23. Una situazione difficile

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23. Una situazione difficile.

"L'abisso di errori in cui viviamo nei
riguardi delle donne e dei rapporti con
loro. Sì, signore, non mi riesce di parlar
con calma di queste cose."

LEV TOLSTOJ

🦋

Ore 15.30: appuntamento davanti alla fermata della metropolitana Garbatella. Siamo riuniti tutti qui: io, Luna, Marta, Camilla, Tommaso, Niccolò e persino Luca, che Luna ha presentato a coloro che ancora non lo conoscevano. L'unico mancante all'appello è Cesare.

«Si può sapere dove cavolo è?», chiedo rivolgendomi verso Tommaso.

«Non ne ho idea, sono sicuro di avergli scritto l'orario corretto», risponde il riccio controllando nuovamente lo schermo del suo cellulare.

«Giuro che se non arriva entro cinque minuti lo vado a prendere direttamente sotto casa sua!», continuo a lamentarmi.

«Accomodati, Cesare abita proprio al terzo piano del palazzo qui di fronte». La voce svogliata di Niccolò attira la mia attenzione. «Mi stai dicendo che quel coglione abita proprio davanti alla fermata della metropolitana, eppure è in ritardo? Cos'è una specie di principessina che vuole farsi attendere?».

Nic lo stronzo scuote la testa tornando a rivolgere il suo sguardo verso il suo cellulare intento a guardare distrattamente alcune storie su Instagram.

Luna ha ovviamente gli occhi incollati al volto del ragazzo dei suoi sogni e non accenna a voler smettere, mentre Marta e Camilla sono intente a parlare tra di loro probabilmente del modo in cui affrontare al meglio la situazione con Ginevra, che sicuramente non è la ragazza più docile e collaborativa che conosciamo.

Neanche tu lo sei, mi suggerisce la mia coscienza, ma la ignoro.

Sbatto nervosamente il piede a terra controllando compulsivamente l'orario riportato sul mio Casio, sul polso sinistro.«Okay, vado a recuperarlo», sentenzio avviandomi verso il portone del palazzo davanti ai miei occhi.

«Non sbranarlo per favore!», urla Marta guadagnandosi un'occhiata interrogativa da Tommaso.

Prima che io mi avvicini al citofono per farmi aprire il portone, però, un uomo alto e slanciato, con i capelli dorati racchiusi in una coda bassa che gli ricade sul retro del collo, e due occhi color nocciola è intento a uscire proprio da questo portone. Faccio per infilarmici, ma la possente figura del misterioso uomo me lo impedisce.

«Non ti ho mai vista qui, dove devi andare?». Scruto più attentamente il suo aspetto accorgendomi del suo look piuttosto formale e della valigetta in pelle marrone che stringe nella mano destra. Abbigliamento del tutto in contrasto con i capelli lunghi e la sigaretta che stringe tra le labbra. Il suo volto mi sembra piuttosto familiare, ma non credo di averlo mai visto prima.

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