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Minho stava mettendo i piatti e i bicchieri, probabilmente più costosi di me, (non che ci voglia molto), in quella tavola enorme fatta di cristallo, mentre io lo guardavo a debita distanza, notando quando fosse concentrato a impiattare la "nostra" carbonara.

<< A me pochissima, giusto un assaggio. >> Lo bloccai quando stava per metterla nel mio piatto. Mi rivolse uno sguardo confuso.

<< Qua non si accetta la parola "poco", devi mangiare e pure tanto, devi crescere. >> Lo guardai male.

<< Ragazzaccio mi stai dando del basso?! >> Scherzai, dando troppa attenzione al suo "devi crescere". Stava già ridacchiando, per poi indicarmi di sedermi, nel posto davanti a lui. Con passi piccoli e insicuri mi misi davanti a lui, faccia a faccia. Mi sentivo come una seduta dallo psicologo.

Evitai il suo sguardo per tutto il tempo, iniziando a giocherellare con quella pasta, calcolando le calorie. Ormai conoscevo ogni singola calorie di ogni singolo piatto... se solo fossi bravo in matematica come lo ero con le calorie...

<< Non ti piace? >> Mi diatrasse dai miei pensieri, quando alzando lo sguardo lo vidi fare il musone come un gatto dopo non aver ricevuto le coccole.

Mi sentii terribilmente in colpa. Presi un boccone e lo mangiai mentre mi guardava, e tutto felice mi fece un sorrisino e tornò a riportare l'attenzione al suo piatto.
Continuai a guardare e tirare morsi ogni tanto al piatto, giusto per non farlo preoccupare, realizzando che non avrei potuto buttare la pasta in qualsiasi modo.
Era come se mi stesse controllando, faceva un boccone lui e poi si accertava che lo facessi pure io, così continuò per tutto il piatto, fin quando non realizzai di aver finito di mangiare.
Cazzo.
Cazzo.
Ho mangiato.
Calorie.

Stavo pensando a tutte le maniere per bruciare quelle fottute calorie, prendendo l'idea definitiva.

<< Posso andare in bagno? >> Quella villa era fottutamente enorme, mi serviva una cartina per adentrarci.

Mi annuì portandomi sopra senza metter apposto la tavola, probabilmente aveva pure qualche cameriera, e salite le scalinate mi indicò una porta enorme, probabilmente il bagno.

<< Quando finisci vieni in stanza, ti ricordi dove stava? >> Annii un po' incerto, e andai in bagno. Appena sentii i passi suoi allontanarsi mi lavai le mani, sedendomi con le ginocchia a terra davanti al wc, con il solo intento di vomirare ogni singolo segno di cibo da quel corpo.
Mi ficcai con prepotenza 2 dita in gola, cercando di arrivare al punto giusto, e con le dita in gola continuavo a piangere, non sapevo nemmeno perchè stavo piangendo, ma ne avevo solo bisogno. Volevo solo morire.
Finalmente riuscii a vomitare, e la parte masochista del mio corpo si sentiva così bene.

Che bravo, sai che non hai perso tutte le calorie? E poi per punizione dovresti far qualcosa.

Avrei rimediato appena tornato a casa con della sana palestra. Sana? Era sano quello che stavo facendo? Si Jisung, lo stai facendo per il tuo bene.
Scaricai il tutto disgustato, per poi lavarmi per bene, uscendo da quel bagno tutto barcollando per andare nella stanza di Minho.
Mi ricordavo dove era? Certo che no.
Aish che memoria pessima.
Camminai un po' a caso, per poi aprire una stanza che pensavo fosse quella di lui, ma messo secondo prima, qualcosa si strusciò contro i miei piedi, e io in quel corridoio buio saltai in aria, urlando come un matto.

<< AIUTOOO AIUTOOO UN TOPOO AIUTO MINHO. >> Quando vidi Minho uscire impanicato correndo dalla stanza che stavo per aprire, almeno ebbi la certezza che la stanza era giusta.
Stavo correndo per quel corridoio impanicato, fin quando Minho non aprì l'interruttore della luce.

<< MINHO SALVAMI! I TOPI MORDONO >> Stavo urlando a squarcia gola, per poi mettermi in piedi sopra una poltroncina posizonata là per decorazione, con gli occhi chiusu e tremanti, quasi abbracciando il muro.

<< Jisung ma quale topo? >> Aprii gli occhi girandomi verso la figura di Minho davanti alla porta, con in braccio una cosa. Meglio dire un qualcuno.

Un fottuto gatto arancione.

Buttai le braccia sui fianchi, per poi scendere dalla poltrona su cui stavo in piedi spaventato.

<< Non hai veramente scambiato Soonie per un topo... non ci credo. >> Scoppiò a ridere, e io realizzai di quanto possa esser risultato imbarazzante. Ops.
Ma poi come potrebbero esserci stati topi, se quella villa era maniacalmente pulita.

Continuó a ridere a massima insistenza, mentre quel topo arancione si avvicinava pian piano a me annusandomi, e io mi misi in ginocchio a terra, facendomi analizzare da quella creaturina, fin quando non si mise addosso a me, e io con un sorrisone sulle labbra, cosa che non si vedeva spesso, o mai, mi sdraiai totalmente in mezzo a quel corridoio come un cadavere, per poter permettere a Soonie di sdraiarsi sopra di me.

<< Ei lazzarone, non solo gli hai dato del topo, ma adesso me lo rubi pure. >> Lo guardai malamente, mentre lui prendeva il micio e mi poneva una mano per alzarmi, e io contro me stesso, evitai le voci e l'afferrai insicuro, per potermi permettere di mettermi in piedi.

E con il micio, entrammo nella sua stanza, fin quando presi il telefono e vidi le notifiche di Felix, che preoccupato mi disse che stava arrivando a casa mia. Dovevo correre.

<< Devo andare. >> Presi lo zaino, e sorpassandolo uscii da quella villa, non prima di essermi perso una decina di volte.

trust me -minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora