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Continuava imperterrito a portarmi in braccio, con almeno la dignità di mettermi sulle schina e di non tenermi come un sacco di patate su una spalla, con il culo all'aria.
Imbarazzato da tuttti quelli sguardi che ci stavano tirando i vecchi che passeggiavano, continuavo a comprirmi il volto con le mani, sentendo Minho ridacchiare.

<< Quale è casa tua? >> Mi chiese arrivando nel mio quartiere.

<< Quella bianca con la recinsione là in fondo. >> Indiciai con il ditino, togliendo un'attimo la mano sul viso.

Arrivati davanti la porta di casa feci per scendere dalle sue spalle, ma lui mi strinse così forte le cosce da farmi sussultare.

<< Tu da qua non scendi, dammi le chiavi. >> Ordinò cambiando espressione in una seria e di chi non accettava critiche, e io le tolsi al volo dalla tasca della tuta mollandogliele in mano.

Tanto mamma non stava a casa, mi avrebbe lasciato e poi se ne sarebbe andato... vero?

Quando spalancò la porta quasi urlai.
Mia madre stava appoggiata alla penisola della cucina e ci stava fissando, non capendo la situazione.
Di scatto mi lanciai giù da Minho, volando di tutto peso a terra rischiando di cadere da un'improvviso giramento di testa, se solo non fosse che qualcuno mi tenne dalla vita con una sola mano.

<< Buongiorno mamma, come stai? >> Camminai imbarazzato verso di lei, pensando a una scusa da dirle.

<< Jisung? Che ci fai a casa e chi è lui. >> Domandò curiosa e con una faccia di chi sapeva troppo.

<< Beh, lui è Lee Min- >>

<< Lee Minho, piacere signora. Jisung dopo palestra si è sentito male e quasi stava per svenire, quindi per evitare risuccedesse, l'ho riportato a casa. >> Parlò tutto di fila con tono deciso e convinto, mentre mia mamma
si girò verso di me con fare arrabbiato, puntandomi il dito contro.

<< HAN JISUNG, ADESSO CAPISCI PERCHÈ DEVI FARE COLAZIONE? È IL PASTO PIÙ IMPORTANTE DELLA GIORNATA, E SENZA QUESTO, E SENZA LA CENA CHE IERI NON HAI FATTO, RISCHI DI SVENIRE, CRETINO! ... >> Stava continuando a sbraitarmi contro, e io con la testa bassa, totalmente rosso in viso, tirai un'occhiata a Minho che stava appoggiato alla parete con braccia conserte e la gamba destra incrociata con la sinistra, mentre in faccia aveva un ghignò divertito, probabilmente approvando tutte le parole di mia madre.

Ah sì vero, mia madre, mi ero distratto dal discorso quando incrociai lo sguarso di Minho.

<< Capito Han Jisung? >> Mi domandò ripuntandomi il dito contro, e io intimorito indietreggiai, finendo schiacciato contro qualcosa di duro...
Mi girai alzando lo sguardo, trovando lo sguardo di Minho puntato sul mio, e i nostri volti a pochi centimentri di distanza.
MIA MADRE CAZZO.
Mi rigirai subito verso di lei e mi allontanai da quel petto, facendo finta di nulla.

<< Grazie Minho ti ringrazio veramente tanto per aver avuto cura di questo degradato di mio figlio. >> Continuó a parlare, non sapendo che io e lui stavamo avendo una lotta di contatti visivi. << Jisung devo andare a lavoro che sono le 11 e sono in ritardo, Minho fai come se fossi a casa tua. >> Parlò mentre prendeva la borsa e si dirigeva verso la porta. << FALLO MANGIARE! >> E con questo sbattè la porta uscendo di casa, lasciando me e il moro a guardarci, io imbarazzato e lui con uno sguardo malefico fissato in faccia.

<< La smetti di guardarmi con quella faccia? >> Parlai mentre iniziavo a salire le scale, con lui dietro di me.
Ebbi quasi la certezza di sentire il suo sguardo puntato sul mio culo, per fortuna coperto dalla mia felpa oversize e dalla tuta.

trust me -minsungDove le storie prendono vita. Scoprilo ora