UNA SETTIMANA DOPO.
Avere finalmente portato a termine il loro obiettivo finale, significava soltanto una cosa: poter partire. Tutto era pronto, Sanem aveva fatto altri accertamenti per poter avere la conferma a ciò che sentiva da quando aveva messo piede lì dentro, ossia che tutto era a posto, e che Sanem poteva riprendere con la sua normalità.
«È la prima volta che Ali mette piede in un aereo, vero?» Aveva domandato Can, una volta arrivati all'aereoporto.
«Si, così come anche per me. Non ho mai viaggiato per chissà dove»
«Beh, preparati, perché riavermi nella tua vita significa anche questo»
«Devo stare molto attenta allora, molto spesso avrai intenzione di rapirmi»
«Vedo che mi conosci»
Mentre attendevano il loro turno in coda, Sanem non distolse gli occhi dal passeggino di Ali. Ebbe una paura costante di essere seguita, o peggio ancora, che qualcuno stesse così vicino a loro, però da essere irriconoscibile. Sapeva che Kemal si poteva spingere ben oltre quello che aveva già fatto, e che Polen fosse stata dalla sua parte, non era certo una novità.
Ma cercò comunque di mantenere la calma, perché fino a prova contraria, non c'era nessun indizio strano, o qualcosa che riportasse a loro due.
«Sanem»
«Ehi»
«Stai bene? Sei pensierosa»
«Ho paura, Can. Da quando sono uscita dall'ospedale ho sempre ansia di un attacco improvviso» Can le si avvicinò poco di più, per poterle parlare a bassa voce, con la bocca vicina all'orecchio.
«Non devi avere paura di niente quando sono con te»
«Invece io ce l'ho, perché una settimana fa, eravamo insieme e siamo stati attaccati dalla tua ex»
«È qui che ti sbagli. L'altra volta eravamo impreparati, non sapevamo che potesse succedere. Oggi siamo in allerta Sanem, e fuggiamo anche per cambiare aria»
«È una fuga d'amore questa?»
«Perchè? Cosa credi che sia? Un viaggio romantico? È ovvio che ti ho rapita senza fartelo sapere, signora Sanem»
«Adesso mi è tutto chiaro, nessun problema. Hai rapito me e mio figlio per recuperare il tempo perso»
«Devo riconquistarla di nuovo no?»
Senza rendersene neanche conto, il loro turno arrivò in men che non si dica e, ad ogni frase che pronunciavano, Sanem avvertiva sempre di più il desiderio di scappare via. Più passava il tempo, più lei era già immersa a New York, lontana da Istanbul.
Non appena vide però, un atteggiamento sospetto dalla ragazza che aveva chiesto i loro documenti, Sanem prese la palla al balzo, intrecciando immediatamente le loro mani, oltreché a minacciare con gli occhi la persona difronte a lei.
«Dovete far controllare la valigia e poi tutto a posto» Aveva detto, guardando in continuazione Can. Sanem la odiava, ed era da troppo tempo che non provava un senso di gelosia così forte nei confronti di qualcuno. Ma da quando aveva perso Can, tutto si era ampliato ed era diventato immensamente più forte. Can e Sanem cominciarono a camminare, ma Sanem ebbe un illuminazione e decise di metterla in pratica.
«Dove vai?» Le aveva chiesto Can, quando l'aveva vista allontanarsi.
«Da quelle parti c'è un bar, vedo di prendere qualcosa da mangiare. Resta con Ali»
«Sanem più avanti ce n'è un altro, non andare indietro da sola, per favore»
«Can faccio veloce e torno, e poi, l'hai detto tu no? Non c'è nessun pericolo quando sei con me»
STAI LEGGENDO
𝑁𝑜𝑛 𝐴𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑃𝑎𝑢𝑟𝑎.
Fanfiction«Non avere paura» Il terrore di sopravvivere, non potendo vivere. La sofferenza che ti porta a non saper respirare, chiudendoti nel tuo posto, senza alcuna via d'uscita. Il suo arrivo cambierà letteralmente ogni minuscola situazione, attuando miglio...