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Can attese per qualche istante che Sanem si addormentasse, senza mai smettere di guardarla. Aveva il piccolo Ali accanto a sé, e non lo lasciava mai. Persino sua mamma aveva deciso di lasciare i due da soli, consapevole che avrebbero dovuto parlare di quello che fosse successo, ma Can aveva posticipato affinché Sanem riuscisse a chiudere occhio finalmente tranquilla, come da tempo non era.

«Sai... È da tutta una vita che sogno questo momento con te... Io, con nostro figlio fra le braccia, e tu che ci osservi, regalandoci il sorriso più bello» Aveva mormorato, mentre un polpastrello faceva il suo percorso, dalla fronte verso lo zigomo di Ali. Sanem adorava toccarlo, adorava ascoltare il suo profumo e sniffarlo, come se non ci fosse niente di più buono e bello al mondo.

«Lo so Sanem» Non poteva dire altro. Sanem non aveva la più pallida idea del suo essersi lasciato con Polen, e della menzogna che le aveva raccontato per tutti gli anni in cui erano stati separati.

«Ti ricordi quando ci siamo conosciuti?»

«Si, cinque anni fa. Dio, eri così bella che mi sembrava un sogno averti vista»

Entrambi tornarono indietro nel tempo. Era la notte di Capodanno, l'ultimo giorno dell'anno duemiladiciotto. Avrebbero accolto il duemiladiciannove nello stesso momento, e forse, nello stesso luogo, senza rendersene neanche conto.

Sanem aveva deciso di passare la serata con la sua mamma e il suo papà, senza però sapere che quello sarebbe stato il loro ultimo Capodanno festeggiato soltanto loro tre. Un anno dopo, Sanem avrebbe detto addio ai suoi genitori, mentre era nelle braccia di Can.

Mancavano esattamente dieci minuti allo scoccare della mezzanotte, e Sanem, presa dalla voglia di osservare il panorama nonostante il vento che le scostava i capelli dal viso, uscì fuori, ignorando il suo cappotto rimasto poggiato sulla sedia per tutto il tempo.

Sanem e Can non avevano mai deciso di parlarsi, nonostante, c'erano stati scambi di sguardi, per tutta la serata. Era impossibile non notarli, ed era impossibile non farci caso. Sanem aveva cominciato ad osservare lui per primo, attratta dai suoi occhi scuri, mentre Can poi aveva ricambiato, una volta che Sanem passò al suo fianco di proposito e lui, si innamorò del profumo che portava lei.

L'aveva vista uscire, ma non avrebbe voluto perdersi l'inizio dell'anno nuovo con i suoi genitori, perciò in parte era contrariato, mentre dall'altro lato, avrebbe voluto andarle dietro.

Inconsapevolmente, alcuni amici di Can, avevano messo piede nello stesso posto nella quale si trovava Can, e quei stessi amici di lui, erano amici di lei, che avevano altre amicizie. Nessuno aveva ancora visto Can e Sanem, perciò credettero che i due festeggiassero l'anno nuovo da tutt'altra parte.

«Hai freddo?» Fu la prima cosa che Can le chiese, dopo averla vista con braccia incrociate al petto. Sanem era rimasta ad osservare le decorazioni natalizie, poiché innamorata di quel tipo di cose.

«Un po', infatti stavo rientrando»

«Non serve» Successivamente le posizionò il suo cappotto sulle spalle e Sanem, sorrise cordialmente.

«Hai un buon profumo»

«Ti ringrazio...»

«Can»

«Ti ringrazio, Can»

«Prego...»

Sanem sorrise, prima di rivelargli il suo nome.

«Sanem»

«Prego, Sanem»

«Hai anche un bel nome»

«Stai tentando un approccio con me?» Aveva riso subito dopo.

«No, sono solo onesto. Sai, Sanem, io non faccio mai giri di parole, piuttosto sono sincero sempre»

𝑁𝑜𝑛 𝐴𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑃𝑎𝑢𝑟𝑎.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora