23.

763 91 13
                                    

La sua corsa contro il tempo era ormai giunta al termine. Sanem poteva dichiarare di aver vinto la sua battaglia, lottando certo, ma non grinta e determinazione. Quando riuscì a sollevare le sue palpebre, lentamente mise a fuoco la camera nella quale si trovasse, e metabolizzò quello che era capitato.

Un sorriso si dipinse sul suo volto quando notò Can poggiato sul suo ventre, che riposava tranquillo. Non riusciva a muoversi chissà quanto, ma per quanto ce la facesse, riuscì a poggiare una sua mano dolorante sulla guancia sinistra di Can, così sottile e leggermente umida: aveva dato per scontato che avesse pianto.

«Amore mio» Aveva all'istante sussurrato Can, svegliato da quel tocco magico, che lo aveva riportato in vita.

«Amore mio?» Sanem sorrise. Quel filo di voce che era riuscita a buttare fuori, le aveva lasciato il batticuore. Quelle due parole messe insieme, pronunciate da Can, non avevano lo stesso significato di nessun'altra parola al mondo.

«Si, perché tu sei il mio amore. Come stai vita mia?» Sanem era ancora più stupita. Can era diventato ancora più romantico, data la paura di perderla.

«Io sto bene... Dolorante ma bene. Mi passi acqua?» Immediatamente Can posò un bicchiere sulla bocca di Sanem, sollevandola poi con una mano dietro la nuca.

«Ecco bevi» E lo fece. Aveva bisogno di acqua nel suo organismo, poiché il suo risveglio, non aveva cessato l'agitazione.

«E Ali come sta?» Domandò ancora, una volta sistemata con due cuscini dietro la schiena.

«Ali sta bene. Ha sentito molto la tua mancanza Sanem, ma siamo riusciti a tranquillizzarlo. Ora dovrebbe essere o con mia madre, o con Zeynep»

«E tu?»

«Cosa?»

«Come stai? Credi che non ti conosca? So che stai morendo dentro Can»

«Sanem perché hai preso quel proiettile al posto mio?»

«Avrei dovuto lasciare che ti colpisse? Ti saresti salvato dopo quello che hai passato Can? E a prescindere da tutti i tuoi problemi, mi sarei fiondata lo stesso al posto tuo. Preferisco morire io, piuttosto che far morire te»

«Scherzi Sanem? Se avessi preso io il proiettile, tu avresti potuto rimanere accanto ad Ali e almeno c'ero io al tuo posto»

«Apparte che... Polen che ci ha seguiti per tutto quel tempo, ora che ci penso, è assurda. Come ha potuto farlo?» Poi tossì. Una volta risvegliata, magari parlare così tanto non era la soluzione giusta.

«Sanem ne riparliamo dopo. Ora riposa, io chiamo il medico e vediamo un po'» Affermò, baciando la fronte della sua Sanem. Una volta uscito dalla camera, tirò un sospiro di sollievo e rigettò indietro le lacrime: era felice che Sanem fosse tornata da lui.

«Dottore... Si è svegliata»

«Adesso vediamo per una visita» Aveva risposto subito, dirigendosi verso la camera di Sanem, dove lei attendeva il loro ritorno con occhi chiusi.

«Allora... Ben svegliata, come si sente?»

«Dolorante»

«Ed è normale. Signora quello che ha passato è stato complicato, ma lei ne è uscita intatta, direi per fortuna. È ancora presto per farla uscire, vorremmo tenerla sotto controllo ancora per qualche altro giorno. Signore, può uscire? Devo visitarla»

«Ma si certo»

Can salutò nuovamente Sanem, prima di uscire per l'ennesima volta da quella stanza. Rimase fuori, pronto ad intervenire nel caso ce ne fosse bisogno, ma intanto, digitò il numero della sua mamma e provò a telefonarla.

𝑁𝑜𝑛 𝐴𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑃𝑎𝑢𝑟𝑎.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora