-TW-
Per gli argomenti e le azioni trattate in questo capitolo, raccomando la lettura solo a chi non si ritenesse particolarmente sensibile.
Non è mia intenzione fare spoiler, ma nemmeno obbligare alla lettura chi non volesse leggere cose spiacevoli.
Di conseguenza, se sentite il bisogno di saltare il capitolo, fatelo: a livello narrativo avrete comunque un'idea di cosa è accaduto.Jimin pov:
"dopo di te, amore mio"
Mi disse, aprendomi la porta e lasciando che entrassi in casa nostra.
Ero certo a quel punto che tutta quella gentilezza l'avrei pagata con gli interessi, ma non potevo immaginare cosa sarebbe accaduto successivamente.L'odore di quell'ambiente mi avvolse spietato, lasciando nella mia memoria un'altro segno a marcare il ricordo di tutti gli avvenimenti spiacevoli e crudeli che negli anni si erano accumulati in quelle mura.
Camminai lentamente verso il divano rosso che stagliava fiero davanti a me, ed ero certo che se avesse potuto parlare mi avrebbe augurato buona fortuna.
"Siediti pure Min, preparo il tuo the preferito..."
Disse orgoglioso precedendomi, dirigendosi deciso verso l'isola della cucina che si trovava alle spalle del divano."Non c'è bisogno, non ti preoccupare..."
Provai ad evitare di farlo scomodare troppo per me, non volevo poi sentirmi in dovere di fare io qualcosa per lui.
Questo meccanismo dei ricatti era innato nella sua natura, intrinseco nel suo essere Namjoon."Amore, lascia che io mi prenda cura di te, ok? Dai, siediti e rilassati, penserò io a tutto."
Rifiutare sarebbe stato inutile, quindi presi posto nel mio solito lato del divano, il quale accolse il mio peso facendomi sprofondare leggermente nella sua morbidezza.
Udivo i rumori dietro di me, gli usuali suoni delle tazzine che schioccavano tra di loro, la giara dello zucchero aperta e successivamente richiusa con cura, il cassetto delle posate che veniva tirato fuori e di nuovo fatto rientrare nel mobile, il suono metallico del cucchiaino nella tazzina...
La sensazione che provai in quel momento era davvero particolare, mi sentivo come se fossi un ospite: come se quella casa, quel salone, quella cucina, quel divano... non mi appartenessero più.
Percepivo un ambiente ostile attorno a me, ovunque guardassi mi tornavano in mente precisi avvenimenti e precise parole.Volsi lo sguardo alla finestra...
"Sta zitto Jimin, cuciti quella fogna, non me ne frega niente di quello che pensi, sto guardando la tv non te ne sei accorto? Levati dal cazzo"
La sua voce echeggiava nella mia memoria, aiutata e favorita da quel rumore bianco che in quel momento regnava sovrano nell'ambiente, interrotto solamente dal ricorrente ticchettio dell'orologio appeso sulla parete alla mia destra.
Non osai nemmeno per un istante guardare il divano rosso sotto di me. Quei ricordi erano talmente spiacevoli che ripercorrerli, anche solo mentalmente, sarebbe stato struggente.
"Min, sono così felice che tu sia tornato finalmente a casa..."
Affermò passivamente, con una leggera sfumatura di entusiasmo.
Posò ciò che aveva in mano e si diresse nella mia direzione per poi porsi dinanzi a me, in piedi."Cos'hai? Sembri turbato tesoro..."
"No, no. Sono solo stanco."
Mentii.
Diciamo che lamentarsi, in quel momento, non era tra le opzioni contemplabili."Il the ti tirerà su, vedrai."
Disse sorridendomi.
Il suono del bollitore arrivato a temperatura interruppe quel momento, e lui si affrettò a spegnere il piano cottura.

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Just Me And You - Jikook
Fiksi Penggemar"L'auto correva veloce nella notte, e la luce calda dei lampioni ne dipingeva il profilo sulle vetrine buie delle vie del centro. Eravamo vicini alla destinazione: il palazzo in cui abitava Jungkook sarebbe presto uscito fuori da quel groviglio di e...