17.

805 92 15
                                    

La situazione era serena: la tranquillità era riuscita finalmente a farsi sentire, sconfiggendo il dolore, che fino a poco prima, non cessava. Sanem, Can, e il piccolo Ali, erano usciti per passeggiare e prendere quindi, una boccata d'aria.

Il tempo era trascorso come scorrevano le lancette di un orologio e al ventiquattro dicembre mancava sempre meno: Can si era prefissato di voler parlare con la sua Sanem di ogni cosa, prima dell'arrivo delle feste, e di poter quindi, trascorrere il loro sesto anno di conoscenza, insieme, senza nessun tipo di divisione.

«Ti va lo zucchero filato?» Aveva chiesto, mentre osservava come Sanem guardasse suo figlio. Era profondamente, incredibilmente innamorata.

«Ti sbagli se pensi che comprandomi qualcosa, l'argomento verrà messo da parte, signor Can»

«Non è assolutamente mia intenzione. Oggi parleremo Sanem, ho intenzione di dirti tutto»

«Allora va bene»

«Qualcosa per Ali?»

«È passato poco tempo dalla sua nascita, non beve nulla oltre il mio latte. Magari dopo lo allatto ancora, se ovviamente ha fame»

«Ogni quanto dovresti allattare?»

«Due o tre ore. È consigliabile»

«Ho capito Allora vado a prenderci lo zucchero filato e poi ci sediamo a parlare, va bene?»

«Si, d'accordo»

Can si allontanò da Sanem, avvicinandosi poi al ragazzo situato pochi metri davanti a loro, per poter finalmente mangiare qualcosa. Sanem invece, si calò col volto, in direzione di Ali, per potergli baciare una guancia e rimanere lì per pochi secondi, a sniffare il suo odore.

«Sai, amore mio, ho incredibilmente paura. Se quello che mi dirà mi farà male, io come potrò continuare a vivere? Ho sofferto troppo in questa vita, e tu sei l'unico che riesce a farmi sorridere» Sussurrò, cercando di resistere e di non scoppiare, ancora una volta. Non sopporterebbe una delusione da parte del suo amore, non dopo quello che lei aveva vissuto da quando si erano separati.

Can ritornò, indicando immediatamente a Sanem, la panchina sulla quale potevano accomodarsi. Mentre camminavano, i due non si risolsero parola, ma più per lei che per lui, poiché cercava di capire cosa aveva spinto Can a lasciarla, dicendole di essere innamorato di un'altra.

«Allora Sanem...»

«Posso chiederti una cosa Can?»

«Dimmi»

«Mangiamo prima, per favore. Non vorrei sentirmi male nel mentre»

«D'accordo. Ma tu promettimi che rimani tranquilla»

«Chi altri lo sarebbe? Non biasimarmi»

«Non lo faccio, ma non voglio che tu ti agiti Sanem»

«Ci proverò» Affermò, prima di tirare il primo morso a quella nuvoletta di zucchero che tanto amavano tutti. Can fece lo stesso, nello stesso identico momento di lei, ma rimanendo con ansia in tutto il corpo. Cercò quindi di smozzare la tensione, provando a dialogare con lei, di un argomento che potesse cambiare entrambi.

«Cosa farai durante le feste?»

«Non lo so, tu?» Aveva risposto lei.

«Non lo so»

«Stiamo messi bene» Sanem sorrise semplicemente, senza aggiungere altro e Can avrebbe voluto sentirla parlare, di qualsiasi cosa, anche se sapeva che non sarebbe durata molto. Perciò ascoltò la sua mente, al posto del suo cuore. Si sentiva oppresso, non sopportava più mentirle, continuare quel gioco malato che lui stesso aveva creato.

𝑁𝑜𝑛 𝐴𝑣𝑒𝑟𝑒 𝑃𝑎𝑢𝑟𝑎.Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora