Capitolo trentacinquesimo

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Pov di Marti
Salto fuori dalla finestra di Liam e ruzzolo sul prato.
Rischio di schiantarmi in un cespuglio ma riesco a rialzarmi velocemente e cominciare a correre. La granata che ho rubato dalla camera di Liam mi sbatte contro la pancia.
Liam non mi ha detto apertamente chi è stato ad infliggergli quelle ferite, eppure conosco una sola persona capace di fare una cosa del genere... e poi, nessun altro utilizza la frusta come metodo di estorsione oggi giorno.
Insieme a me, altri quattro soldati dell'agenzia sono stati affidati alla mia stessa missione: Wren, Adam, Russel e Agimor. Poi ogniuno di noi a avuto una sotto indicazione più precisa, e Russel, Agimor e Adam sarebbero dovuti restare dietro le quinte: non sono sicari, lavorano da remoto. La domanda che mi
pongo quindi è per quale motivo abbiano deciso di impicciarsi.
Russel è un haker, Adam si occupa allo stesso modo di informatica ma è piuttosto uno stalker, Agimor è esperto in torture e estorsione. È stato lui a ferire Liam, ma senza l'aiuto degli altri due non sarebbe riuscito a catturarlo. Quello che non mi spiego è perché abbiano deciso di interferire senza dirmelo.
A meno che qualcun'altro non li abbia guidati.
Ripenso alla chiamata con Wren avuta poco fa.
Stringo le labbra. Bastardo.
Salgo in un autobus notturno dall'aria sospetta.
Se hanno torturato Liam sta notte, dovranno tornare al quartier generale prima dell'alba, e se conosco i miei polli, c'è un unico stop che faranno prima di rientrare: il Mc Donald.
Ce n'è uno in particolare, verso la periferia di Savannah, alla quale Adam non può resistere e nel quale Agimor adora praticare piccole torture mentali ai commessi stanchi.
Scendo dal bus all'ultimo fermata. Tiro fuori il telefono dalla tasca e guardo l'ora: 3:50.
Cammino per una decina di minuti prima di raggiungere il Mc. È male illuminato e il parcheggio è vuoto. Salvo per un mini van nero.
4:01.
Cammino discretamente verso il mini van e mi siedo a terra. Tito fuori la granata dalla tasca interna della giacca e me la rigiro tra le mani mentre aspetto con una calma misurata, omicida.
La calma è la prima dote di un sicario.
4:35.
Comincio a sentire un vociare avvicinarsi alla porta. Strappo la sicura dalla granata con i denti e la fisso sopra la ruota anteriore della macchina prima di correre via.
Uno, Due...
I tre escono dal Mac Donald ed entrano in macchina.
...tre, quattro...
Tiro fuori il telefono e mando un messaggio a Wren.
Dovevi farti gli affari tuoi.
...Cinque.
La macchina salta in aria non appena il motore si mette in moto. L'allarme del ristorante scatta, mentre dei commessi impauriti si riversano fuori dal locale.
Mi allontano a passo lento dalla cacofonia e lascio cadere il telefono a terra.
È vero. Dovevano farsi gli affari loro.

POV di Luke
Quando ho sentito il botto mi sono fiondato al Mac...o almeno, ci ho provato. Invece non ho potuto fare una distanza sufficiente che mi sono imbattuto in Marti.
Non mi sembrava reduce da un esplosione, ma è anche vero che di lei non ci si può fidare.
- "quindi...c'è un motivo per il quale tu e la tua ragazza soggiornate in una casa in periferia o vuoi provare l'esperienza proletaria?"
- "non è la mia ragazza. E vorrei farti notare che non tutti gli agenti della Barca sono ricchi.
- "tutti no, ma tu sì. Come sta il paparino?"
Mi fermo davanti al palazzo fetido nel quale sono stato fin ora con Maria.
- "mi prendo la libertà di non risponderti, Marti."
Lei rotea gli occhi e mi offre un sorriso biricchino.
- "però non hai risposto alla mia domanda... che ci fai qui?"
Mi passo una mano sugli occhi mentre apro il portone.
-" sto tendo d'occhio il quartier generale dell'agenzia e, come sai, è in periferia. Quindi siamo qui. Nulla di speciale. Tu piuttosto, hai qualcosa a che fare con l'esplosione?"
- "no, ma ero sul posto. È andata a fuoco una macchina, nulla di speciale."
Mi fermo al primo pianerottolo e le faccio segno di entrare in casa.
- "curioso che ti trovassi proprio lì."
- "curioso che tu sia vivo e vegeto e dorma con una ribelle mentre sulla barca ti credono morto."
Stringo la mascella. Lei sorride ed entra in casa con passo baldanzoso.
- "Luke, finalmente, che era quel-" Maria sbuca in salone ma si blocca sul posto non appena scorge Marti. Incrocia le braccia sulla sottile camicia da notte che portava quando sono uscito e sputa a terra.
- "diamantes."
- "che c'è, callas? ti hanno buttata giù da letto?" risponde Marti, lanciandomi un occhiata eloquente.
- "tu e quelli della tua caserma. Dovreste bruciare all'infierno." sibila Maria.
- "oh, parli anche come un predicatore adesso? Come mi cadi in basso!"
Maria afferra una bottiglia vuota e la brandisce come un arma.
- "Salir!" sbotta. "esci da casa mia."
- "Mamma lodava sempre l'ospitalità di voi sud americani." disse Marti, grondando sarcasmo. "resterei volentieri a litigare con te, Maria, ma ho qualcuno che mi aspetta e ho urgenza di raggiungerlo."
Si sporge fulminea verso di me e mi scocca un bacio sulla guancia prima di correre verso la finestra e saltare giù con fare teatrale.
Sbuffo:
- "drama queen."
- "non avresti dovuto farla entrare in casa." mormora Maria.
Cammino verso di lei, ma Maria fa un passo indietro.
- "è una di loro, Luke. È tutto quello contro cui combattiamo. Lei e Ester lo sono."
- "Ester non ha mai voluto fare parte di quel mondo." protesto. "ci è nata, proprio come me, Lei-"
- "lei è scappata, Luke. Non aderirà mai alla nostra causa. Quelli della barca e dell'agenzia perseguitano il mio popolo, e lei non fa niente!"
- "lei non sa niente!"
- "in questo caso sarebbe proprio ora che tu glielo dicessi. Non sei meglio di loro Luke. Non sei meglio di loro se resti in silenzio."

All the lines she crosses 2- till death do us partDove le storie prendono vita. Scoprilo ora