𝐓𝐫𝐚𝐦𝐚:
"Non voler soffrire": questo è il motto che Giulia Rossi si è imposta per proteggere se stessa. Vivere a Roma, circondata da una famiglia che la adora e dalle sue tre inseparabili amiche, non basta a cancellare il dolore che l'ha segnata...
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29. Natale.
"Dimose 'a verità: a Natale nun basta er pensiero."
-Fa' ll'ovo
Significa letteralmente "fare l'uovo", ma nel contesto del dono, indica l'atto di fare un regalo
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(Ricordatevi di lasciare una stellina per supportarmi🌟)
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«Ragazze! Veloci! Fra venti minuti dobbiamo essere a casa della nonna!», urla mio padre dal salone.
«Arriviamo!», rispondiamo all'unisono io e Ilenia.
È la mattina di Natale e, come ogni anno, ci recheremo a casa dei nostri nonni paterni per scambiarci i regali e per pranzare tutti insieme. Ogni anno è la stessa storia: io, la mia famiglia, compreso il mio cagnolino Oscar, i miei zii e i miei cugini, ci riuniamo a casa dei nonni e trascorriamo il Natale insieme.
«Tanto lo sappiamo tutti che zia Lisa e Roberto arriveranno in ritardo», dico a Ilenia mentre indosso i miei anfibi neri. Ogni volta che fissiamo un appuntamento con la nostra famiglia, puntualmente gli zii dalla parte di mia madre ritardano sempre. È vero che loro non vivono a Roma, bensì ad Anzio, sulle coste laziali, ma sembra proprio che non riescano a rispettare nessun orario. In questo, mia madre e sua sorella sono completamente l'opposto. Gli zii dalla parte di mio padre, invece, vivono a Roma, ma in un quartiere di Roma Nord, vicino Corso Trieste; nonostante ciò, sono sempre in perfetto orario e ammetto che sono anche gli zii che preferisco. Zio Luca, fratello di mio padre, e sua moglie Alessia, sono divertentissimi e credo che senza di loro e i loro figli, i due gemelli Andrea e Achille, ogni pranzo di Natale sarebbe una vera tortura.
«Ragazze!». Questa volta è la voce di mamma che urla dal salone.
Io e mia sorella sbuffiamo e ci affrettiamo a uscire da camera nostra entrambe indossando dei vestiti, il mio nero, il suo bianco.
Decisamente non da noi.
«Siamo pronte», affermo avvicinandoci all'ingresso e indossando cappotto, sciarpa e cappello. Chiamo vicino a me Oscar e mi affretto a infilargli pettorina e guinzaglio.