"Non ci si libera di una cosa
evitandola,
ma soltanto
attraversandola."~Cesare Pavese.
Kira's Pov:Keelan mi ripeteva ogni tot di tempo che ciò che era accaduto, tutto ciò non era colpa mia.
Io lo ascoltavo, ma non lo sentivo veramente.
L'unica cosa che comprendevo e sentivo era quella vocina, che neanche in questa situazione, mi abbandonava."Kira, non saresti dovuta rimanere da sola, dovevi sbrigarti e andare dagli altri."
Ma come potevo? Dovevo aiutare Klara.
"Klara? La stessa ragazza che ti ha calpestato davanti a tutti, che ha mostrato la vera te? La parte che cerchiamo di nascondere?"
Tu cerchi di nasconderla io non...
"È colpa tua!"
Iniziai a tremare e le lacrime mi arrivarono agli occhi. Non connessi più la finzione alla realtà. Non sentivo più la voce di Keelan richiamarmi o la paura che quella situazione mi stava dando.
No. Percepivo solo i ricordi che volevo posare nel dimenticatoio per sempre, ma che ogni volta riuscivano a scappare.
Otto anni prima...
Ormai era morta da un mese, ma io sentivo ancora le sue mani a sorreggermi per non farmi precipitare nell'abisso infinito che è il mare.
Quel mese io lo definivo come il peggiore di tutta la mia vita.
Camminavo per le stradine del mio quartiere e ricevevo solo occhiate accusatorie. Camminavo a scuola e i miei compagni mi stavano alla larga, spaventati che io potessi uccidere anche loro come credevano avessi ucciso lei. Rientravo a casa e gli sguardi che i miei stessi genitori mi lanciavano erano pieni di pena.
Io gli facevo pena.
Odiavo quella sensazione.
Una bambina di dieci anni non dovrebbe aver paura di uscire dalla sua stanza, ma invece eccomi qui.Chiusa in camera, rannicchiata al centro del mio letto mentre mi abbracciavo le ginocchia da sola e le lacrime scendevano in piena come un fiume.
Sentii dei piccoli passi avvicinarsi alla mia porta e poi tre tocchi delicati.
Carly.
La mia dolce sorellina.
Io dovevo essere colei che la proteggeva e aiutava, ero io la maggiore, ma invece era sempre lei che veniva a coccolare e accudire me.
«Sorellona? Posso entrare, per favore?» disse con tono allegro, sicura che io le avrei dato il permesso di entrare.
Ed infatti fu proprio così. Lei piccola piccola entrò.
Una nanetta di più o meno un metro e trenta, con folti capelli biondi chiusi in due codini disordinati, con un sorriso stampato in faccia, mancante di un dente, entrò come una furia nella mia stanza.Saltellò verso di me per poi buttarsi a peso morto sul letto.
Senza che dissi nulla, allargai un po' le braccia e incrociai le gambe, lei si alzò sulle ginocchia e gattonando mi raggiunse, rannicchiandosi sopra di me.
Io la abbracciai forte, forte, e subito l'inquietudine che sentivo si alleviò un pochino.
La mia sorellina iniziò a farmi i grattini sul braccio e io sorrisi lievemente.
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L'altro lato della normalità
FantasyKira viene da una famiglia un po' strana. Sono discendenti di due grandi divinità maligne, ognuno possiede un dono, un potere, tranne la nostra protagonista. L'unica da generazioni ad essere una semplice umana. In tutto il mondo ci sono infinte cre...