Capitolo 2

652 8 0
                                    

Se la sofferenza vi ha resi cattivi

L'avete sprecata 

[ Ida Bauver]

Il giorno dopo tornai in carcere , ad aspettarmi c'era Kubra , non salutai mio padre , ma il suo sguardo nei miei confronti era cambiato , c'era molta delusione , e la causa ero io 

-Ciao tesoro-disse Kubra , non appena mi vide però si rese conto che qualcosa non andava , una volta entrata in cella le spiegai tutto - e lui sai che te ne vai ?-

-Come farebbe a saperlo? dopo quello non ho avuto modo di sentirlo -

-Potrai farlo adesso-disse - è qui e credo che ti stia aspettando -

-Non me la sento di vederlo - dissi e mi sdraiai sul mio lettino  , però ricevetti un bigliettino da parte di una ragazza - te lo manda il tuo Romeo - 

Lo presi , lo aprì e c'era scritto "ci vediamo stanotte , mi sono messa d'accordo con la guardia , se non verrai , capirò che tra di noi  non c'è futuro " , volevo piangere ma non lo feci , trassi un profondo respiro , se non lo vedevo me ne sarei pentita per tutta la vita , ma se lo avrei visto avrei dovuto dirgli la verità , cosa dovevo fare?. Le ore passavano ed io ero ansiosa , Kubra mi venne vicino 

-Vacci , qualsiasi cosa tu voglia dirgli , lui merita di saperla -   Aveva ragione lei , tanto avrei lasciato Nisida a breve , che senso aveva? Anche se mi sarei fatta del male , ho bisogno di rivedere quegli occhi che mi scavano dentro , il suo abbraccio , i suo capelli scuri , sì , avevo bisogno di lui 

La sera calò e come previsto da Carmine , la guardia femminile mi fece uscire di nascosto , facemmo piano per non fare rumore 

-Hai 10 minuti non un di più- mi disse la guardia e io annuì , ero nella sala ricreazioni , ed ero da sola , ma non durò molto , venni raggiunta da lui , ci trovammo l'uno di fronte all'altra e , in contemporanea , ci abbracciammo , stretta a lui era come se la mia ansia , le mie paure , scomparissero e trovassi un senso di pace e tranquillità 

-Credevo che non venissi-disse con tono triste 

-Avrei voluto-ammisi- però alla fine ho deciso di venire , devo dirti una cosa -

Lui mi guardò e mi invitò a continuare - mio padre ha deciso che devo scontare la fine della pena in un altro carcere -

-Dove?-  domandò

-A Roma- dissi , ero ancora tra le sue braccia , il viso diceva che era arrabbiato e lo capivo - non possiamo farci niente -

-Si che possiamo-disse - possiamo scegliere di lottare per noi -

-Ho provato a negarmi ma lui non mi ascolta - a quel punto ci distanziamo un pò per poter parlare meglio 

-Vuoi fare così tutta la vita ?-domandò- farti comandare ?-

-No certo , però io  non sono come te che ha il coraggio di voltare alle spalle alla propria famiglia- dissi con durezza 

-Io non sono come loro e neanche tu lo sei -disse - quindi questo è un addio?-

Quella parola formata da 5 lettere faceva così male  - sì- 

-Okay - non disse altro e se ne andò , ed io , per l'ennesima volta , non feci nulla 

ProibitoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora