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Jimin's POV:

Il soffitto sopra la mia testa era tinto di un azzurro chiaro, spento sbiadito e triste.
Forse un tempo doveva essere stato più scuro, chissà.
Il letto era abbastanza confortevole, mi rigirai fra le coperte calde, lasciandomi avvolgere completamente dalla loro morbidezza e dal loro tepore.

Quel piacevole arco di tempo dopo il risveglio è quasi magico: ci sono pochi istanti nei quali la consapevolezza di esistere non ti sfiora, e tutta la tua vita è ridotta a un sogno lontano con emozioni e sensazioni ovattate.

Non passò molto tempo però da quando aprii gli occhi al momento in cui tutto mi tornò in mente.
Li richiusi subito tentando di ignorare i miei ricordi, e arricciai il naso in segno di rassegnazione, lasciandomi sprofondare ancora di più nel cuscino.

Ero stato così stupido da lasciare che Taehyung scoprisse tutto, che vedesse.
In quel momento la vergogna e la paura erano tali che mi sentivo incapace di qualsiasi movimento...

"Jimin..."

Mi rannicchiai a terra coprendomi il viso con le mani.
Non poteva succedere in un momento peggiore...
Io volevo solo sapere se Jungkook stesse bene, volevo solo abbracciarlo e porre fine alla mia angoscia.
Evidentemente il destino aveva altri piani per me.
Sperai che fingesse di non aver visto nulla, che mi lasciasse andare senza dirmi niente, che mi ignorasse.
Invece parlò, e ascoltarlo fece più male di quanto potessi mai aver immaginato.

"Come ti sei procurato quei lividi?"

Non ci riesco...
La voce di Tae era calma, ma con una sfumatura di incertezza che mi lasciò interdetto.
Cercai di controllarmi e mi sforzai di dire ciò che mi ero promesso nel caso in cui qualcuno avrebbe mai avuto modo di sospettare.
Mi era sempre parsa una buona scusa, considerando il consiglio di Namjoon e il fatto che a volte sono veramente un imbranato... tuttavia in quel momento sembrò alle mie orecchie la frase più stupida che avessi mai pronunciato a voce alta.

"Sono...caduto"
Cercai di essere credibile per quanto potevo, ma capii presto che non avrebbe avuto importanza. Qualsiasi cosa avessi avuto da dire, ormai sarebbe stata inutile. Aveva capito, come biasimarlo?
Avevo ben visto allo specchio ciò che avevo in viso, innumerevoli volte, tanto da iniziare a odiare il mio stesso riflesso.
In un certo senso mi stupii di essere riuscito a nascondere tutto per così tanto tempo... non necessariamente era una cosa positiva.

Le mie mani erano posate per terra, e sorreggevano il peso della mia schiena inarcata verso il basso.
Sulle ginocchia potevo sentire tanti piccoli sassolini fastidiosi presenti sul pavimento, e con lo sguardo notai accanto a me il mio cappellino.
Era a terra, capovolto e leggermente impolverato.
Non mossi un singolo muscolo finché non vidi Nam avvicinarsi pericolosamente.

Buttai il peso indietro con le braccia e mi ritrovai seduto, con la schiena quasi appoggiata alle gambe di Tae.
Tentai di coprirmi nuovamente il viso per non guardare, tale era la paura che il mio ragazzo incuteva nel mio animo.
Che vergogna.

Percepii tae spostarsi da dietro di me, e la sua ombra oscurò momentaneamente la mia figura.

"Lascia che lo aiuti."

Udire Nam dire quelle parole fece sì che molta rabbia si svegliasse in me, ma riuscii a contenermi.
Ero e sarei sempre stato un eterno incoerente.

Non riuscii a notare l'espressione sul viso di Tae data la posizione in cui mi trovavo, ma percepivo la tensione aumentare sempre più. Anche Addison si avvicinò alla scena, incuriosita forse.

Just Me And You - JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora