Capitolo 16

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"Seokjin! Seokjin! Jin mi senti? Apri gli occhi per favore!" disse la voce, ma Seokjin scosse la testa ancora semi incosciente.
"Chi mi chiama? Perché non la smettono? Che vogliono da me? Sono forse davanti alle porte dell'inferno?" pensò Seokjin mentre a poco a poco riapriva gli occhi, incitato da quella voce insistente.
"Ben svegliato Seokjin, ci hai spaventati sai?" disse Ariel.
"D-dove sono? Sono morto?" domandò Seokjin cercando di alzarsi.
"No, sei vivo. Sei sul Cigno Nero ora. Chenle ti ha medicato, ma per un po' non potrai camminare." rispose Ariel.
"Mi dispiace Principessa, mi sono distratto e non ho visto il burrone." disse Seokjin abbassando lo sguardo mortificato.
"Non preoccuparti, l'importante è che tu sia vivo." lo confortò Ariel.

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Jinho Song entrò nelle segrete e si guardò intorno, nelle celle vi erano uomini, donne e bambini di tutte le età ed estrazioni sociali. Non si era fatto scrupoli ad imprigionare i nobili che gli erano sempre stati invisi, privandoli di ogni loro bene e rinchiudendoli con quei popolani che avevano osato ribellarsi e contestarlo. Camminò lungo lo stretto corridoio e si fermò davanti l'ultima cella con un sorriso beffardo sulle labbra. Davanti a lui la famiglia reale, con i vestiti ridotti a brandelli e le ferite causate dalle frustate, aperte e infette.
"Ma guarda chi si vede! I miei ospiti preferiti! Vi piace la vostra stanza?" chiese con un ghigno malvagio.
"Lurido bastardo! Ce la pagherai cara!" esclamò Bogum con un ringhio.
"Vedo che hai ancora la forza per parlare! Bene, te la farò passare io. Prendetelo, legatelo al palo e dategli 400 frustate." disse Song.
"Sì, maestà." disse un soldato, per poi fare cenno a due suoi compagni di eseguire l'ordine.
Gli altri soldati guardarono in silenzio la scena, consci di non poter fare nulla perché in netta minoranza. Gli occhi di un soldato si posarono sulla Regina che, fra tutti i membri della famiglia reale, era quella messa peggio. Già da tempo stava escogitando un piano per portali via da lì, ma sapeva che aveva bisogno dell'aiuto di persone fidate.

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Il veliero navigava sul mare leggermente mosso, superare la tempesta non era stato facile ma ci era riuscito.
Il capitano scrutava l'orizzonte con il proprio cannocchiale, come se stesse cercando qualcosa.

"Capitano Kim velieri all'ancora vicino l'Isola della Morte!" urlò ad un tratto la vedetta.
"Ne sei sicuro?" chiese il capitano Kim.
"Sì signore!" rispose la vedetta.
"Quanti sono?" chiese capitano.
"Tre signore!" rispose la vedetta.
"Riesci a capire da dove provengono?" domandò ancora il capitano.
"Ancora no, signore, siamo troppo lontani!" rispose la vedetta.
Il ragazzo aveva sentito tutto e si era affacciato al parapetto impugnando il proprio cannocchiale per guardare nella direzione indicata.
"Papà dobbiamo raggiungere quei velieri subito!" esclamò poi.
"E posso sapere il perché, Taehyung?" chiese il capitano.
"Perché quelli sono i velieri di Ariel! Riconoscerei la loro silhouette anche di notte." rispose con sicurezza Taehyung, non rendendosi conto di aver chiamato per nome la ragazza.
Taejoon guardò suo figlio per un attimo poi diede al timoniere l'ordine di virare verso l'isola.

"Capitano sono velieri di Akator!" gridò la vedetta dopo un po'.
"Kookie, fratellino mio resisti, sto arrivando da te. Spero solo che tu stia bene." pensò Taehyung tornando a guardare verso l'isola.

"Che hai Tae?" chiese Taejoon avvicinandosi.
"Sono preoccupato papà." rispose Taehyung.
"Sei preoccupato per tuo fratello o per la Principessa?" domandò Taejoon.
"Ma che domande fai? Per mio fratello, ovvio!" esclamò Taehyung arrossendo fino alla punta delle orecchie, mentre suo padre rideva del suo imbarazzo.

Quando era tornato a casa Taehyung aveva raccontato ai suoi genitori quello che era successo e dell'incontro con la Principessa. Sua moglie aveva capito subito, da come parlava, che il figlio si fosse preso una bella cotta per la ragazza, anche se lui aveva negato con tutte le sue forze. Ma a Taejoon era bastato vedere la sua aria sognante per capire che la moglie avesse ragione.
Si voltò a guardare prima verso babordo e poi verso tribordo ad osservare i cinque velieri che lo seguivano.
Il giovane Jeon Namjoon era al comando del Bloody Mary, il giovane Hoseok del Blue Eyes, suo cognato Leedo del Butterfly, suo cognato Seonghwa del Blue Sea e il suo migliore amico Minjoon del Blue Star.
Taejoon sapeva che i tre uomini fossero molto preoccupati. D'altronde tre anni prima i loro figli Seokjin, Kihyun e Shownu erano scomparsi nel nulla e, anche se Minjoon aveva ancora al suo fianco Hoseok, l'idea che potesse essere successo qualcosa di grave a Jimin, Jungkook e Yoongi non li faceva dormire la notte.

La principessa e il pirataDove le storie prendono vita. Scoprilo ora