Come sempre, Minho non si arrese alle mie preghiere su darmi una felpa, quindi anche se casa mia, lui faceva sempre le regole.
Giravo con una t-shirt grigia di qualche taglia più grande della mia (forse un po' troppe), fregandomene, ormai, se Minho ogni tanto tirava occhiate alle mie bende che spuntavano dalla manica che mi arrivava fino al gomito, e quando ogni tanto si alzava, dava occhiate alle mie cicatrici, come se mi stesse studiando e analizzando le caratteristiche fino a fondo.
Aveva capito che se mi prendeva in braccio, o mi faceva sedere sulle sue gambe, mi spaventavo subito del mio peso, e lui non perdeva l'occasione di prendermi dalla vita e farmi alzare da terra, o farmi sedere su di lui, provando a farmi capire che qualsiasi fosse il mio peso, non gli sarebbe cambiato assolutamente nulla.
Era ormai pomeriggio, ed ero riuscito a saltare il pranzo, dicendogli che poi mi sarei sentito male, quindi dopo aver insistito a lungo me la diede per vinta, con la paura che potessi rimettere tutto.
Presi dalla noia decidemmo di vederci un film della disney, quindi ci accomodammo per bene sul mio letto matrimoniale, con il pc sulle gambe.<< Che film vuoi guardare? >> Mi chiese mentre mi aggiustavo alla meglio in mezzo alle sue gambe, appoggiandomi con la testa sul suo petto.
Alla fine decidemmo di riguardare Inside Out, come se io ormai non lo conoscessi a memoria.
Inutile negare che a metà film stavo già piangendo come un bambino a cui tolgono il ciuccio, come ogni singola volta.<< EDDAI MINHO È COLPA SUA VEDI?! MAI FIDARSI DELLE PERSONE! >> Continuavo a parlare a vanvera mentre piangevo, notando stesse ridendo di me, con quel suo ghigno malefico puntato in faccia.
Ma devi sempre fare il neonato? Cresci coglione.
Poco prima dei titoli di coda nemmeno mi accorsi mi fossi addormentato, se non quando mi svegliai, strofinandomi gli occhi e controllando perchè la superficie su cui ero sdraiato fosse così dura.
Ci strofinai la guancia, cercando una posizione comoda, ma quando lentamente girai lo sguardo per tirare un'occhiata, ritrovandomi a pochi centimetri dalla sua parte intima...
COME STRACAZZO ERO ARRIVATO ALLA COSCIA DI MINHO?
Subito rispostai lo sguardo facendo finta di non aver visto l'alzabandiera che continuava a chiamarmi, spostandomi subito dalle sue gambe, mettendomi accanto a lui con cautela, attento a non svegliarlo.
Analizzai il suo viso per molto tempo, e non resistetti a toglierli la ciocca di capelli che si era depositata sul suo naso, spostandola delicatamente e, forse, mantenendo un po' di più il contatto, dandogli una leggera carezza sulla guancia.
Quel ragazzo dormiva come un bradipo.
Mi avvicinai a lui, fino a esserci a pochi centimentri, potendo finalmente analizzare tutte le caratteristiche del suo viso, come le labbra carnose e che avrei tanto voluto assaggiare, il suo naso dritto che si abbinava perfettamente al suo volto, o le sue sopracciglia folte che davano un'espressione adorabile al suo viso addormentato.Quando mi appoggiai al suo petto, iniziando a fare cerchi immaginari sul suo addome, sentii lui bisbigliare e muoversi leggermente, segno che lo avessi svegliato, e lo capii quando si mise seduto, ritrovandomi per l'ennesima volta sulle sue cosce, con lui che mi guardava dall'alto abbastanza confuso.
Si stiracchiò leggermente, per poi ritornare a fissarmi, non capendo se fosse giorno o notte.<< Che ore sono? >> Domandò con una voce profonda che mi fece rabbrividire, e io alzai le spalle, prendendo il telefono e mostrando lo schermo che rappresentava le 22:48, con il mio sfondo stellato, di cui non avrei spiegato il significato.
<< Ops, mi sa che abbiamo un po' sballato gli orari. >> Notò, mentre io spostai lo sguardo sul letto, notando che qualcuno ci avesse messo una coperta a coprirci, pensando immediatamente fosse stata mia madre.
CAZZO MIA MADRE CI AVEVA VISTI DORMIRE ATTACCATI.<< Che è questo sguardo traumatizzato? >> Chiese ridacchiando, e io dovetti decidere se rispondergli con "il tuo amico che si è svegliato sotto di me", o semplicemente dicendogli quello che fosse successo. (non che l'amichetto fosse una fantasia eh. )
<< Mamma ci ha coperto con un piumone, quindi significa che ci ha visto abbracciati. >> Spiegai velocemente, continuando a fissare il muro dietro di lui.
<< Non ci dirà nulla, stai tranquillo. >> E con questo mi tirò da sotto le ascelle, facendomi mettere faccia a faccia con lui e per poi abbracciarmi, decidendo di sue regole di ritornare a dormire.
<< Notte Jisungie. >> Parló con tono dolce e affettuoso, continuando a respirarmi contro l'incavo del mio collo, nonché il mio punto debole.
<< Notte Minho. >> Ricambiai posizionando la mia gamba sopra la sua, aggrappandomi totalmente a lui.
Angolo autrice.
Si sono viva -purtroppo-, ho uno strappo alla spalla che mi impedisce ogni singolo movimento, infatti per scrivere sto capitolo ho tirato le peggio bestemmie dal dolore.
Scusatemi seriamente se il capitolo è cortissimo ma è più un capitolo di passaggio, poichè quello vero e proprio lo avevo unito a quello prima, regalandovi un capitolo da più di 2000 parole.
Adesso che finisce la scuola sicuramente ne approfitterò per continuare la storia e probabilmente finirla, e ho già qualche idea per quella nuova, ma sono ancora indecisa sulla ship, quindi la ship che verrà scritta maggiormente sarà quella scelta.
Alla prossima <3
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trust me -minsung
FanfictionJisung è un ragazzo che non riesce a fidarsi di nessuno, ha tanto dolore nascosto, e preferisce rinchiudersi in sé stesso dentro la sua bolla, cercando di guarire le sue ferite da solo. Minho, come lui, nasconde molte paure e insicurezze, ma riesce...