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Taehyung POV

Mi ero appena riuscito ad addormentare, ma tanto il mio sonno è un'opzione vero? Se mi sta chiamando quella puttana della Manager non penso di riuscire a mantenere la calma. La sua voce è già stridula dal vivo, ma quando è filtrata dal telefono è ancora peggio. Mi rigirai un paio di volte fra le coperte calde e soffici del letto del mio appartamento, domandandomi se abbandonarmi alla mia pigrizia e rimandare la chiamata al giorno successivo con una scusa oppure rispondere.

La mia seconda opzione però implicava uno sforzo per me enorme, avrei dovuto affrontare l'ostacolo più insormontabile di tutti: il freddo.

la mia coscienza mi rimproverò, quindi mio malgrado mi costrinsi a tirarmi su e a raggiungere la scrivania sulla quale avevo lasciato il mio dispositivo in carica. Ultimamente ogni minimo suono mi svegliava, quindi mi maledissi per non aver disattivato la vibrazione.

Presi il telefono e lessi dallo schermo che la chiamata proveniva dal numero di Jimin, il che mi sollevò dal pensiero di dover sopportare la voce di Addison anche a quella tarda ora.

La chiamata iniziò.

"Tae, mi senti?"

Il tono con cui proferì quella semplice domanda mi stupì. Era una voce preoccupata e frettolosa al contempo.

"Si si ci sono, ma sappi che sono appena uscito dalla fase REM, quindi abbi pazienza con me"

Biascicai, tentando comunque di trasmettere un po' di allegria al mio amico. Era passato tempo dall'ultima nostra conversazione non lavorativa, e il fatto che fosse stato lui a chiamarmi mi face piacere.
In quegli ultimi tempi lo vedevo spesso triste o malinconico, e il non sapere come aiutarlo mi aveva portato ad allontanarmi da lui a mia volta.

"Ascolta, jk mi ha chiamato pochi minuti fa e non ho capito cosa gli stesse succedendo ma di sicuro era qualcosa di orribile. Ti prego corri a casa sua, chiama qualcuno, non lo so ma fai qualcosa, io dovrei arrivare tra una mezz'ora."

Il mio tentativo di rallegrare la conversazione fu totalmente investito e travolto dalle sue parole. Che stesse esagerando? Non ne avevo idea, e non sapevo come reagire.
Notai facilmente che stesse cercando con tutte le forze di reprimere le lacrime: il volume alto della sua voce era forzato, inoltre essa tremava come se lo stessero strozzando.

"Jimin sei sicuro?"

Chiesi istintivamente.
Giravo per la stanza senza meta, arrotolando nervosamente il cavo di carica fra le dita di una mano.

"Tae porca puttana è il tuo migliore amico, abbi la decenza di alzare il culo e andare a controllare cosa cazzo è successo!"

Urlò Jimin dall'altro capo del telefono.
Non era mia intenzione sottovalutare la cosa, e mi ferì un po' il fatto che fosse passato questo messaggio.
Era serio, ed io non sapevo dove mettete le mani, come affrontare la situazione.

"Ok, ci vediamo lì."

Affermai deciso, e attaccai.
Mi infilai il cellulare in tasca, e senza nemmeno togliermi il pigiama mi infilai un giacchetto e preparai le cose per uscire.
Mentre prendevo le chiavi riflettei su ciò che gli avevo appena detto.
Ci vediamo lì ? Lì dove ? A casa di Jungkook?

Decisi di non richiamarlo, non avevo mai sentito jimin tirare fuori a tal punto la sua rabbia e non volevo peggiorare la situazione.
Presi il primo paio di scarpe che mi capitò sotto gli occhi, le misi senza nemmeno allacciarle e nella frenesia uscii senza nemmeno spegnere le luci di casa.
Appena fuori dalla porta mi guardai indietro, esitai.

Una sensazione strana mi avvolse nell esatto momento in cui mi fermai.
Tirai fuori il telefono dalla tasca e guardai l'ora.
Ad uscire di fretta così tardi mi sentii stupido per un istante, ma poi la preoccupazione prese il sopravvento in me.
Quella sensazione si faceva ogni minuto più pesante da sopportare, ed i miei pensieri lottavano sempre più duranente per cercare di scacciarla via.

Chiamai l'ascensore, ma poi cambiai idea.
Pensai che in quel momento ogni secondo sarebbe potuto essere importante, sempre per colpa di quella stupida sensazione che mi aveva trasmesso Jimin.
Scesi le scale freneticamente, saltando ogni volta gli ultimi scalini delle varie rampe.

Certo che nella chiamata avrebbe potuto dirmi qualcosa in più... tanto per non tenermi così in ansia, magari inutilmente.
Montai in macchina ed iniziai a guidare deciso verso il palazzo in cui abitava il mio migliore amico.

Namjoon POV

Mi allacciai frettolosamente la cintura, jimin mi stava quasi riuscendo a spaventare ma non dovevo assolutamente darlo a vedere.

I tempi felici erano finiti, e lo avevo realizzato solo in quel piccolo viaggio in macchina.
Tra di noi non c'era niente che non fosse abitudine già da un po' e la nostra storia continuava solo per questo motivo, nulla più.
Inerzia.
Era una storia vuota e destinata a fallire, ma non lo sopportavo.
Non riuscivo a concepire l'idea che Jimin potesse vivere bene anche senza di me, che potesse continuare per la sua strada senza che la sua esistenza venisse intaccata in qualche modo.
Non finirà così, non adesso e non in questo modo.

Lui era mio, lo era sempre stato e avrebbe sempre continuato ad esserlo.
Dovevo fare qualcosa perchè lo capisse, ma in quel momento mi intimoriva particolarmente: avevo perso totalmente il controllo sulla situazione.
Alzare la voce non aveva funzionato, anzi aveva peggiorato le cose ulteriormente.
Era la prima volta che riusciva a farmi resistenza concretamente, e la cosa mi fece imbestialire.

Non ricordo dove lessi questa frase, ma in quel momento mi balenò in mente come un'illuminazione: La disobbedienza è una richiesta di cambiamento.

Ebbi il tempo di rifletterci su, poiché jimin guidava in silenzio nella notte e tutto era tranquillo a parte l'insolita velocità e qualche sorpasso azzardato.
I miei pensieri tornarono indietro nel tempo, a quando riuscii a rendere jimin un docile e servizievole compagno.
Cosa avevo fatto per riuscirci? E perché la cosa aveva smesso di funzionare?

Ce l'avevo fatta una volta, quindi sarebbe bastato ripercorrere le mie azioni passate ed emularle nuovamente.
Nei miei pensieri già pregustavo le sue scuse ed il modo in cui si sarebbe volontariamente sottomesso a me, senza troppi sforzi da parte mia.

Non avevo la minima intenzione di lasciarmelo sfuggire in quel modo.

Mentre rimuginavo su fatti e ragioni, i miei pensieri vennero interrotti bruscamente dalla voce di Jimin. Parlava a telefono lui, ignorandomi.

Aveva chiamato anche Tae per la stronzata di Jungkook, incredibile. Svegliare le persone di notte non è buona educazione, soprattutto per cose incerte e inutili come quella.

Ecco, anche il fatto che prima avesse risposto al telefono durante la nostra discussione mi aveva fatto incazzare non poco. Come si era permesso di mettermi in secondo piano così, senza pensarci due volte? Pensavo di averglielo fatto entrare bene in testa che io sarei dovuto essere la sua unica priorità, ma evidentemente non gli era bastato. Rispondere alla chiamata di Jungkook era più importante no? No. Era come se in quel momento mi stesse implorando di lasciargli altri lividi, altri segni, ulteriori marchi della mia superiorità: rispetto a lui e rispetto a tutti gli altri. Trovai inoltre oltraggioso il fatto che avesse anche solo avuto il coraggio di confessarmi quei baci con lui. Perchè? Non aveva abbastanza paura di me? Molto male.

La loro chiamata si concluse, finalmente: idiota Jimin che si preoccupava per le cazzate e idiota a sua volta Tae che gli dava corda. Ho capito che i matti si dovrebbero assecondare, ma fino a quel punto mi sembrava eccessivo.

I miei occhi erano fissi sul finestrino ed ormai si erano abituati al buio tenue della sera, quando improvvisamente la mia attenzione fu catturata da qualcosa di decisamente più luminoso e abbagliante di un lampione.

"Oh mio dio..."

Jimin inaspettatamente aveva avuto ragione, e la sua preoccupazione era frutto di qualcosa di reale, per una volta.

In quel momento si presentò ai miei occhi uno scenario spaventoso ma al contempo potenzialmente utile, e mille pensieri si fecero spazio nella mia mente come piccoli parassiti che tormentano una povera anima. Davanti a me, radiosa come non mai, ecco la soluzione a tutti i miei problemi. Con Jungkook fuori dai piedi, sarò io il solo e unico centro della vita di Jimin. Avrà di certo bisogno di qualcuno che gli stia accanto e che gli dia tutto il supporto di cui avrà bisogno. Questo piccolo imprevisto capitò totalmente a mio favore: se Kook morisse, tutto il loro vissuto degli ultimi tempi non avrebbe più lo stesso valore o la stessa importanza.

Non che io ci speri... ma non sarebbe una cosa totalmente negativa.

Just Me And You - JikookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora