¡! LEGGETE !¡In questo capitolo si parla di un argomento molto importante per me: il lutto.
Vi avviso perché potrebbe essere un argomento che può toccare tante persone, non sarà approfondito tanto però ci tengo ad avvisarvi.
Ci vediamo all'angolo autrice, buona lettura 🤭
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"Insegnami a domare i miei draghi.
Quelli più spaventosi.
Quelli che nessuno vede,
ma che io sento."~Paola Felice.
Keelan's Pov:
Vedere Kira indossare quel rossetto mi aveva scombussolato qualcosa dentro. Qualcosa che non sapevo di poter ancora sentire, malinconia.
Quel rossetto era di mia sorella, il suo preferito.
Lo indossava solo nelle occasioni speciali e non avevo avuto la forza di buttarlo.
Così come alcuni suoi vestiti o come il suo libro preferito: Orgoglio e pregiudizio.
Non avevo avuto il coraggio di lasciar andare queste cose che mi tenevano ancorato a lei e al suo ricordo.Non ero stato abbastanza forte, come le avevo promesso.
Non facevo toccare quel rossetto a nessuno, neanche ai ragazzi, era come un filo che mi teneva legato a mia sorella, ma vederlo mentre Kira lo spalmava sulle sue labbra, non mi aveva procurato fastidio, solo tristezza.
Tristezza per non poterlo più vedere sulle labbra di mia sorella, tristezza per non poterla più sentire in casa mentre urlava le canzoni di Harry Styles, tristezza per non poterla più vedere sul balcone mentre leggeva qualche libro e in qualsiasi scena che le piaceva iniziava a urlare e correre per tutta la casa, tristezza per non vederla più ridere come una pazza con Tyron, tristezza per non poterla più ammirare mentre si aggirava con maestria nella cucina insieme a Andrew, tristezza per non vederla più felice tra le braccia di Jackson, tristezza per non averla più vicina nelle notti insonni, dove avevo solo i volti di mamma e papà come tatuati sulle palpebre.
Quando in cucina, due sere fa, Carly mi aveva chiesto chi fosse tatuata sul mio cuore ebbi la tentazione di rimanere in silenzio e andarmene, ma non ce la feci.
Non ce la feci perché sapevo che se avesse scoperto quella cosa, se avesse capito che non era sola nella sofferenza e che c'era qualcuno come lei che aveva il dolore segnato sulla pelle, si sarebbe distratta da tutto il male che aveva provato e che si era procurata da sola.Per questo le dissi la verità.
Okey, mezza verità.
Non avrei mai detto che quel volto oltre a raffigurare mia sorella, rappresentava anche la sua, di sorella.Ma questa è un'altra storia.
Magari ve la racconterò più tardi.E quando vidi i suoi occhi comprensivi mentre io barcollavo dalla sofferenza quando vidi quel rossetto, capii di aver fatto la scelta giusta a parlarne con lei.
Quella ragazzina che dentro nascondeva un mondo pieno di ferite non ancora rimarginate.
Ma il dolore che provai, mentre pronunciavo delle parole piene d'odio su Kira, davanti a quel biondo che diceva di essere fratello di Klara, era tutt'altro.
Era diverso.Non era il dolore che ti faceva venire i brividi, che ti toglieva le forze e ti faceva pensare che non ce l'avresti mai fatta a superare tutto quello.
Ma era il dolore che ti stringeva il cuore fino a stritolartelo, che ti diceva che dovevi farcela perché ti dovevi scusare, era il dolore che sentivi quando ne provocavi.
Avevo fatto del male a Kira, e l'avevo capito subito dai suoi occhi che si spezzarono, dal suo essere in tilt e dal fatto che Riven dovette chiamare Manuel per farla reagire.
Lo capii quando mi lanciò delle occhiate che mi fecero accapponare la pelle, perché quello che leggevo nei suoi occhi non era odio, era vera e pura sofferenza.
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L'altro lato della normalità
FantasyKira viene da una famiglia un po' strana. Sono discendenti di due grandi divinità maligne, ognuno possiede un dono, un potere, tranne la nostra protagonista. L'unica da generazioni ad essere una semplice umana. In tutto il mondo ci sono infinte cre...