Mi svegliai che mi sentivo totalmente spaesato, ma i ricordi di Daeshim e Jiyoung li avevo ben impressi in mente, cosa che mi fece mettere sull'attenti per paura che loro mi facessero del male di nuovo.
Scattai seduto guardandomi intorno, e notai che non sapessi che stanza fosse, ma poco ma sicuro, si trattava di una stanza lussuosa. Ma dove cazzo mi trovavo? In quel momento impanicai.
Nella stanza ero da solo, ma il rumore di dei passi dietro di me mi fece scattare, e il primo pensiero era quello che la presenza era Daeshim, ma quando mi girai non so se fosse peggio o meglio. Lee Minho che mi guardava, in piedi, appoggiato al muro dietro di me, e per guardarlo meglio mi girai verso la sua direzione, osservando meglio anche la stanza che conteneva una libreria bella grande piena di libri, ma mi concentrai tremante sulla figura di Minho.<< Posso avvicinarmi? >> Mi chiese guardandomi da testa a piedi, e un po' impaurito ed incerto annuii, non fidandomi per nulla, con una seria paura che potesse ferirmi.
Quando si sedette sul letto matrimoniale affianco a me mi spostai leggermente verso la sinistra d'istinto, allontanandomi da lui. Ero terrorizzato a dir poco.
<< Non ti farò del male. >> Avevo sentito bene? Inclinai la testa leggermente, chiedendomi se avevo capito bene, ma lui continuava a guardarmi negli occhi, e quando realizzai che mi ci persi tra i suoi, spostai subito lo sguardo davanti a me, guardando fuori dalla finestra dell'infermieria.
Un ricordo improvviso di Daeshim che scoprii i miei tagli mi balzò in mente, e spaventato, con gli occhi spalancati, guardai leggermente dalla manica della felpa, e notai che la benda c'era di nuovo. Non me l'avevano tolta. Magari è stato tutto un sogno? No decisamente, non era normale che fossi in una stanza totalmente sconosciuta, ma per un minimo attimo ci sperai.
Guardai Minho che mi fissava con sguardo palese, come se la situazione fosse stupida. Ma cosa stava cercando di intendere?<< Te li ho disinfettati io, all'inzio non volevo per rispetto verso di te, ma stavano iniziando a infettarsi...>> Nono aspettate. EH? COSA STAVA INTENDENDO? Lo guardai con la bocca spalancata e gli occhi sgranati, e vergognato mi alzai, intendendo che me ne andavo, volendo scappare più che mai, venni bloccato da lui che mi tenne, poggiando una mano sul mio fianco, spingendo verso di lui per far intendere di dovermi sedere, ma quel contatto con la sua mano fredda mi fece balzare, scattando scioccato.
<< Scusa, non volevo farti spaventare, siediti qua. >> Volevo solo andarmene da quella situazione, ma presi coraggio facendo la domanda che mi stavo chiedendo da un po', almeno se mi rapiva potevo avvertire qualcuno, no?
Quel qualcuno chi sarebbe? Il gatto magari? Ah no manco i gatti ti sopportano.
<< Dove stiamo? >> Domandai guardano quella stanza stupenda, con i muri di un grigio chiaro, i led per tutta la stanza e un letto matrimoniale o probabilmente king size. Menzole piene di trofei, medaglie e tanti libri, con pure qualche foto. Nell'angolo di quella stanza, grande probabilmente quanto il soggiorno della mia casa, stava un sacco da boxe, appesso al soffitto, nero anche esso, e i muri erano pieni di poster e vinili.
<< È la mia stanza. >> Lo guardai sorpreso.
<< Questa è la tua stanza!? È enorme! >> Il mio sguardo era fin troppo scioccato, ma il suo sguardo era neutro, quasi fosse disgustato dalla sua stanza.
Mi staccai dai miei pensieri sulla bellezza di quella stanza, e sulla bellezza di Minho, che mi alzai dal lettone, prendendo il mio telefono che stava sul comodino.
<< Devo andare. >> No, volevo solo scappare, avevo paura che la situazione potesse peggiorare.
<< No resta, fuori sta diluviando ed è ormai ora di pranzo, vieni che cucino qualcosa. >> Sembrava più un'ordine che una domanda.
<< No grazie, mamma avrà gia preparato il pranzo. >> Stavo forse migliorando a dire bugie. Ok no, i miei occhi erano lo specchio delle mie emozioni. Mamma era fuori e sarebbe tornata la notte tardi. Mi mancava, era sempre assente nella mia vita, ma quelle poche volte che c'era mi sentivo amato.
Amato o odiato?
<< Insisto fin quando non accetti, non ti lascierò andare >> Ok questo era decisanente un obbligo. Ehy ragazzone, qua a decidere per me stesso dovrei essere io!
<< E va bene. >> Era inutile insistere, ma la sua presenza continuava ancora a spaventarmi, ma di meno. In quel momento mi passò in mente l'idea di che fine fecero Daeshim e Jiyoung, ma per la paura di rovinare l'atmosfera pensai di chiederglielo più tardi.
<< Cosa vuoi mangiare? >> Si era alzato dal letto, guardandomi con la sua figura che continuava a sovrastarmi, facendomi sentire esposto, e mi guardava con un sopracciglio alzato, per pormi la domanda.
<< Non ho fame, ho mangiato a scuola, mangia qualcosa tu. >> Dai ti prego, accetta.
<< Non è accettabile come risposta. >> Eccallà. << E poi ti sei letteralmente svegliato quando è suonata la campanella, poi sei andato direttamente in bagno, non hai toccato cibo. >> Mi faceva quasi paura. Io mi ero già scordato quello che avevo fatto durante quella giornata.
<< Ehy mi stolkeri ragazzaccio? >> Mi piaceva dargli quel nome.
Sembri un bambino dell'asilo.
Evitò la mia domanda, e mi fece cenno di seguirlo, e ditubante, cortinuando ad ammirare quella villa a ogni passo, entrammo in quella cucina enorme, tutta sui toni del bianco e marmo nero.
<< Mettiti questo grembiulino e aiutami, ti piace la carbonara? >> Cazzo no, troppe calorie. Ma stava facendo già troppo per me... Annuii insicuro, mentre mi allacciavo quel grembiulino con dei gatti raffigurati sopra. 3 precisi.
<< Riesci a rompermi le uova o mi esplodi la cucina? >> E io lo guardai quasi come se mi avesse letto nella mente.
<< In realtà sono veramente un disastro in cucina. >> Il suo sguardo dimostrava un puro "o porca troia", ma nonostante ciò mi mollò 2 uova in mano, insieme a una ciotolina dove sbatterle.
Dopo qualche guaio di me che rischiai di tagliarmi un dito più volte, o di me che quasi cadetti per girare la pasta, alla fine riuscimmo a preparare quella pasta. Nella mia testa giravano troppe parole.
Troppe calorie.
Ingrasserai.
Dopo devi fare palestra.
Pigro di merda.
Ciccione.
Obeso.
Minho sarà cieco, ti starà solo usando, non vedo l'ora che ti abbandonerà come una macchinina difettata che non fa il suo dovere. Meriti di restare da solo.
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trust me -minsung
FanfictionJisung è un ragazzo che non riesce a fidarsi di nessuno, ha tanto dolore nascosto, e preferisce rinchiudersi in sé stesso dentro la sua bolla, cercando di guarire le sue ferite da solo. Minho, come lui, nasconde molte paure e insicurezze, ma riesce...