POV di Ester
Nemmeno questa mattina mi sono potuta svegliare al fianco di Caleb.
Saranno state circa le sei e mezza quando ho sentito un rumore di vetri infrangersi e qualcosa ricadere pesantemente al piano di sotto.
Comincio a urlare mentalmente una notevole sfilza di parolacce mentre scivolo fuori dal letto e mi sdraio sul pavimento, schiacciando l'orecchio a terra.
- "fai troppo rumore, estúpido!" Sussurra una ragazza dal piano di sotto.
Sbuffo.
Ora gli ficco in testa una pallottola.
Metto una mano sotto il letto e, come mi aspettavo, trovo una pistola incastrata tra le assi del materasso, la prendo e gattono per il corridoio e fino alle scale, sove mi costringo a mettermi in piedi ed appoggiarmi alla ringhiera.
Scendo maldestramente un paio di gradini, poi mi sporgo verso il basso e punto la pistola.
- "uscite fuori o vi faccio saltare in aria, bastardi."
Proprio quando ero pronta a perdonare Caleb qualcuno deve venire a rovinare la nostra prima mattina insieme.
Gliel'avrei fatta pagare, oh sì che gliel'avrei fatta pagare. Con gli interessi.
Sento un rumore di passi e vedo una persona ,che presumo sia la ragazza che ho sentito parlare prima, avanzare e fermarsi sotto le scale, le mani alzate.
Ha una sciarpa, un passamontagna, degli occhiali da sole e un cappuccio, tutto nero. Riconoscerla è impossibile, non spunta fuori neanche un capello. Un ragazzo che la supera di mezzo metro in altezza la affianca subito dopo. Lui ha solo il passamontagna e gli occhiali, i capelli marroni tagliati male sbucano fuori.
Tolgo la sicura.
Non mi sembrano parte di un'agenzia crininale, penso siano solo ladri di strada.
- "ora tu e il tuo amichetto vi fate un g-" ma le parole mi muoiono in gola quando l'amichetto toglie gli occhiali e abbassa il passamontagna con un espressione a metà tra l'incredulità e il sollievo.
La pistola mi scivola dalle mani, faccio in tempo ad afferrarla appena prima che cada giù dalle scale.
- "Red." Mormora lui.
Scoppio quasi immediatamente a piangere e mi lancio verso di lui, necessitando di capire se sia reale, ma putroppo dimentico di avere una gamba mal funzionante e mi faccio l'intera rampa di culo, continuando a singhiozzare come un assatanata mentre lui corre a sua volta verso di me -in modo dignitoso- e mi solleva da terra appena mi raggiunge.
Mi aggrappo a lui come una bambina a suo padre. Sta piangendo a sua volta, forse persino più forte di me.
- "Luke." Lo stringo forte, gli passo una mano tra i capelli, sul viso, sulle spalle, cercando di convincermi che sia reale, trattenendolo disperatamente a me prima che possa sparire di nuovo. "Omioddio Luke." Ripeto singhiozzando. "Sei tu..."
Luke mi da un bacio su entrambe le guance poi torna ad abbracciarmi, nascondendo il viso nell'incavo del mio collo, toccandomi i capelli e stringendomi così forte che mi sento a malapena respirare, ma non mi importa. Non mi importa, mi importa solo di aver ritrovato lui, non voglio separarmi da lui nemmeno per un secondo.
- "Ester." Mormora lui, come se il mio nome gli fosse mancato. "Ester, Ester, Ester." Ripete ridendo. "mi sei mancata da matti piccola."
I miei piedi tornano lentamente a toccare terra.
- "mi hanno detto che eri morto." Mormoro. "Che eri disperso..."
Luke mi accarezza i capelli.
- "perché lo ero." Mi da un altro bacio sulla guancia. "Ma non ha importanza, adesso."
- "mi sei mancato, fratellino. Mi sei mancato davvero troppo."
Poi mi scosto appena da lui e gli tiro un forte calcio negli stinchi.
- "non fare mai più una cosa del genere! O ti giuro che ti disperdo io! Ti smembro tutto e poi semino i tuoi pezzi in giro per il mondo-"
Luke mi zittisce con un abbraccio.
- "anche io ti voglio bene."
Solo in quel momento mi accorgo che Fehl è entrata nella stanza, quando la vedo cadere a terra con un verso strozzato, mentre il suo occhio sinistro schizza via dall'orbita e rotola a terra, fino a sbattere contro il mio piede e fermarsi del tutto.
Alzo il viso bagnato di lacrime a vedere la ragazza completamente vestita di nero brandire una mazza da baseball, probabilmente appartenente a Caleb, in mano.
- "MA SEI COMPELTAMENTE IMPAZZITA?!" Sbraito. "Le hai fatto saltare l'occhio!" Aggiungo. "Dov'è il nervo ottico? Si può riattaccare? È permanente?" Comincio a blaterare.
Luke mi prende la mano e mi tranqullizzo all'instante.
La ragazza si abbassa il passamontagna, ha la pelle scura e i capelli ricci, un anello d'oro sul labbro inferiore e uno al naso, non più alta di un metro e cinquanta.
- "stai calma, cosita." Dice, ha un forte accento spagnolo. "Es claramente un occhio di vetro."
- "non ti da il diritto di sbattere mazze da baseball in testa ai miei amici, cosita." Rispondo. "E tanto per sapere, chi cazzo sei tu?" Sputo.
- "lei è la ragazza che mi ha salvato la vita, si chiama Maria." Risponde Luke.
La ragazza indica il corpo inerme di Fehl con la mazza.
- "se sveglierà tra poco. Pensavo fosse un ladro...si muoveva proprio come un ladro."
Stringo le labbra.
Considerando che, a quanto ha detto Marti, Felisha lavorava per una agenzia...zona militare, non è del tutto impossibile.
Mi accascio per raccogliere l'occhio, che effetivamente è di vetro, e gattono fino a Fehl. Come ho fatto a non accorgermi che avesse un occhio di vetro fino ad ora? La rovescio sulla schiena e mi poso la sua testa in grembo.
Queste sono domande che temo di dover porre a Caleb.
Solo in quel momento Luke si accorge che la mia gamba è martoriata e non posso camminare. A ben guardarmi tutta la mia pelle è cosparsa di tagli, a causa degli eventi di ieri.
- "Red...la tua gamba..." mormora Luke.
Faccio un sorriso forzato.
- "non è così male, la gente mi scarrozza in sedia a rotelle tutte le volte che voglio."
Luke si inginocchia al mio fianco.
- "come...è successo?"
Andavo a cercare te.
- "ho fatto naufragio, è una lunga storia." Scocco un occhiata a Maria. "Ok, Don Chisciotte, aiutami a tirare su la mia amica."
Questa lascia andare la mazza da basebal roteando gli occhi.
- "Don Quijote è Espagnolo. Yo son latina."
- "le mie scuse, ma sinceramente non me ne frega un cazzo." Le faccio un cenno della testa.
Lei mi lancia un occhiata assassina, poi prende Fehl dalle ascelle e la trascina fino al divano come un sacco di patate.
Un paio di foto scivolano via dalla sua tasca. Le raccolgo.
Sono foto di Wren, Felisha e Caleb, tutti poccoli e sorridenti.
Sorrido anche io, nel vedere un mini Caleb che somiglia stranamente a Matt, suo fratello minore.
Prendo la terza e ultima foto tra le mani, ed improvvisamente smetto di sorridere: Wren e Felisha, tra i dodici e i quattordici anni, si tengono per mano in primo piano, vestiti esattamente come i soldati che ci hanno assalite ieri notte nella strana zona militare, e sul retro, Caleb, anche lui vestito da soldato, tiene tra le braccia una ragazza dai capelli mogano e gli occhi verdi, i visi a pochi centimetri di distanza, Marti.
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All the lines she crosses 2- till death do us part
Romance"Non amare, non temere, segui gli ordini." Dopo sedici anni passati confinata su una Barca popolata da agenti segreti, Ester Barbossa è finalmente riuscita a scappare. Solo che non poteva andare tutto liscio, dico bene? Chi avrebbe mai detto che un'...