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Altri ragazzi entrano nel corridoio. Sembrano degli animali."Bella a' uagliona toja".
"È a' fija ro' diretture" risponde Ciro. "Aviti chiava'?" gli chiede un altro. Ciro si avvicina a me e allunga il braccio. Mi allontano "Eddai" sbuffa. "Sarò del nord ma so che significa chiavare".
"Ragazzi forza, scendete. C'è il nuovo direttore" dice il comandante girando tra le celle "Tu puoi restare qui se vuoi" mi dice tranquillo prima di tornare a gridare.

Mi sdraio sul materasso per niente comodo. "Statti ferma" mi dice Ciro uscendo.
Lasciano tutte le celle aperte. Dovrei conoscere con chi mi trovo. Curioso tra le celle degli altri. Tutti hanno i calendari o poster con donne nude e dietro nascondono erba o coltelli.
"Non dovresti girovagare per le celle" mi rimprovera un uomo. "E che dovrei fare?" gli chiedo. "Che ne dici di sistemare la valigia?". "Perchè sistemarmi in un posto dove non voglio stare?" gli chiedo. "Stai attenta ragazzina" mi dice "Tra poco tornano".

Torno nella mia cella lasciando le sbarre aperte. Mi affaccio, per quanto possibile, alla finestra da dove vedo il mare. Mi è sempre piaciuta l'aria di mare ma non l'ho mai respirata da dietro le sbarre. Prendo la spazzola dalla valigia per dare forma ai capelli un po' gonfi. "Pateto è nu' piezzemerd" afferma Ciro rientrando. Si avvicina a me e bloccandomi il polso mi fa cadere la spazzola. "O ma che vuoi!".
"Di a tuo padre che se non ridà i permessi tu qui non resisti a lungo" dice stringendomi le guance. "Innanzitutto io non so cos'è un permesso e poi se mio padre volesse parlarmi non mi avrebbe chiusa qui" gli rispondo. Mi lascia "Il permesso è quella cosa che ci permette di uscire" mi spiega. "Nemmeno io posso uscire" "E io, contrariamente a te e chiunque si trova qui, ho la fedina pulita. Ora posso tornare a spazzolare i capelli? Il mare li gonfia". "Te' li faccio gonfiare io i capelli" dice prendendoli in un pungo "Mettiti in ginocchio".
"Lasciami!" grido per farmi sentire dalle guardie. "Ho detto che ti devi mettere in ginocchio!".
"E io ti ho detto che mi devi lasciare stare!" gli urlo.
"Oh ma che avete tutti e due!" esclama la guardia entrando. "Voglio parlare con mio padre adesso" dico alla guardia quando Ciro mi lascia. "Le ho detto che suo padre è impegnato" mi dice "Ti manda queste" mi dice dandomi un sacchetto. "Si è dimenticato i tampax" sbuffo.
"Povero direttore" sbuffa unendo le mani prima di uscire.

Ciro mi prende il sacchetto dalle mani "Tre pillole diverse?" mi chiede uscendole. "Ma ti fai i fatti tuoi? Non le sai tenere le mani in tasca? Fammi indovinare...sei qui per furto".
"Hai sbagliato" mi risponde sorridendo "Non penso lo vuoi sapere".
"Sono curiosa" sorrido sedendomi sul suo letto. "Te piace proprio tanto il mio letto?".
"Quello sotto è troppo chiuso".
"Allora, se proprio vuoi stare lì, dormi con me".
"Signorina" mi chiama il comandante rientrando "Eccoli" mi dice lanciandomi il pacco di tampax "E ti vuole parlare il direttore" mi dice. Scendo dal letto poggiando il pacco sul letto sotto. Penso che mio padre abbia problemi di bipolarismo o questi non si informano prima di rispondere.

Da dietro le sbarre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora