Capitolo sesto

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POV di Luke
Lancio un occhiata fuori dalla catapecchia nella quale ci stiamo nascondendo.
Non si sentono più spari fuori, la battaglia deve essere finita.
Il telefono usa e getta che tengo in tasca comincia a vibrare. Lo tiro fuori e lo accosto alle orecchie.
- "Liam?"
- "Luke!" Risponde lui con entusiasmo. Il mio amico sembra sempre contento quando mi sente al telefono.
Ho deciso di contattarlo circa un mese fa, che è più o meno lo stesso momento in cui ho deciso di seguire la causa dei "diamanti rubati" portata avanti dalle persone che mi avevano curato in Uruguay. Il che vuol dire che la mia esistenza deve restare un segreto per gli abitanti della barca, perché essere morto mi rende un soldato caduto, aver cambiato causa mi rende un disertore. L'unico motivo che mi aveva spinto a chiamare erano i miei due migliori amici: Ester e Logan.
Allora avevo scoperto che Ester era sparita da due settimane, quando si era buttata in mare dalla barca per cercarmi.
Il che vuol dire che adesso, io sto cercando lei.
- "ho ricevuto una pista." Liam per contro è stato incaricato di cercare Caleb, e dal momento che i due si sono buttati insieme, trovando l'uno troveremo snche l'altra. "In Georgia, tra Pooler e Savannah."
- "sono in Luisiana." Rispondo. "Arriverò tra un paio di giorni."
- "ci vedremo lì."
-" ciao, fratello."
Lascio cadere il telefono a terra e lo calpesto con il tallone.
- "Sta giù!" All'improvviso Maria mi si butta addosso e sbatto la schiena a terra.
Sento spari tutt'intorno a noi.
Guardo gli occhi di Maria, a pochi centimetri dai miei.
Ci hanno trovati.

POV di Ester
Dei sonori colpi sulla porta mi strappano dal mio sonno.
Apro gli occhi e scendo dal letto con un grugnito.
Mi fa male la gamba.
Afferro le stampelle, stringendo gli occhi a causa della luce, e zoppico fino alla porta. La apro con aria assonnata e mi ritrovo davanti Felisha, sveglia e pimpante come se una troupe di stilisti si fosse occupata di lei personalmente.
- "che c'è?" Chiedo esasperata.
- "sono le undici fiorellino, sorgi, splendi, e lavati i denti!"
Mi passo una mano sulla faccia.
- "ma è domenica!"
- "infatti! Abbiamo dei piani da rispettare."
Detto questo si volta, schiaffeggiandomi con i suoi capelli e si allontana dalla stanza.
Chiudo la porta con un grugnito e mi ributto sul letto.
- "LO SO CHE TI SEI RIMESSA A DORMIRE, ELENA!" Urla Felisha oltre la porta. "ALZA IL CULO O GIURO CHE TE LO SPACCO."
Mi trascino di controvoglia in bagno per sistemarmi.
Non pensavo di averci impiegato tanto, ma quando scendo in cucina trovo Phil e Laura, sua moglie, indaffarati ad apparecchiare la tavola per il pranzo.
Laura mi offre un sorriso caloroso non appena mi vede.
- "Elena! Che piacere vederti tesoro, vuoi qualcosa per colazione?"
- "Non preoccuparti, Laura, la porto a pranzo subito." Risponde Felisha al posto mio, comparendomi improvvisamente accanto. Fa scivolare la sedia a rotelle dietro di me e mi ci spinge dentro, spingendomi poi verso la porta.
- "divertitevi." Mugugna Phil, la bocca occupata da un pezzo di bacon rubato dalla padella della moglie.
- "grazie pa'." Risponde Felisha uscendo.
Li saluto con la mano.
- "come mai né tu né Cal-Daniel chiamate Laura mamma, o...non so, ma', mammina, mammuccia qualcosa di mammoso insomma."
Felisha scoppia a ridere, mentre continua a trascinarmi per strada, fino ad arrivare sul lungomare.
- "Laura non è mia madre." Si ferma. "È complicato." Abbassa lo sguardo sulla mia maglietta. "Hai osato con la scollatura oggi eh?"
Lancio un occhiata alla maglietta attillata nera e corta, com una profonda scollatura a V e incrocio le braccia.
- "sono vestiti tuoi! Tu hai osato con la scollatura.
Felisha ride.
- "è ora di comprarti dei vestiti tuoi."
- "dopo che avrò cominciato a lavorare."
Felisha mi arruffa i capelli. Le allontano la mano con uno schiaffo.
- "quindi, dove mangiamo?"
- "oh, quella era una bugia, non ti porto a pranzo."
- "e allora dove stiamo anda-" vengo interrotta dal sonoro sgommare di una moto rossa che si parcheggia davanti a noi.
Felisha rotea gli occhi.
- "esibizionista." Sussurra.
Riconosco immediatamente la moto di Caleb, la domanda è: chi è la persona che ha dietro?
Entrambi si sfilano il casco in contemporanea.
Felisha trattiene brutalmente il respiro.
Mi giro verso di lei, confusa, ma la sua espressione è indecifrabile, ed in ogni caso, dura solo qualche secondo.
Quando torno a guardare davanti a me vedo Caleb, alto, sorridente e con un casco in mano. Il sole ed il clima estivo gli stanno bene addosso: è come se la sua pelle catturasse il sole e risplendesse.
- "ma ciao, principessa. Quanto tempo."
Aggrotto le sopracciglia. Sono stata troppo distratta da Caleb per osservare il ragazzo con il quale è venuto.
Colui che ha parlato è più magro di Caleb, capelli castani ed occhi verdi, un orecchino a croce gli pende dal lobo destro. C'è qualcosa nella sua espressione e nei suoi lineamenti che lo fa sembrare estremamente furbo...quasi come un...folletto?
Felisha fa un sorriso tirato.
- "non abbastanza, Wren."
La mia mente torna a ieri sera, mentre caleb mi teneva a terra e cinque uomini mi puntavano addosso delle pistole. Quando aveva mandato tutti via..."anche tu, Wren.Ci vediamo a casa."
Questo tizio è un agente segreto.
Questa famiglia comincia ad avere un po'troppi contatti con gli A.S. per i miei gusti.
Sfoggio il mio miglior sorriso.
- "non ci hanno presentati." Tendo una mano verso di lui. "Sono E-Elena." Non mi abituerò mai a questo nome.
Wren sorride e me la stringe.
- "Wren." Si ficca le mani in tasca. "Mi ricordo di te. Sei la ragazza di ieri."
Felisha mi guarda sconcertata e Caleb guarda Wren in tralice.
A te piacciono i guai.
- "tu invece chi sei?" Chiedo, ignorando le occhiatacce di Felisha. "Un cugino? Un altro fratello del quale non sapevo?"
Wren fa una risata e tira fuori le mani dalle tasche, portandosi dietro sigaretta e accendino.
- "no, no, non sono un familiare." Si infila la sigaretta in bocca e la accende. La tira fuori soffiando fumo e posa gli occhi su Felisha. "Renderebbe le cose..." sorride e torna a guardarmi. "Complicate."
Mi sono sbagliata, non ricorda un folletto. Ricorda una cosa a metà tra una volpe ed un serpente, furbo ed insidioso.
Sorrido come se avesse appena detto una cosa divertente.
- "io e te andremo d'accordo, Wren."
Lui mi fa l'occhiolino di rimando.
- "lo spero."
Per te.

All the lines she crosses 2- till death do us partDove le storie prendono vita. Scoprilo ora