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Jimin pov

Ancora in dormiveglia tentai disperatamente di schiudere le palpebre pesanti.
Rimasi immobile, pietrificato, come se fossi parte delle lenzuola grigiastre che ricoprivano malamente la mia schiena e le gambe gelide.
Il freddo che sentivo penetrare fin dentro le ossa, si mischiava con il dolore causato dai lividi della pelle appena tumefatta, creando un cocktail infernale di emozioni e percezioni.

Potevo sentire i più flebili movimenti dell'aria fra le pieghe ed increspature della coperta a causa dell'estrema sensibilità della mia pelle offesa, e presto realizzai che anche vestirmi e tenere gli abiti indosso sarebbe stato tedioso da quel momento fino ai giorni seguenti, fino a che i segni della rabbia di Namjoon non fossero spariti del tutto.
Immaginai il contatto che gli abiti avrebbero creato sui fianchi, sulle cosce e allo sfiorare pungente della maglietta sulle spalle, e le mie labbra si contrassero in una smorfia di fastidio.

La guancia destra sprofondava del cuscino ed i gomiti contorti iniziavano a dolermi sotto il peso del mio stesso corpo... tutto ciò che potevo fare era rimanere lì, fermo, in apparente calma, osservando con la coda dell'occhio sinistro la luce flebile del sole che andava via via affievolendosi dietro l'orizzonte, scomparendo tra i profili dei palazzi della città, i quali ne lasciavano intravedere ormai solo una misera macchia rossa rarefatta.
Lento ed inesorabile scivolava giù, e per un attimo, uno solo, desiderai che portasse via la mia vita con se, lontano.

Il suono stridente ed insistente del citofono mise un freno ai miei pensieri.
A quel punto fu peggio di prima, le forze lasciarono definitivamente ogni fibra del mio corpo ed i miei muscoli erano come atrofizzati.
Sentii i passi svelti di Nam, che dall'altra stanza stava andando ad aprire.
Udii delle parole lontane, soffocate dalla distanza e dai muri che le separavano dalle mie orecchie.

"Si si, calmati ora scende. Dagli 10 minuti, si è addormentato."

Disse scocciato, sbuffando contro lo schermo del videocitofono una volta chiusa la linea.
Il tonfo sordo dei suoi passi sul freddo pavimento marmoreo si faceva sempre più chiaro e distinto fra le mura e oltre la porta accostata della camera da letto.

Il materasso del letto si piegò al suo appoggiarvisi, ed iniziò ad avvicinarsi a me, a gattoni e lentamente.
Si sporse e si lasciò cadere accanto a me, sdraiandosi.
Mi carezzò leggermente la testa, fissandomi diritto degli occhi.
Quel gesto mi gelò il sangue, e sapevo per certo che lo aveva notato, che si era accorto dell'effetto che stava avendo su di me.
Soppresse un breve e fulmineo ghigno soddisfatto colmo di cattiveria per non squarciare la simpatica, dolce e amorevole apparenza.
Aveva un comportamento ai limiti del maniacale: Il mio terrore lo compiaceva, e forse lo eccitava.
Avrei voluto urlare, arrabbiarmi, tirare fuori almeno la metà della violenza che sfogava lui su di me quasi ogni giorno, ma le mie grida rimasero aggrappate inutilmente in gola, imbottigliate, solitarie.

"Alzati amore mio, è arrivato Tae"

Sussurrò alle mie orecchie con una dolcezza che mi spiazzò, per poi alzarsi ed aprire l'armadio con una naturalezza terrificante.
Chissà quale distorta visione del mondo aveva in quella testa, in quale universo parallelo credesse di vivere.
Che confondesse le sue fantasie con la realtà?

Mi lanciò dei vestiti addosso, proprio sulla schiena, facendomi sobbalzare dal dolore.
Mi girai poi di scatto per guardarlo negli occhi, per capire se si stesse ancora prendendo gioco di me, ma incontrai davanti solo uno sguardo sorridente e rilassato.

"Sei bellissimo Jimin"
Ammise, con assurda sincerità.

Non gli risposi, iniziai a vestirmi con fatica il più velocemente possibile.
Sentivo ogni fottuta parte del mio corpo ribellarsi alla mia volontà, come se di me fossero rimasti solamente pezzi sconnessi.
Mettere i pantaloni fu la parte più dolorosa, ma lo feci senza dargli alcuna soddisfazione.
Era evidente che il mio dolore lo accendesse, che godesse dei miei gemiti soppressi e dei miei movimenti scattosi e incerti.

Just Me And You - JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora