaggi sul braccio, alto come la torre dell'orologio di cui non ricordo il nome – tutti alti qua? – e un sorriso strafottente. Mentre l'altro aveva i capelli rosso fuoco, anche lui ovviamente era una giraffa, dalla maglia si intravedevano gli addominali, e minchia, se ce li aveva.
Infine spostai lo sguardo su Keelan, appoggiato con la spalla allo stipite della porta, mi guardava indifferente con le braccia incrociate al petto. Amo ma ti credi un bad boy?
Incastrai gli occhi con i suoi verde smeraldo, e lui ghignò facendomi l'occhiolino, io gli feci un gestaccio e poi qualcuno tossì per richiamare la mia attenzione.
«Kira, senti, ti dovrei spiegare delle cose» parlò Jackson, io mi alzai dal letto, avevo sempre gli stessi vestiti. Almeno non mi avevano stuprata.
«Dovresti?» risi, anche se questa, di risata, non aveva niente «Caro mio Jackson, tu devi. Voglio proprio capire perché mi ritrovo in una cazzo di stanza con quattro persone, che tra parentesi, riccioli d'oro e cappuccetto rosso non li conosco e quindi si aggrava la situazione, senza il mio consenso.» sbottai, per poi riprendere fiato e ricominciare. «Quindi o me lo dici ora il cazzo di perché, e se la scusa non è abbastanza convincente, la poltroncina su cui eri seduto poco fa, te la ritrovi incastrata su per il culo, e fidati che te la faccio entrare. O ti giuro, che prendo il coltellino che mi avete rubato e che ha lo stronzo di Keelan in mano e te lo ficco in gola» quando ebbi finito di urlare e maledirlo, sorrisi e gli feci un cenno del capo per dargli il consenso di parlare.
Sentii una risata provenire dalle mie spalle. Riccioli d'oro stava ridendo, e anche tanto forte «La ragazza già mi piace» mi indicò. Io inclinai il capo verso sinistra per squadrarlo «Bene, ne sono felice, però c'è un problema» risposi. Lui corrucciò lo sguardo e mi fece una domanda silenziosa, a cui io rispondetti subito dopo, «A me, tu non piaci» sorrisi in modo innocente.
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L'altro lato della normalità
FantasyKira viene da una famiglia un po' strana. Sono discendenti di due grandi divinità maligne, ognuno possiede un dono, un potere, tranne la nostra protagonista. L'unica da generazioni ad essere una semplice umana. In tutto il mondo ci sono infinte cre...