Quando mi sveglio Filippo si allena "Vado a prendere i vestiti" gli dico a voce bassa per non disturbare Carmine che ancora dorme.
Nella cella di Ciro c'è più puzza di fumo del solito. "Hai passato la notte a fumare?" gli chiedo visto che è sveglio. "Tu ti sei divertita?" mi chiede non rispondendo alla mia domanda. "Sei uno stronzo" gli rispondo. "Chi è Greg?".
"È il mio ex" gli rispondo. "Allora menomale ca è muorto" mi sussurra.Filippo entra accompagnato da più ragazzi "O' Chiattillo!" esclama Ciro. "Mi chiamo Filippo" balbetta lui. "Siediti"gli ordina Ciro sedendosi e facendo mettere un'altra sedia accanto a lui. Mi fa segno di stare ferma vicino a lui e di piegarmi. Mi metto in ginocchio stando ferma mentre tremo spaventata di quello che può fare a me e Filippo.
"Non vorrò di certo non conoscere il cugino della ragazza mia. Penso che sia bene iniziare dal pulire la mia stanza. Rifai il letto, metti in ordine e non far trovare nulla".
"Io veramente..." balbetta mio cugino ma Ciro non gli dà nemmeno il tempo di ribattere "Sei assunto! Mi raccomando. Voglio trovare in ordine" gli dice mentre si gira una cartina. Mi alzo per andare da Filippo ma Edoardo mi ferma "Tu stai con me" mi ordina Ciro facendo uscire il fumo sulla mia faccia.Mentre gli altri ragazzi giocano Ciro è seduto curvo a fumare e io costretta a respirare tutto il fumo. "Perchè ti comporti così?" singhiozzo. "Perchè è così che vanno trattate le persone. Tu non devi disobbedirmi. È chiaro?".
"Io ho sbagliato ma Filippo non c'entra nulla".
"Voglio solo dare il benvenuto a un membro della tua famiglia. O' chiattillo non dev'essere un tuo problema".
Forse papà ha ragione. Ciro non è l'uomo giusto per me. Mi alzo per tornare in cella "Dove vai?" mi chiede lui "Non mi pare di averti dato il permesso di alzarti".
"Non ho bisogno del tuo permesso. Vado dove mi pare quando mi pare".
"Forse non mi sono spiegato" esclama alzandosi. "Forse non sono stata abbastanza chiara io. Ti lascio".
"Non puoi. Stai in camera mia".
"Vorrà dire che accetterò l'offerta della Maria".
"Sappiamo entrambi che tornerai da me".
"Non sono stupida. Non sto con chi mi da ordini" gli dico "Addio Ciro".Esco dal campo e corro in cella a rifare la valigia. Prima di andarmene appendo le scarpe coi lacci alle sbarre della finestra.
"Signorina dove va?" mi chiede Gennaro che è di guardia al piano. "Posso andare da papà?" gli chiedo. Lui annuisce e mi accompagna nello studio.
"Tesoro. Come mai la valigia? Pensavo volessi stare con Ciro".
"Avevi ragione" gli dico in lacrime "Lui non fa altro che darmi ordini. Forse vivere con la Maria non è una brutta idea. Non voglio mettere nei guai Filippo".
"Che c'entra tuo cugino?" mi chiede preoccupato per il nipote. "Ieri sono stata con lui e stamattina Ciro gli ha ordinato di sistemare la stanza solo perché è mio cugino. Mi ha ordinato di stargli lontana. Non voglio certo rinunciare alla famiglia".
"Io e la Maria abbiamo già perso casa. Ti faccio venire a prendere immediatamente".Scendo di nuovo in cortile. Ciro mi fissa da dietro le sbarre. La Maria arriva con la sua audì bianca alla quale ho fatto saltare spesso le ruote. "Ti do una mano" mi dice aiutandomi a mettere la pesante valigia nel cofano. "La ringrazio professoressa" sorrido imbarazzata. "Qui non siamo a scuola. Chiamami Maria" mi sorride.
Voglio sottorrarmi.
Salgo in macchina e guardo per un ultima volta il carcere minorile. Guardo Ciro e spero che questa è stata la scelta migliore per tutti.
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Da dietro le sbarre
FanfictionIl direttore del carcere minorile arriva a Napoli con sua figlia. La vita di Elisa cambierà radicalmente tra amore e drammi familiari. ⚠️chiedo scusa a tutti i napoletani che leggeranno⚠️ non conosco il napoletano quindi le parti scritte in dialett...