Capitolo 20

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Il capitano della flottiglia mandrosiana era così occupato ad attaccare il Diamante Nero che non si accorse dei velieri che stavano sopraggiungendo fino a quando una palla di cannone non colpì in pieno l'albero di trinchetto.
"Capitano! Siamo attaccati dal Cigno Nero!" gridò la vedetta, prima di lanciare un urlo mentre cadeva in mare con la punta dell'albero maestro.
"Com'è possibile? Ma quella ragazzina non era morta?" chiese il capitano cominciando ad urlare ordini in tutte le direzioni.
"Capitano il Cigno Nero non è solo, ci sono altri otto velieri con lui." disse un marinaio avvininandosi di corsa.
"Cosa? Presto ritirata!" ordinò il capitano.
"Non possiamo signore, ci hanno distrutto gli alberi e lo stesso vale per gli altri velieri." disse il marinaio.
"È la fine." disse il capitano guardando la piccola flotta che comandava mentre veniva bombardata senza pietà.
"Signore se issiamo bandiera bianca e ci arrendiamo ci risparmieranno." disse il marinaio.
"Giammai!" esclamò il capitano.
"Signore, vale davvero la pena morire per un re che non ha rispetto per il suo popolo?" chiese il marinaio.

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"Mastro Gideon! Mastro Gideon!" urlò una ragazza entrando di corsa nella cabina.
"Che succede?" chiese l'uomo, mentre il veliero veniva bombardato.
"La flotta di poppa!" disse la giovane agitata.
"Cosa? Sono mandrosiani?" chiese Re Astor parlando a fatica.
"No Maestà. Sono il Giglio Nero, il Rosa Nera e il Cigno Nero!" esclamò la giovane con le lacrime agli occhi.
"Ariel! La mia bambina! Voglio vederla!" esclamò la Regina Esmeralda alzandosi a fatica, seguita dal marito e dai figli.
"Vostre Maestà per favore restate distesi, le vostre ferite sono gravi." cercò di fermarli Gideon.
"Non importa, morirò serena se vedrò che la mia Ariel è viva." rispose Esmeralda avvicinandosi alla finestra della cabina.

"È proprio lei, è viva." disse Bogum vedendo la sorella sul castello di prua del Cigno Nero, prima di cadere al suolo colpito dalle schegge provocate da una palla di cannone che aveva colpito il punto in cui si trovavano, seguito dai suoi familiari.

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"Stanno issando le bandiere bianche!" urlò Momo dalla coffa.
"Cessate il fuoco! Agganciate quei velieri e incatenate gli equipaggi. Prendete tutto quello che hanno nelle stive e poi affondateli." ordinò Ariel.

"Perché non li tieni invece, potrebbero esserti utili." osservò Taehyung.
"Perché non voglio nella mia flotta velieri nemici, preferisco vederli colare a picco. Ma se ti piacciono tanto puoi sempre chiedere a tuo padre di catturarli, a me non interessa." rispose Ariel, prima di ordinare di avvicinarsi al Diamante Nero.

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Quando, circa mezz'ora dopo, furono a bordo del veliero ad Ariel si strinse il cuore nel vedere alcuni abitanti del suo Regno in condizioni pietose.
"Chang, chiedi a Seokjin di venire qui subito. Queste persone hanno bisogno di cure." disse Ariel.
"Subito Altezza." rispose Chang prima di riattraversare la passerella.

"Principessa Ariel, siete veramente voi? Siete viva?" chiese Gideon, quando i loro occhi si incrociarono.
"Sì Mastro Gideon, sono proprio io." disse Ariel.
"Principessa siamo così felici di rivedervi." disse l'uomo piangendo.
"In quanti siete?" chiese Taehyung.
"Quando siamo partiti eravamo in mille, ma alcuni sono morti cadendo in mare durante le tempeste. Ora siamo rimasti in circa 600." rispose Gideon.

"Eccomi Principessa." disse Seokjin sopraggiungendo in quel momento.
"Jin!" urlò una ragazza vedendolo per poi corrergli incontro piangendo, tenendo una bambina per mano.
"Jennie! SangHee!" urlò Seokjin abbracciandole.

La principessa e il pirataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora