Capitolo ottavo

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POV di Ester
- "che ci fai qui?" Chiedo con un filo di voce.
Il ragazzo non risponde, ha gli occhi spalancati, i capelli sono più chiari di quanto ricordassi.
- "Ester, sei...sei viva." Mi passa una mano sulla guancia, come per realizzare se fossi effetivamrnte reale o se non si fosse fatto una canna di troppo il giorno prima.
Sento un rumore di passi alle mie spalle, ma non ho la minima intenzione di girarmi.
- "novellina, ho sentito un rumore va tutto-" le parole gli muoiono in gola. "Ma è..."
- "Liam." Mormoro. "È Liam Freddis"

- "che ci fai qui Liam, e come hai fatto a trovarmi?" Chiedo, sedendomi di fronte a lui al tavolo più isolato del bar, che, fortunatamente non è ancora pieno.
- "io non cercavo te!" Protesta lui. "Pensavamo tutti che fossi morta dopo quell'esplosione. Io cercavo lui." Punta un dito contro Caleb, seduto al mio fianco .
Tutto questo non ha senso
- "lui è saltato in aria con me, perché dovrebbe essere vivo?"
- "perché la sua localizzazione era ancora attiva. Per non parlare del fatto che è stato avvistato alla sede di Miami e ha fatto rapporto una settimana dopo la vostra sparizione."
- "Dash." Mormora Caleb, quasi fosse un imprecazione. "Quell'infame."
- "ti aspettavi davvero che non lo riferisse ai suoi superiori?" Chiede Liam, scoccando a Caleb un occhiata colpevole. Mi indica con un cenno della testa. "Sei fortunato che lei sia viva e io sia qui per raccontarlo, o saresti bollato come disertore."
- "Liam, ti prego, non puoi dirgli che mi hai trovata! Non puoi riportarmi là." Esclamo, afferrandogli le mani.
Lui mi lancia uno sguardo attento, lo fa scivolare sulle nostre mani. Mi solleva la mano sinistra, osservando la cicatrice tra medio e anulare.
- "si spiega che fine ha fatto la localizzazione."
Cerco di tirare indietro la mano ma lui rafforza la presa.
Caleb fa scendere una mano sulla mia spalla in modo protettivo.
- "rilassati, Cal, non ho intenzione di rubarti il lavoro." Dice Liam a denti stretti, sempre guardandomi negli occhi.
-"lasciale la mano." Ringhia Caleb.
Finalmente Liam sposta lo sguardo su di lui.
- "non posso ignorare che questo sia successo." Dice, lasciandomi la mano. "Tuttavia, potrei manipolare i fatti e far credere alla barca che Caleb stia ancora cercando Ester, come detto nel suo ultimo rapporto, e che abbia una sospettata e una pista per trovarla. Questo spiegherebbe la segretezza, i rinforzi da Miami e il fatto che non hai ancora fatto un nuovo rapporto alla barca, dato che l'identità segreta della sospettata è l'unica cosa che tiene Ester al sicuro."
Caleb preferirebbe mordersi la lingua piuttosto che dargli ragione, motivo per il quale prenderò io la decisione per entrambi.
- "Grazie, Liam." Dico con un sorriso.
Mi sorride di rimando.
- "aspetta a ringraziare." Mormora. "questa soluzione non potrà durare a lungo... un altro mese al massimo. Oh, e io devo tenermi nei paraggi."
- "puoi andare a casa di Caleb."
Ho parlato senza pensare.
Sento lo sguardo di Caleb gravarmi addosso.
Liam sorride, deve trovare la situazione fin troppo divertente.
- "devo sapere un ultima cosa." Dice, apprestandosi ad alzarsi. "Come ti chiami?"
Faccio un sorriso trionfante.
- "Elena."
Liam annuisce, e finalmente sembra rilassarsi un poco.
- "sono molto contento di conoscerti, Elena."
Sorride, prima di alzarsi ed uscire dalla porta scorrevole del bar.
- "pensi che si tratterrà molto?" Mi chiede Caleb. Per qualche motivo non ha ancora tolto la mano dalla mia spalla.
- "tutto il tempo necessario, suppongo." Rispondo io.
Caleb stringe la mascella.
- "in quel caso gli converrà smetterla di toccarti in quel modo."
Mi volto a guardarlo sconcertata, ma lui si è già alzato.

POV di Caleb
Mi fingo molto interessato a quello che la ragazza bionda mi sta dicendo, mentre guardo Ester con la coda dell'occhio.
Se ne sta seduta dietro al bancone a sorridere ai clienti e fare espressi.
La cameriera che sta pulendo il mio tavolo da mezz'ora invece gironzola tra i tavoli e si tocca i capelli con aria civettuola.
L'uniforme, che fa somigliare Ester ad una bambola di porcellana in stile vittoriano, in qualche modo riesce ad accentuare il fisico perfetto della bionda e gli finisce appena a metà coscia, mentre quella di Ester si allunga fino al ginocchio.
Eppure io è lei che continuo a voler guardare.
- "sei sempre stato a Savannah?" Mi sta chiedendo la bionda, arrotolandosi una ciocca di capelli dorati attorno all'indice.
- "no, non direi." Rispondo, guardandola negli occhi. "Ma sono qui da parecchio."
Lei si morde il labbro, nemmeno le avessi chiesto di andare a farci un bagno insieme.
- "questa sera c è una festa verso la spiaggia, poco lontano da qui."
Sorrido, posando distrattamente la mano sulla sua.
- "mi stai invitando?"
Lei annuisce, il labbro inferiore sempre catturato tra i denti.
- "puoi portare anche qualche amico." Aggiunge.
Il mio sorriso si allarga.
- "ci sarò."

POV di Liam
Esco dal bar e comincio a camminare.
Ester è viva.
Ester è viva!
Il telefono che tengo in tasca comincia a squillare.
Mi caccio dentro un vicolo prima di tirarlo fuori.
"Numero sconosciuto"
Sorrido. Puntuale come sempre.
- "pronto?"
- "Liam?" Chiede una voce femminile all'altro capo del telefono.
Non è Luke.
Sono tentato dall'idea di riattaccare.
- "chi sei?" Chiedo invece.
- "me llamo Maria. Soy una amica di... lui."
Mi sale il panico.
- "perché non risponde? sta bene?"
- "si, è solo un poco ferito"
- "come faccio a sapere che non menti?"
Sento qualcosa che somiglia ad uno sbuffo, dall'altra parte del telefono.
- "Puedo aver un tè freddo?" Dice poi la ragazza.
È il codice che io e Luke abbiamo inventato per coprire le nostre telefonate dopo che è diventato un disertore ufficialmente morto.
- "daccordo." Cedo. "Devi passargli un messaggio."
- "dime"
- "è viva."

All the lines she crosses 2- till death do us partDove le storie prendono vita. Scoprilo ora