22.

209 9 0
                                    

La sorella di Ciro ci veniva a trovare spesso. È molto legata a suo fratello e lui a lei. "Spero me lo tratti bene" mi dice mentre si versa del succo "Dove pensate di vivere?".
"Qui" rispondo ovvia "Ciro dovrebbe essere morto, o in prigione. Qui siamo al sicuro".
"Anche a casa nostra lo sareste".
"Capisco che ti manca tuo fratello ma non può tornare, è pericoloso".
"Tu sei pericolosa per lui. Ho visto una ferrari in giardino. È la tua?".
"Si" rispondo "La vita è troppo breve per guidare una macchina noiosa. E poi abbiamo lo stesso nome".
"Avete finito di discutere" ci interrompe Ciro. Da un bacio sulla fronte a Rosa e poi uno sulle labbra a me. "Stavamo solo facendo una conversazione" dice Rosa.

Ultimamente passo i pomeriggi a studiare per l'esame. "Sembri stressata" mi dice Ciro che mi ha portato una tisana. "Mi sento sbagliata" gli confesso. "E perchè?" mi chiede. "Per la nostra situazione. Per la mia gravidanza e per non poter uscire con te. Per dover affrontare un esame con un bambino in grembo. Mi sento come se la mia strada, quella che era stata segnata, ha dei buchi".
"I buchi fanno parte della vita. Tu si 'o buco migliore ca sia cascato 'nta 'sta strada mia." mi sorride baciandomi.

La sera, quando rientra papà, vengono anche gli zii. C'è anche Anita che è scesa per aiutarmi con lo studio. "Fili ci ha detto del tuo stato" mi dice lo zio. La zia sembra sconvolta. "Per quanto resterete?" chiede papà al fratello. "Non per molto. Domani andiamo a trovare Filippo e poi risaliamo a Milano".
"A Elisa farebbe bene ricordarsi da dove viene" aggiunge la zia "Forse dovrebbe salire con noi".
"Ricordo da dove vengo, so dove sono e so dove voglio essere. Se te lo stessi chiedendo voglio stare con la mia famiglia".
Anita cerca di cambiare argomento con il suo progetto e sembra funzionare, ma non per molto "Almeno tu sei rimasta l'unica a portare onore a questa famiglia" dice la zia "E pensare che via abbiamo sempre dato tutto. Ci ripagate con la galera e un bambino senza padre".
"Il padre u picciriddu l'ha e su jo" aggiunge Ciro che non aveva ancora detto una parola.
Non vedo l'ora che questa cena finisce.

Quando gli zii se ne vanno salgo subito per non parlare del disastro con papà. Mi chiudo in camera mia con Ciro che cerca di consolarmi in tutti i modi fino a ritrovarci nudi sul letto. "Quando nasce il bambino cu sposeremo, dando fine a queste parole che ci dicono" mi dice mentre si fuma una sigaretta. "Potremmo andare a vivere lontani da qui" propongo. "E dove?" mi chiede. "Non so" rispondo prima di chiudere gli occhi.

Da dietro le sbarre Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora