Pov di Wren
Sto aspettando davanti a questo buco di locale da quasi mezz'ora.
Che sta aspettando Felisha ad uscire?
Finalmente scorgo la sua testa riccioluta barcollare fuori dalla discoteca.
Ha un cappotto nero buttato sulle spalle che la copre da capo a piedi e dei tacchi decisamente troppo alti.
Barcolla come un ubriaca, e se non fossi sicuro che regge più di un uomo adulto, direi che è proprio così.
Mi avvicino a lei e le afferro un polso, tirandola in disparte.
- "hai bevuto un bicchierino di troppo, principessa?" Le chiedo con un sorriso.
- "non rompere le palle." Mormora. "Fa parte del mio lavoro ubriacarmi." Mi fa un sorriso. "Dovevi vedere il ragazzo che mi ha chiesto il numero oggi, era davvero carin-"
La tiro verso di me e mi giro, spingendola contro il muro.
- "scusa, principessa, sai che adoro sentirti parlare ma questo non voglio saperlo."
Fehl rotea gli occhi.
- "va bene Wren, ti sei divertito, ora lasciami. Non sono così ubriaca."
Le faccio un sorriso, passandole una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
- "mi accoltelli di nuovo se ti chiedo un bacio?"
Mi sorride.
- "forse sì."
Le passo una mano sul fianco, distraendola, mentre con l'altra le sfilo dalla tasca destra del cappotto un coltellino a serramanico.
- "con cosa?" Chiedo, sollevandolo davanti al suo naso.
L'espressione di Felisha si fa più seria.
- "se non ti levi immediatamente mi metto a urlare finché qualcuno non chiama la polizia."
Le metto il coltello in mano.
- "se vuoi tu puoi urlare e io ti metto le manette."
La vedo nascondere un sorriso, ma anziché ridere o baciarmi mi tira un calcio nel basso ventre.
- "mettiti pure ad urlare." Mormora contro il mio orecchio, mentre io mi accascio a terra.
Si alza e si allontana sculettando, sparendo in un vicolo. Io ci metto qualche secondo a riacquistare le mie capacità motorie, poi mi rialzo e le corro dietro.
Mi sta eccitando, sa che mi sta eccitando, lo fa apposta.
Svolto l'angolo e la trovo appoggiata ad una parete, intenta a fumare una canna rollata chissà quando.
Mi saluta con una mano, un sorriso civettuolo stampato in faccia.
- "cazzo." Mormoro. "Non farlo più."
Lei stringe gli occhi.
- "sei tu che hai cominciato."
La accarezzo dalla testa ai piedi con lo sguardo.
- "non hai caldo, principessa?" Chiedo, avvicinandomi.
Alza le spalle, ha gli occhi già arrossati dal fumo. Sbottona rapidamente il cappotto e lascia che i lembi le ricadano sul corpo.
Al di sotto ha un vestito che difficilmente può essere definito tale: qualche lembo di stoffa nera che tiene insieme un pizzo lavorato che le sfiora il seno e le cosce.
- "se ti da fastidio puoi sempre andartene." Sussurra.
- "cazzo." Fischio, ho la voce arrochita. Colmo la distanza tra di noi con un passo e le afferro il viso, posando le labbra sulle sue.
Fehl lascia cadere la canna a terra e mi stringe le mani al collo, tirandomi verso di sé. Le metto le mani sulla vita, accarezzandole il bacino mentre lo premo contro il mio, le mordo il labbro inferiore e lei si fa scappare un ansito.
Mi stacco.
- "le manette con me non le ho, temo che dovremmo fare alla vecchia maniera."
Le prendo i polsi e glieli blocco sopra la testa.
- "attento, Wren, tutto quello che dici potrà essere usato contro di te." Mormora.
Sorrido.
- "voglio baciarti e toccarti, se me lo permetti." Dico.
- "puoi baciarmi e toccarmi, te lo permetto." Sorride, perfettamente in controllo della situazione, non aspettava altro.
E allora accade tutto velocemente: le lascio i polsi per afferrarle le spalle e girarla, spingendola contro il muro.
Fehl fa una risata, lo prendo come un invito e le sollevo il vestito. Come speravo, non ha niente sotto. Le accarezzo il sedere con il dorso della mano.
Fehl ansima, la schiaccio con tutto il corpo per accostare la bocca al suo orecchio.
- "sei diventata bellissima, principessa."
- "piantala con i complimenti e rispetta i tuoi propositi." Mi ordina lei, allungando una mano dietro di sé per infilarla tra il suo sedere nudo e i miei pantaloni tesi da un erezione.
Mi scappa un gemito per il modo in cui mi sta toccando, anche attraverso la stoffa, con movimenti lenti e controllati. Le afferro il polso e riporto il braccio davanti a lei, mentre lascio scendere l'altra mano in mezzo alle sue gambe. Trovo la sua apertura umida e infilo immediatamente due dita, Fehl inizia a cavalcarle quasi subito, ruotando i fianchi, faccio movimenti più rapidi, mentre inizio a muovermi a mia volta contro di lei.
Vorrei entrare dentro di lei, vorrei sentirla, ma non posso farlo adesso.
Sento Fehl gemere, mentre cerca di staccarsi dal muro per accompagnare meglio il mio movimento.
- "vuoi arrivare alla parte in cui tu urli?" sussurro, la voce arrochita.
- "sarebbe anche tempo." Ansima lei.
Ritiro le dita e faccio un passo indietro.
- "girati."
Fehl si gira, ha le labbra gonfie e un sorriso strafottente che le arriva fino agli occhi annebbiati.
Le faccio un sorriso famelico e mi metto il ginocchio, davanti a lei. Mi sorride.
- "principessa." Sussurro, poi le afferro i fianchi e la tiro verso di me, passandole la lingua laddove prima tenevo le mani.
Fehl mi afferra le spalle, conficcandomi le unghie nella maglietta.
Faccio movimenti sempre più rapidi, finché non arrotolo la lingua dentro di lei, mentre Fehl ruota i fianchi per seguire i miei movimenti.
Si fa scappare un gemito fin troppo simile ad un urlo e allora mi ritraggo.
Le abbasso il vestito a coprirle le cosce e alzo lo sguardo.
Fehl mi arruffa i capelli. Mi ero dimenticato quanto fosse luminoso il suo sorriso.
Apre la bocca per dire qualcosa, ma una detonazione che fende l'aria a poca distanza da noi la interrompe.
Scatto inmediatamente in piedi e la supero, tendendo istintivamente un braccio con fare protettivo, ma Fehl mi schernisce con una risata e mi supera.
Si è messa in testa quel ridicolo cappuccio rosa e tiene in mano una pistola che in qualche modo la fa sembrare pericolosa. Improvvisamente non mi importa più niente dello sparo.
In fin dei conti forse sotterrare le nostre divergenze non è stata una buona idea.
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All the lines she crosses 2- till death do us part
Storie d'amore"Non amare, non temere, segui gli ordini." Dopo sedici anni passati confinata su una Barca popolata da agenti segreti, Ester Barbossa è finalmente riuscita a scappare. Solo che non poteva andare tutto liscio, dico bene? Chi avrebbe mai detto che un'...