Questa storia sarà molto forte. Già dai primi capitoli si potrà notare quanto, il titolo di quest'avventura, abbia senso.❤️🩹
La pioggia batteva insistentemente contro i vetri, la luna e le sue rotondità furono oscurate dalle nuvole scure, che man mano, camminavano verso altre direzioni. Fu proprio in quel preciso momento che Sanem, diede alla luce il suo primogenito, Ali.
Prima del suo arrivo, la vita di Sanem era drastica. Aveva pensato di farla finita, di non aggiungere altri problemi a nessuno, ma quelle due linee avevano cambiato la sua esistenza. Non credeva che sarebbe riuscita a sorridere e a sentirsi finalmente fiera di sé stessa, nonostante la forte voglia di cadere e non rialzarsi più, ma quei due occhi castani le avevano dato quella grinta che le mancava, spingendola quindi a rialzarsi da terra.
Da quando Sanem aveva deciso di fidanzarsi con Kemal, tutto era andato sempre scendendo. Quella linea non si era mai fermata: aveva deciso di farlo solo non appena sentito il primo vagitto di Ali. Dopo la scomparsa dei suoi genitori, morti per via di un incidente stradale nello stesso momento, Sanem aveva conosciuto colui che era il padre di quel bambino.
Kemal riusciva a farle cambiare aria, a farle sentire il suo cuore battere normalmente. Aveva appena rotto il suo primo fidanzamento e la delusione era a livelli estremi, senza contare l'aver perso madre e padre lo stesso giorno, alla stessa ora, nello stesso luogo.
Il dolore era troppo forte e da sola non riusciva a farcela, sprofondava nelle acque più profonde senza ossigeno. Soltanto grazie a Kemal era riuscita a riemergere e a riprendere l'aria che le mancava, ma senza però sapere quello che le sarebbe costato.
«Signora... Ali ha i suoi occhi» Neanche riuscì a sentire quelle parole, per quanto fu immersa nei pensieri. La sua mente l'aveva condotta all'indietro, provocandole brutti ricordi.
Kemal era il fidanzato perfetto, il principe azzurro che ogni ragazza avrebbe voluto avere accanto, o almeno era così agli inizi. Quando uscì incinta, Kemal si finse sorpreso, ma la realtà era che non avrebbe voluto diventare padre e che avrebbe preferito rimanere soltanto con Sanem.
La rabbia era troppa, ma aumentò quando scopri che Kemal aveva prenotato l'aborto senza informarla. I due litigarono, e Kemal, preso dalla forte rabbia, spinse Sanem, che precipitò per le scale. Il primo di tanti altri incidenti, che resero l'uomo perfetto, un diavolo travestito da angelo.
Sanem non riusciva ad abbandonare il padre di suo figlio. Ci aveva pensato sempre, molto spesso era stata sul punto di fuggire con la gravidanza in atto, ma lui l'aveva sempre sorpresa e le aveva messo delle guardie attorno, per sorvegliarla.
La sua non era più libertà. La sua vita non la si poteva più chiamare in quel modo. Specie da quando Kemal aveva "accettato" la gravidanza di Sanem. Aveva deciso di darsi occasione, ma dentro di lui non avrebbe mai voluto quel bambino e Sanem ne era consapevole.
«Signora... Mi ha sentito? Suo figlio è la sua copia»
Era lui ad averle dato quella luce che le mancava. Ali era l'uscita che Sanem cercava, chiusa da tutta una vita in quella scatola, immersa nell'oscurità. Ali era ciò che cercava per poter proseguire senza cambiare direzione.
«Ho sentito... Ciao amore mio» Parlò con suo figlio, facendogli sentire per la prima volta, la sua voce. Era emozionata, avvertiva ogni cellula del suo corpo fuori posto e la sua anima, finalmente, intatta.
«Lo porteremo via per qualche tempo... Glielo ridaremo a breve signora» Sanem annuì, lasciando un bacio sulla fronte del suo piccolo. Quando quelle labbra toccarono quella pelle così delicata e morbida, i suoi occhi si velarono di lacrime. Sapeva che non sarebbe stato facile, ma non avrebbe mollato.
«Sanem» Avrebbe dato qualsiasi cosa pur di non sentire quella maledetta voce, ma non aveva altra scelta.
«Perchè non mi hai chiamato? Ho scoperto dai miei amici che stavi partorendo»
«Bene... Quindi i tuoi amici hanno fatto il loro dovere da "guardie" considerando che, nonostante mi abbiano seguita ovunque, non mi abbiano nemmeno accompagnata in ospedale. Ah, avrei dovuto dirti "congratulazioni, stai per diventare papà"?»
Quella discussione era l'ennesima. I due avevano aspettato l'uscita dei dottori col bambino, prima di poter parlare faccia a faccia. Sanem era distrutta, ma per suo figlio avrebbe dato la sua stessa vita e se per non mostrarlo a Kemal, avrebbe dovuto fuggire, quella volta, sarebbe scappata davvero.
«Sanem... Non fare così»
«"Sanem... Non fare così" cosa? Hai una minima idea di quello che sto vivendo io? Sai quanto avrei voluto avere al mio fianco l'uomo che amo mentre mettevo al mondo il nostro bambino?»
«Sanem tu non sei innamorata di me»
«E ALLORA PERCHÉ NON MI LASCI ANDARE?»
«Perchè sei mia. Credi che non sappia ogni cosa? Ti sei fidanzata con me perché ti facevo stare bene, perché pensavi di amarmi... Ma quando ho cominciato a farti capire la tua posizione, tu sei cambiata Sanem»
«La mia posizione? Ti stai comportando male da mesi, Kemal... Quella che tu chiami "posizione" è una sofferenza vera e propria. La prima volta mi hai gettato per le scale, la seconda volta mi hai schiaffeggiata perché avevo deciso di uscire con l'unica amica che ho, al posto di uscire con te. Proseguo?»
«Perchè non sopporto l'idea di altri occhi su di te»
«Ti prego di andartene, Kemal»
«Voglio vedere mio figlio»
«Un figlio che non hai mai desiderato e che avresti ucciso pur di tenere al tuo fianco l'unica donna che non ti ha ancora denunciato?»
«Non lo farai»
«No, hai ragione... Però vattene, non sopporto l'idea di averti qui vicino»
«Bene, mio figlio potrò vederlo in altri modi»
«STA LONTANO DA ALI»
Quelle urla non servirono a nulla, Kemal aveva già abbandonato la stanza, lasciando Sanem sofferente e in preda al panico. Ma ciò che la ragazza non sapeva, era che i medici non avrebbero fatto accomodare Kemal vicino ad Ali, non soltanto perché non credevano alle sue parole, ma anche perché non ne avevano la possibilità.
Kemal però non si arrese. Voleva vedere quel bambino a tutti i costi, perciò tirò fuori dalla tasca dei pantaloni, un'arma che portava sempre con lui. Quella stessa arma che terrorizzò quel via vai di dottori, e dei pazienti che giravano e rigiravano nelle camere.
«Non vi azzardate a chiamare la polizia e fatemi vedere mio figlio, o qui succede il caos»
«Signore, vada via, la prego. I neonati sono chiusi, sotto osservazione. A breve verrano rimandati nelle camere dei genitori e lui potrà vedere suo figlio, ma la prego, stia calmo»
Incredibilmente, le parole di quella dottoressa, riuscirono a calmarlo. Ma lui sapeva che Sanem non avrebbe mai lasciato che avesse avuto a che fare con Ali, e non avrebbe mai voluto utilizzare l'arma su di lei.
Merhaba! Cosa dire...
Questo primo capitolo è stato forte, ma io vi avevo già informato di questo❤️
Cosa ne pensate?
Non so ancora se la pubblicazione avverrà tutti i giorni, o a giorni alterni, vi farò sapere.
Intanto, godetevi il primo di una lunga serie❤️TO BE CONTINUED.
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𝑁𝑜𝑛 𝐴𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑃𝑎𝑢𝑟𝑎.
Fanfiction«Non avere paura» Il terrore di sopravvivere, non potendo vivere. La sofferenza che ti porta a non saper respirare, chiudendoti nel tuo posto, senza alcuna via d'uscita. Il suo arrivo cambierà letteralmente ogni minuscola situazione, attuando miglio...