CAPITOLO 1

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Leggete la nota autrice alla fine del capitolo

"Oddio mamma deve andare a studiare a Roma non in guerra" disse mia sorella mentre aggiustava la copertina al mio nipotino "Gesù, smettila di piangere, madre".
Eravamo alla stazione centrale di Napoli, tra poco sarebbe partito il mio treno per Roma. Sarei andata lì a studiare Arte e Scienze dello spettacolo , non avevo ancora una casa purtroppo, avrei dovuto alloggiare in un B&B finché non l'avessi trovata. E ovviamente mia madre è sempre tragica, stava piangendo dalla sera prima e non aveva dormito tutta la notte, cose da pazzi. Mia sorella era venuta con noi in stazione a salutarmi, faceva la dura ma ero sicura che era tutta finzione, le sarei mancata, ma probabilmente la cosa che le sarebbe mancata di più sarebbe stata quando le facevo da babysitter (gratis) ad Andrea per lasciarla riposare un po'.
"Ma io sono fatta così, poi capirai quando Andrea sarà più grande" disse mia madre "Allora mi raccomando quando arrivi fammi una chiamata, non ti dimenticare come tuo solito. Se hai problemi a cucinare o con la lavatrice o qualsiasi cosa chiamami" disse rivolgendosi a me.
"Se rispondi" dissi io, mi stava esasperando.
"Tu chiamami"
"Maria, il mio cucciolo è abbastanza matura da farcela da sola, falla respirare" e questo è mio padre. E ora sicuramente mia madre si arrabbierà con lui e inizieranno a litigare come sempre, anche se sono molto comici. Mia madre non lo sopporta e mio padre è un idiota semplicemente. Sono separati da anni ormai, io ero molto piccola quando è successo e credevo che fosse tutta colpa mia ma i problemi tra di loro pesavano già da molto tempo. In realtà non ho mai saputo cosa fosse successo tra i due e non ho neanche mai chiesto. Per i primi anni mio padre non si è fatto vedere né sentire, era semplicemente scomparso. Mia madre ha dovuto rimboccarsi le maniche e crescere due figlie una di 13 anni e me, di appena 5 anni, non è stato facile per lei. Ha iniziato a lavorare come donna delle pulizie o accanto ad anziani. Cercava in tutti i modi di rendermi la cosa meno pesante, per non farmi pensare si è inventata di tutto passavamo dal pane fatto in casa, alla pizza cucinata insieme a i giochi più fantasiosi che le potessero venire in mente. E quando non c'era lei era mia sorella a prendersi cura di me, a volte si pente di avermi cresciuta a sua immagine e somiglianza, veniva a prendermi a scuola dopo che fosse uscita dalla sua, cucinava per me, mi aiutava con i compiti e mi faceva ridere tanto. Ho sempre saputo che sarebbe diventata una madre stupenda ed è quello che è ora con il piccolo Andrea.
Poi un giorno così come se ne era andato mio padre ritornò nelle nostre vite. Non dico che non abbia fatto più sbagli, anzi ce ne sono stati in questi anni, ma almeno è riuscito ad esserci. È grazie a lui se ora posso permettermi la vita che da oggi avrò a Roma.
"Angelo è mia figlia e da madre ho il dovere e il diritto di farle delle piccole raccomandazioni. Tu sei troppo superficiale" disse mia madre iniziando già ad arrabbiarsi.
"Va bene non iniziate ora per cortesia. Adesso dobbiamo salutare Ludo dopo potete litigare quanto volete" menomale che lì con noi c'era anche mia sorella.
"Grazie, Vale" le mimai con le labbra.
"Di nulla, bimba"
"Andiamo Mary saluta anche l'altro tuo figlio preferito così che io e questa puzzola possiamo spiccare il volo" e questo è quel disastro del mio miglior amico. Io letteralmente lo amo, ci conosciamo da sempre da ancora prima che nascessimo, le nostre madri si conobbero in ospedale quando erano incinte di noi. La madre però morì durante il parto, scoprì di avere un tumore all'utero e decise di mandare avanti la gravidanza nonostante tutte le conseguenze. Fece promettere a mia madre che si sarebbe presa cura di lui e lei l'ha sempre mantenuta, anche quando per un po' Davide ed io non ci parlammo. Avevamo la cotta per lo stesso ragazzo e permettemmo a quel tizio di mettersi in mezzo alla nostra amicizia. Ma le cose si sistemarono, ritornammo l'uno dall'altro piangendo e d'allora ci siamo promessi che niente e nessuno si sarebbe messo tra di noi ed è per questo che insieme affronteremo questo nuovo percorso. Lui inizierà la specializzazione in Ginecologia e Ostetricia.
All'appello mancava suo padre, ma in realtà mancava sempre. L'avvocato Marco Monda diciamo che non è la perfetta figura paterna. Davide è sempre cresciuto con babysitter o le  governanti della sua enorme casa, l'unico amore che lui ha conosciuto è il mio e della mia famiglia. Probabilmente il padre non sa neanche cosa andrà a fare il figlio a Roma, lo riempirà come al solito di soldi, è l'unica cosa che sa fare.
"Aww Davidello mio vieni qui" lo abbracciò fortissimo mia madre.
"Hey mamma ed io?"dissi io guardando la scena fintamente delusa.
"Oddio, puzzola che rottura che sei, vieni qui"mi disse Davide staccandosi leggermente da mia madre.
Io gli diedi un leggero schiaffetto sul braccio ma mi lasciai abbracciare da i due, ogni tanto anche io mi lasciavo a qualche dimostrazione d'affetto.
"Il treno per Roma Tiburtina partirà tra 15 minuti dal binario 8"disse la voce dall'altoparlante.
"Su forza dobbiamo andare, coglione" mi apprestai a staccarmi da mia madre e prendere lei mie valigie.
"Ludovica le parole" mi rimproverò mia madre. Io di rimando feci un verso esasperato.
Salutammo di nuovo tutta la nostra famiglia, riempì di baci le guanciotte tenere del mio nipotino e feci promettere a mia madre di riempire di bacetti il nostro cane che mi sarebbe mancata tantissimo, e salimmo finalmente sul treno.
Appena presi posto mandai un messaggio alla persona che faceva parte della mia vita ormai da un anno, il mio ragazzo, Alessio. Non era lì a salutarmi perché purtroppo il padre non gli ha permesso la mattina libera, lavora nell'azienda vinicola della famiglia.

It starts with us // Christian Stefanelli -Amici 21Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora