Tre ore a mezzanotte, quindi centoottanta minuti al raggiungimento dei sei anni di conoscenza, e ad iniziare l'anno nuovo ancora una volta, insieme. Can aveva portato via Sanem dal ristorante, affinché potessero arrivare in tempo nel luogo che li avrebbe visti per la prima volta in tre.
Sanem e Can si trovavano al One World Observatory, dove la vista era qualcosa di pazzesco. Non smettevi mai di osservarla, poiché ti sentivi volare in alto.
«Ti piace?»
«Se mi piace? Lo adoro»
«Hai mai avvertito quella sensazione di farla finita? Di non riuscire più a vivere»
«Sai che fino a qualche settimana fa mi sentivo cosi»
«Io mi sono sentito così durante il periodo del cancro»
«Posso immaginare quanto sia stato brutto»
«È stato orribile, soprattutto non averti al mio fianco»
«Come l'hai vissuta Can? Abbiamo sempre parlato di me, senza di te. Ma tu? Come ti sei sentito?»
«Mi sono sentito sprofondare nell'abisso più totale senza trovare più la luce. Sai, quella piccola lucina che ti dà ancora qualche speranza, che ti spinga a sopravvivere a dispetto di tutto»
«Come sei riuscito a trovarla?»
«Pensando a te e al tuo sorriso, Sanem. Sapevo che ti avevo fatto un male cane, ma il solo pensarti felice mi rendeva felice, e mi spronava ad andare avanti, perché è stato grazie a te che io sono sopravvissuto»
«Mi dispiace anche dirlo, ma io non ho fatto nulla» Sanem provava un forte dolore al petto nel pronunciare quelle frasi, ma erano la realtà.
«E qui ti sbagli, hai fatto più di quanto credi. Mi capitava di passare ore su una nostra fotografia, di rimanere fisso sul tuo sorriso, di guardare i tuoi occhi colmi di felicità, di immaginarti mamma assieme a me» Entrambi non riuscivano più a contenere le lacrime. La delusione di essere stati lontani, spronava entrambi a ritrovarsi più forti.
«Ci vedi?»
«A te si, a me no»
«Perchè no? Can hai fatto da padre ad Ali, e sei alle prime armi, così come me. Nessuno nasce imparato»
«Sanem ho paura»
«Di cosa?»
«Se dovessi avere una ricaduta...»
«Non esiste»
«Sanem, c'è la probabilità»
«Can non ti azzardare a dirlo. Tu stai bene, non c'è bisogno neanche di pensarla un ipotesi del genere»
«E invece c'è»
«Perchè?»
«Perchè i medici hanno detto che potrei avere una ricaduta Sanem, e dobbiamo smetterla di vivere nell'illusione»
«Potresti, esatto, non è sicuro»
«No, non lo è»
I due si abbracciarono, convincendosi che quelle parole fossero l'unica e sola verità. Il tempo volò, e quei minuti divennero ore. A Capodanno mancava sempre meno e i due, non si erano mai lasciati la mano, nonostante qualche volta avessero voluto picchiarsi l'uno con l'altra, dopo aver ricordato qualche vecchio aneddoto.
Entrambi erano felici di vivere quel momento assieme dopo anni. Era una loro rivincita, un loro momento dove nessun altro era presente, ad eccezione del piccolo, che aveva testimoniato un sacco di volte davanti questo grande amore.
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𝑁𝑜𝑛 𝐴𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑃𝑎𝑢𝑟𝑎.
Fanfiction«Non avere paura» Il terrore di sopravvivere, non potendo vivere. La sofferenza che ti porta a non saper respirare, chiudendoti nel tuo posto, senza alcuna via d'uscita. Il suo arrivo cambierà letteralmente ogni minuscola situazione, attuando miglio...